I principali formati audio per il cinema in casa

Facciamo una panoramica completa su tutti i formati usati per l'home cinema, da Dolby Digital a Dolby Atmos passando per DTS e DTS:X.
Di Nicola Zucchini Buriani 10 Marzo 2024
La Tecnologia Dolby Audio

Quando si parla di intrattenimento domestico l’attenzione si concentra spesso più sul video, relegando l’audio ad un ruolo secondario. In realtà per godere di un’esperienza veramente appagante non si può prescindere da un audio di ottima qualità. In questo articolo vogliamo fare una panoramica sulle principali tecnologie utilizzate per veicolare l’audio a TV, soundbar o impianti veri e propri.

Parleremo quindi dei formati usati che sono tanti e si differenziano per qualità, funzionalità e anche il supporto più o meno ampio che ricevono dai principali marchi operanti nel mercato dell’elettronica. Forniremo inoltre qualche consiglio utile per poter sfruttare al massimo i propri dispositivi o per non sbagliare un prossimo acquisto. Ci sono infatti alcuni dettagli che, se trascurati, possono rivelarsi piuttosto problematici.

Le basi: Dolby Digital e DTS

Partiamo dalle basi, cioè dai formati che costituiscono ormai il punto di partenza per qualsiasi esperienza home cinema. Piccola premessa: non tratteremo tutte le tecnologie sviluppatesi nel corso degli anni ma solo quelle effettivamente usate oggi. Il re incontrastato è anche il formato più vecchio tra tutti quelli che andremo a citare: parliamo del Dolby Digital.

TV TCL C735 e soundbar C935U

Il TV TCL C735 e la soundbar C935U

Il Dolby Digital è stato creato da Dolby e permette di ricreare l’esperienza di un cinema tra le mura domestiche grazie ad un suono con 5.1 canali. Il numero dei canali indica i suoni che si possono inviare a specifici altoparlanti, in tutto 5 + 1: ci sono i due frontali destro e sinistro, il canale centrale per i dialoghi, i due canali posteriori e il subwoofer, cioè il “+1” che si occupa dei bassi.

Dolby Digital si appoggia su una tecnologia che comprime il segnale con perdita di qualità: in questi casi si parla di formati “lossy” per distinguerli da quelli “lossless“, cioè con compressione senza perdita i qualità (li vedremo nel capitolo successivo). Dolby Digital è usato in tantissime situazioni, dalle trasmissioni televisive ai dischi (per lo più i DVD), passando infine allo streaming anche se per quest’ultimo ci sono anche varianti qualitativamente migliori.

La compatibilità è praticamente totale: TV, decoder (come quello di Sky), console, lettori ottici e sistemi audio o soundbar sono sempre compatibili con Dolby Digital. Il suo diretto rivale è DTS, una tecnologia sviluppata dall’omonima compagnia (Digital Theater Systems) proprio per contrastare il formato dei Dolby Labs. Le funzioni sono simili: c’è sempre il supporto ad un massimo di 5.1 canali. A cambiare è la codifica: DTS ha un bitrate più elevato, riesce cioè a gestire una maggiore quantità di informazioni e per questo è preferito da alcuni audiofili.

Soundbar Sonos Ray con Dolby Digital

La soundbar Sonos Ray

Da notare però che siamo sempre di fronte a un formato lossy, quindi la compressione sacrifica la qualità. A nostro parere è però il supporto a tracciare il vero solco tra i due contendenti: DTS è decisamente meno diffuso, tanto che alcuni produttori di TV non lo supportano. Un esempio sono Samsung e Panasonic mentre TCL, Sharp, Philips e Sony assicurano un perfetto funzionamento. Il declino dei supporti ottica ha pesato molto sul DTS: se su DVD e Blu-ray le tecnologie DTS sono utilizzate tutt’altro che di rado, nei programmi televisivi e nello streaming (pur con qualche eccezione) è Dolby a farla da padrone.

I formati più evoluti e quelli lossless: Dolby Digital Plus, Dolby TrueHD e DTS-HD Master Audio

Il progresso tecnologico ha permesso negli anni di superare le limitazioni di Dolby Digital e DTS. È nato così il Dolby Digital Plus, una versione qualitativamente migliore che è sempre lossy ma meno compresso e può inoltre gestire 7.1 canali. Queste caratteristiche ne hanno determinato il successo tra i servizi streaming, che lo preferiscono ad altri formati ancora più evoluti per la minora quantità di banda richiesta.

Dolby Digital Plus è presente in molti sistemi audio ma non va dato per scontato sui prodotti di fascia più bassa, ad esempio le soundbar economiche dove può invece mancare. Dal Dolby Digital Plus si è poi arrivati a compiere un ulteriore salto di qualità sia per Dolby sia per DTS. La prima ha creato Dolby TrueHD, un formato che a differenza del Dolby Digital Plus è lossless, quindi comprime ancora le informazioni ma senza perdita di qualità.

L'amplificatore home cinema Yamaha Aventage RX-A2A

L’amplificatore home cinema Yamaha Aventage RX-A2A

DTS ha risposto con DTS-HD Master Audio che è sempre lossless ed è quindi un rivale diretto del Dolby TrueHD. Va però specificato che DTS offre anche una versione lossy di questa tecnologia: è il DTS-HD High Resolution Audio. Entrambi, come l’alternativa Dolby, sono impiegate su Blu-Ray e Ultra HD Blu-ray e non vanno mai confusi, dato che la qualità cambia.

La compatibilità con Dolby TrueHD, DTS-HD Master Audio e DTS-HD High Resolution Audio non è mai da dare per scontata se non quando si parla di sistemi audio di alta qualità, ad esempio gli amplificatori home cinema di un certo livello. Molti televisori non li gestiscono ad esempio, come anche tante soundbar. C’è però una differenza importante tra la tecnologia Dolby e quelle DTS: le seconde sono retrocompatibili, per cui basta la capacità di gestire il DTS per poter sentire l’audio in versione 5.1 lossy. Resta comunque il dato che avevamo riportato in precedenza: le soluzioni DTS sono decisamente meno supportate.

Le tecnologie “a oggetti”: Dolby Atmos e DTS:X

Le novità più recenti si chiamano Dolby Atmos e DTS:X e introducono le cosiddette tracce “a oggetti“. Cosa sono? Gli oggetti sono suoni indipendenti che vengono separati dal resto dei suoni per poterli gestire più liberamente. Non sono legati a canali predefiniti (quindi a un preciso altoparlante presente nell’impianto) ma possono essere posizionati in modo preciso muovendosi dinamicamente nello spazio di ascolto tridimensionale.

Il TV OLED Panasonic MZ2000

Il TV OLED Panasonic MZ2000 con Dolby Atmos

Viene inoltre introdotto un piano aggiuntivo che espande il suono in verticale, posizionando alcuni suoni sopra l’ascoltatore. Questa novità viene contrassegnata da un terzo numero che indica i canali in uso: possiamo quindi avere sistemi a 5.1.2 canali, 7.1.2., 7.1.4, 9.1.4 e così via. L’ultima cifra indica il numero di altoparlanti dedicati a questo piano aggiuntivo che amplia il suono verso l’alto, aggiungendo tridimensionalità.

Dolby Atmos è disponibile in due versioni: in lossless con Dolby TrueHD e metadati per gestire gli oggetti o in lossy con Dolby Digital Plus, sempre aggiunto alle informazioni per gli oggetti. Ad oggi la massima qualità, cioè Dolby Atmos basato su Dolby TrueHD, è presente solo sui dischi mentre lo streaming adotta sempre l’Atmos con Dolby Digital Plus per risparmiare banda.

Questa differenza si riflette anche sulla compatibilità con i dispositivi che usiamo a casa. Ci sono prodotti che supportano l’Atmos (ormai molto diffuso) ma solo nella versione con Dolby Digital Plus, ad esempio la Apple TV 4K. DTS:X è molto simile alla sua controparte Dolby ma è più versatile, dato che può adattare automaticamente l’audio alla configurazione (numero e disposizione) dei diffusori, ottimizzando l’esperienza d’ascolto in base allo spazio. Come le altre tecnologie DTS anche DTS:X è meno supportato rispetto al Dolby Atmos.

Pubblicato il 10 Marzo 2024
Nicola Zucchini Buriani
Nicola Zucchini Buriani

Da sempre grande appassionato di tecnologia, ha cominciato con i computer da bambino, passando da Amiga ai PC per arrivare poi ai Mac, i sistemi con cui oggi produce tutti i contenuti pubblicati sul web. Nel frattempo si è sempre dilettato con i videogiochi, altra grande passione che coltiva tuttora. Non solo giochi moderni ma anche retrogame, con una collezione...Leggi tutto

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