L’allergia ai pollini (o pollinosi) è definita come l’insieme delle manifestazioni cliniche conseguenti al contatto tra il paziente allergico e i pollini allergenici ai quali è sensibilizzato. Oggi sono disponibili numerosi prodotti utili al trattamento delle allergie stagionali. Fra questi, integratori a base di estratti vegetali di Ribes nigrum utili al controllo della sintomatologia, come Cappades di Named; ma anche colliri in comodi flaconcini monodose che attenuano i disturbi oculari e farmaci da banco contenenti prinzipi attivi ad azione antistaminica (come la cetirizina) per la gestione dei sintomi più intensi. E, considerato che la prevenzione del contatto con gli allergeni è la strategia migliore per il controllo della sintomatologia, anche dispositivi di protezione come le mascherine.
La causa della pollinosi, che un tempo era nota al grande pubblico come febbre da fieno, è una risposta esagerata del sistema immunitario nei confronti di sostanze non patogene tout court, come i pollini, che vengono chiamate allergeni.
La pollinosi rientra fra le allergie respiratorie, che rappresentano la più diffusa forma di allergia in Europa (dove affliggono il 60% circa della popolazione) e nel mondo.
L’esposizione alla tipologia di polline nei confronti della quale è sensibilizzato, induce il sistema immunitario dell’organismo a produrre anticorpi specifici, le immunoglobuline di tipo E (IgE), strettamente associate alle reazioni allergiche.
Questi anticorpi si legano alla superficie di speciali cellule, i mastociti, che contengono granuli ricchi di istamina e di altre molecole che inducono una reazione infiammatoria. Il rilascio di istamina (degranulazione) produce uno stimolo infiammatorio sulle mucose e sulla pelle. Nel caso dell’allergia al polline l’irritazione interessa le mucose del cavo oronasale e la congiuntiva, la membrana che riveste l’occhio.
Ecco spiegata l’origine dei principali sintomi della pollinosi, che sono rappresentati dalla rinite e dalla congiuntivite (che causa prurito, arrossamento dell’occhio e lacrimazione profusa).
Il raffreddore allergico è molto simile a quello comune nella sua prima fase, quella in cui non si contano gli starnuti e il naso gocciola in continuazione. È possibile lenire la sintomatologia allergica attraverso l’uso di prodotti naturali come i gemmoderivati di Ribes nigrum oppure integratori a base di oligoelementi come Fisiosol di Specchiasol.
Per limitare la congestione nasale, soprattutto nei bambini, possono essere effettuati lavaggi nasali con la soluzione fisiologica oppure con acque termali.
Conviene che siano sempre a portata di mano fazzoletti morbidi, che non irritino la pelle del naso, già messa a dura prova dalla rinite.
Per evitare la contaminazione degli occhi già irritati, possono essere d’aiuto salviettine per la pulizia specifica dell’area perioculare.
Ben più gravi i sintomi che possono colpire le vie aeree più basse. Il quadro clinico di dell’asma origine allergica, che colpisce il 5-12% della popolazione europea, può essere, infatti, serio.
La primavera non è il solo periodo in cui la pollinosi si manifesta. A seconda della tipologia di allergeni coinvolti, infatti, occorre fare riferimento ai periodi nei quali la pianta fiorisce. Betulla e nocciolo fioriscono fra gennaio e marzo, mentre le Graminacee (i cereali, molto comuni nelle nostre campagne) da marzo a settembre. Per la Fagacee il periodo dell’impollinazione coincide con la stagione estiva, per l’ulivo si limita a maggio-giugno e per la temibile parietaria occupa l’intero intervallo fra marzo e ottobre. Le Composite, che comprendono la ben nota ambrosia, fioriscono nella tarda estate e nel primo autunno.
Inoltre, i cambiamenti climatici stanno estendendo il periodo a rischio per le allergie respiratorie.
Tutti gli esperti del settore concordano nell’affermare che la strategia più efficace per difendersi dalle conseguenze delle allergie stagionali è cercare di evitare il contatto con gli allergeni.
In questa prospettiva, è dunque utile seguire il calendario pollinico, per conoscere il periodo di fioritura delle piante responsabili delle manifestazioni allergiche, ed i bollettini dei pollini, per sapere esattamente quali e quanti pollini siano diffusi nell’aria in un dato momento.
È anche importante tenere chiuse le finestre durante le ore centrali della giornata o quando c’è vento e preferire le uscite in prima mattinata o in tarda serata, quando la concentrazione di pollini nell’aria è inferiore.
Sono anche consigliati soggiorni nelle località di mare, quando possibile, perché in queste aree i pollini sono meno concentrati.
I pollini presenti nell’aria possono depositarsi fra i capelli, che li raccolgono e li mantengono vicini al viso, dove è più facile che scatenino le reazioni respiratorie. Per questa ragione, è bene aumentare la frequenza degli shampoo, utilizzando prodotti leggeri e non aggressivi. Le persone che soffrono di pollinosi hanno una probabilità superiore rispetto alla popolazione sana di avere una predisposizione atopica, una condizione che espone al rischio di manifestazioni dermatologiche di origine allergica. Dunque, meglio optare per detergenti specifici, come Kerium DS di La Roche Posay.
La normativa oggi in vigore sulla protezione dal contagio del nuovo Coronavirus impone l’uso della mascherina nei luoghi pubblici e, in alcune Regioni, mantiene l’obbligo di questo dispositivo di protezione anche all’aperto. Questo può provocare una sensazione di soffocamento negli asmatici, che però rimane una suggestione e non impatta oggettivamente sulla respirazione.
Al contrario, può rappresentare uno strumento di protezione dal contatto con i pollini. Essendo particelle del diametro compreso fra 10 e 200 micron, i pollini possono essere filtrati anche dalle comuni mascherine chirurgiche.
Il paziente asmatico e allergico non necessita infatti di mascherine particolari come le FFP2 e le FFP3, che possono peraltro intensificare la sensazione di soffocamento.
Quando i sintomi delle allergie stagionali si fanno molto intensi, i rimedi naturali possono non essere sufficienti a gestirli. Se subentra l’asma, è indispensabile contattare il medico per istituire l’opportuna terapia.
Se, invece, si tratta di oculorinite particolarmente intensa, gli antistaminici di sintesi possono venire in aiuto. Questi medicinali agiscono inibendo la degranulazione di istamina da parte dei mastociti e quindi attenuando la sintomatologia.
Sono disponibili in commercio anche in formulazioni alternative rispetto alle classiche compresse, come lo spray nasale e il collirio.
Allergia ai pollini: consigli utili – Ministero della Salute
Allergie da pollini: informazioni generali – EpiCentro – Istituto Superiore di Sanità
Reazioni di ipersensibilità – Università di Ferrara
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