Spaghetti, penne o fusilli: ognuno ha il suo formato preferito ma non esiste persona al mondo che non ami la pasta!
Ed è proprio per celebrare questo cibo così semplice e così delizioso che è stata istituita la Giornata Mondiale della Pasta. Si festeggia il 25 ottobre di ogni anno con eventi, iniziative, conferenze e ogni genere di degustazione organizzata dagli chef più famosi. L’obiettivo non è solo valorizzare un piatto gustoso, genuino e versatile, ma anche un alimento che dovrebbe far parte di qualsiasi dieta equilibrata e sana. E noi italiani non siamo solo i maggiori consumatori di pasta al mondo (avevate dei dubbi?) con circa 23 kg annui pro-capite, ma anche i più grandi esportatori di questa delizia nel mondo: nel 2023, il 56% della nostra produzione nazionale era destinata all’estero.
Questo articolo lo dedichiamo tutto alla pasta! Partiamo dalle sue origini storiche fino ad arrivare ai metodi di cottura alternativi utilizzando diversi elettrodomestici, passando per qualche consiglio prezioso per non sbagliare la preparazione.
Anche se la pasta è considerato uno dei simboli della cucina italiana, c’è ancora oggi molta incertezza su quali siano le sue origini autentiche.
Quel che è certo è che parliamo di diversi secoli fa. Pare che Etruschi, Greci e Romani già preparassero una sorta di lasagna, conosciuta all’epoca come “lagana“: si trattava di sottili sfoglie di pasta fatte con acqua e farina di grano. Queste venivano poi farcite e condite con carne e altri ingredienti, prima di essere cotte al forno. In una tomba etrusca sono stati ritrovati alcuni reperti che lasciano pochi dubbi sul loro utilizzo: spianatoia, mattarello e persino una rotella per i bordi ondulati. Di epoca romana è invece la testimonianza del poeta latino Orazio, che parla nelle sue Satire di un gustoso piatto a base di porri, ceci e lagane.
Diversa è invece l’origine della pasta secca e, anche se troverete in giro qualche leggenda, non ha niente a che vedere con Marco Polo! Quando l’esploratore tornò dalla Cina, alla fine del XIII secolo, la pasta secca era infatti già ben conosciuta nel nostro paese, specialmente in Sicilia. Il geografo arabo Al-Idrisi, nel 1154 parlò di una città siciliana chiamata Trabia dove si mangiavano le triyah, ovvero dei lunghi fili di impasto di farina e acqua essiccati al sole che sembrerebbero proprio essere gli antenati dei nostri spaghetti. Ancora oggi in alcune regioni del Sud Italia si usano termini come tria, triddi o tridde per definire alcuni formati di pasta. La presenza in Sicilia di questo cibo sembra però essere dovuta alla dominazione araba: furono proprio gli arabi a portare con loro la pasta secca, un alimento ideale per le lunghe traversate nel deserto e per mare.
Detto ciò, dobbiamo ai siciliani l’incredibile diffusione della pasta che si ebbe nel Medioevo. Risalendo regione per regione arrivò a toccare tutta l’Italia, anche se le regioni del Nord per molti secoli rimasero legate al consumo della pasta all’uovo mentre ebbe grandissima diffusione nel Regno di Napoli. Ed è proprio a Napoli che la pasta si trasforma da piatto aristocratico, destinato solo alle tavole dei nobili, a cibo di strada, alla portata del popolo: nel corso del Seicento ad ogni angolo si trovavano venditori ambulanti di pasta condita con pomodoro, olio e basilico.
Nel XIX secolo, con le grandi migrazioni verso Stati Uniti, Australia e altri paesi dove trovar fortuna, gli italiani portarono con sé anche la preziosa pasta, che arrivò così a farsi conoscere (e amare) dappertutto.
Anche se ognuno di noi sarà intimamente convinto di avere la ricetta segreta per una pasta perfetta, in realtà ci sono solo alcune accortezze che possono fare la differenza.
Ne bastano cinque!
Sicuramente la metodologia classica per cuocere la pasta richiede soltanto una pentola, dell’acqua e un fornello. Tuttavia, ci sono metodi di cottura alternativi che, chi è in vena di sperimentazione, può certamente mettere alla prova.
Non resta che scegliere la vostra ricetta preferita e celebrare la Giornata Mondiale della Pasta come si deve!
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