Sky ha recentemente lanciato una nuovo dispositivo per ricevere i suoi programmi. Parliamo di Sky Stream, un prodotto che parte dalle basi dei box Sky Q senza parabola ma con importanti novità. Sotto molti punti di vista si tratta di una soluzione inedita non solo nel panorama delle pay TV, ma anche per quanto riguarda la fruizione dei servizi streaming.
Sky Stream eredita poi il DNA utilizzato per i TV Sky Glass, dai quali è stato ripreso tutto il sistema operativo, la parte più riuscita degli schermi lanciati da Sky. A ben vedere è proprio questa la parte più interessante, tanto da mettere in secondo piano (sotto alcuni punti di vista) i box Sky Q via satellite, che fino ad oggi hanno sicuramente rappresentato il vertice dell’offerta Sky.
Sky Stream è un piccolo set-top box che si può tenere nel palmo di una mano: misura meno di 10 centimetri per lato e si può quindi installare facilmente in qualsiasi ambiente. Renderlo operativo è molto semplice: non c’è da collegare nessuna antenna satellitare perché qui è tutto incentrato sullo streaming. C’è una porta Ethernet sul retro ma si può anche optare per il Wi-Fi.
Volendo è possibile ricevere anche i programmi televisivi tramite il sintonizzatore DVB-T2. L’utilizzo è però del tutto opzionale, tanto è vero che anche nel menu i programmi ricevuti in questa modalità sono separati dal resto, come se fossero un’app tra le tante. Può comunque fare comodo se pensiamo ad esempio ai canali Rai che da poco tempo sono trasmessi proprio in DVB-T2.
Fatti questi passaggi è sufficiente collegare Sky Stream ad un TV, monitor o proiettore (secondo le proprie preferenze) tramite la porta HDMI. Sky Stream si può spostare facilmente da una stanza all’altra (basta che sia raggiunta dal collegamento alla rete) e teoricamente si può anche portare in altre abitazioni (in vacanza, ad esempio). L’unica limitazione dovrebbe arrivare quando si potranno richiedere più Sky Stream da usare in vari ambienti della casa: in quel caso servirà sempre la presenza del box principale (master) per abilitare l’uso degli altri, un sistema per evitare la condivisione dell’abbonamento.
Il punto di forza di Sky Stream è sicuramente rappresentato dall’interfaccia: si tratta di Entertainment OS, lo stesso sistema operativo che troviamo anche sui TV Sky Glass. Che cos’ha di particolare questa piattaforma? I suoi punti di forza sono la semplicità e l’integrazione con servizi streaming e canali TV. Tutta l’offerta Sky e tutti i partner sono raggruppati all’interno degli stessi menu, compresa la ricerca.
I partner Sky sono tutti i servizi streaming con cui la pay TV ha stretto accordi. Abbiamo quindi Netflix, Prime Video, Apple TV+, Disney+, Mediaset Infinity, Paramount+, YouTube e altre app di contorno come Amazon Music, Spotify eccetera. Non c’è tutto ma i maggior esponenti del settore tutti presenti. Cosa intendiamo quando parliamo di integrazione come punto di forza?
Chi ha utilizzato un qualunque Smart TV o dispositivi come la Fire TV sa fin troppo bene che le app dei servizi streaming non si amalgamano perfettamente col sistema operativo. Basta effettuare una ricerca per notarlo: i risultati comprendono solo alcune applicazioni e anche in quell’ambito sono spesso frammentari o poco chiari. Anche i contenuti suggeriti non includono mai tutto quello che teoricamente l’utente può vedere.
Per ultimo, ma solo in ordine di citazione, ci si trova spesso di fronte ad un’interfaccia che presenta incongruenze o non è così chiara e piacevole da usare, quando si tratta di raggruppare le proposte veicolate tramite le varie app installate. In sostanza l’esperienza di utilizzo è spesso poco piacevole e tende non raramente a sfociare nel frustrante, per via di un’integrazione tutt’altro che perfetta.
Sky Stream risolve queste problematiche grazie alla collaborazione con i partner di Sky: la chiave di tutto sono i metadati, cioè le informazioni fornite dai servizi che consentono di integrare tutti i contenuti all’interno del sistema operativo del piccolo box. É sufficiente eseguire una ricerca per notare una differenza evidente rispetto a qualsiasi altra piattaforma concorrente: i risultati includono tutti i servizi presenti su Sky Stream.
Se un contenuto è presente su più app, nell’interfaccia viene segnalato in modo chiaro e sta poi all’utente decidere quale usare, ovviamente anche in base agli abbonamenti sottoscritti. Lo stesso approccio viene ripreso per i contenuti consigliati in base ai gusti dell’utente o per scelte editoriali: sono tutti perfettamente integrati nell’interfaccia. Nei casi in cui serve poi un’integrazione ai metadati forniti da terzi, ecco che subentra la mano di Sky per sopperire ad eventuali lacune o per ottimizzare alcuni aspetti.
Oltre ai canali Sky e alle app dei partner sono presenti anche i canali trasmessi in streaming dalle principali emittenti, come quelli Rai, Mediaset, La7 e il gruppo Warner Bros. Discovery. Mancano molte delle proposte locali perché semplicemente una versione streaming spesso non c’è. Ecco perché Sky ha inserito il sintonizzatore DVB-T2: in questo modo si può eventualmente sopperire collegando l’antenna terrestre.
La qualità dei canali in streaming è buona e lo “zapping” (il passaggio da un canale all’altro) è piuttosto rapido, anche se a volte si nota che la qualità video non parte immediatamente al massimo. Da notare che su tutti i canali in streaming c’è la possibilità di far ripartire le trasmissioni dall’inizio. Non vale solo per quelli Sky ma per tutti, anche gli editori terzi che abbiamo già nominato.
Si possono anche effettuare registrazioni che però non sono uguali a quelle degli Sky Q via satellite: qui infatti non c’è nessun hard disk o memoria integrata, tutto passa tramite il cloud. Questo cambiamento comporta alcune conseguenze: l’utente non si deve più preoccupare di avere spazio libero ma c’è una scadenza. Quello che si registra rimane a disposizione per 28 giorni, poi si perde a meno che il contenuto non finisca nel catalogo di uno dei servizi partner. In quel caso Sky Stream ne propone l’accesso diretto.
Ci sono poi le playlist che fanno le veci degli account che troviamo sui servizi streaming: se ne possono creare fino a cinque e in ciascuna si inseriscono i contenuti preferiti. Anche qui è tutto all’insegna della facilità: basta premere il pulsante “+” sul telecomando, che è anche dotato di microfono per le ricerche vocali. Nelle playlist si possono inserire tutti i contenuti, anche un programma TV.
Sky Stream prende tutto il lavoro fatto da Sky per i suoi TV e lo propone in una nuova veste, più versatile e priva dei limiti che troviamo sugli Sky Glass. Per godere dei benefici apportati da interfaccia e integrazione non si deve più acquistare un intero televisore e questo è un vantaggio consistente. Gli Sky Glass non sono mai stati prodotti per utenti esigenti ma non è quello l’unico limite: sono disponibili solo tre misure, sicuramente le più gettonate ma che non possono andare bene a tutti.
Ci sono poi compromessi nella dotazione: pensiamo a chi è anche un appassionato di videogiochi, difficilmente un prodotto che arriva al massimo a 60 Hz, come gli Sky Glass, potrà soddisfare le esigenze video-ludiche dei giocatori più accaniti. Con Sky Stream l’utente sceglie lo schermo da utilizzare, lo può cambiare quando vuole e può anche optare per soluzioni diverse, ad esempio un monitor o un proiettore, basta che sia presente un ingresso HDMI.
Anche il prezzo è un punto a favore: si paga l’attivazione (al momento sono 19 euro in promozione) e poi l’abbonamento ai pacchetti Sky sottoscritti. Il listino è esattamente quello della pay TV satellitare perché l’offerta la replica perfettamente, compresi i contenuti in 4K che qui, a differenza di Sky Q senza parabola, è supportato. Sky Stream può quindi essere una valida soluzione per chi è interessato ai programmi Sky ma vuole anche un prodotto aperto allo streaming, semplice da usare e versatile.
Ovviamente l’interesse per la pay TV di Sky è un requisito fondamentale: per il semplice accesso allo streaming ci sono tanti prodotti molto validi, dall’economica Fire TV alla più prestante e costosa Apple TV, passando poi per Chromecast con Google TV o set-top box evoluti come NVIDIA Shield TV. In tutti questi casi manca però non solo l’offerta Sky (c’è NOW ma non è esattamente la stessa cosa) ma soprattutto l’integrazione con i servizi terzi, molto più abbozzata e non al livello della proposta Sky.
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