Sony ha recentemente introdotto sul mercato i nuovi TV Bravia 9, una serie che apparentemente presenta molte analogie con la precedente X95L ma che in realtà integra importanti novità. Entrambe i modelli sono LCD con Mini LED, una tecnologia che abbiamo sviscerato in questo speciale. C’è però una differenza molto importante: i Bravia 9 adottano una variante realizzata direttamente da Sony che innalza notevolmente l’asticella delle prestazioni.
La retroilluminazione Mini LED utilizzata sui Bravia 9 è frutto dei lavori svolti da Sony per apportare alcune importanti ottimizzazioni. A cambiare è soprattutto la dimensione dei circuiti di controllo che pilotano i piccolissimi diodi: il marchio giapponese è riuscito a miniaturizzarli rendendoli più piccoli di un chicco di riso. Questo cambiamento comporta varie conseguenze: si possono integrare molti più Mini LED e li si può gestire con una precisione sensibilmente più alta.
In pratica la nuova tecnologia consente di distribuire meglio la luce su tutto lo schermo, merito del numero più alto di LED. A questo vantaggio si lega poi la capacità di suddividere i Mini LED in vari gruppi indipendenti da pilotare singolarmente. La gestione a gruppi è chiamata local dimming e consente di ottenere un contrasto più alto, dato che nelle zone nere i diodi si spengono mentre rimangono accesi dove la luminosità è più alta.
La miniaturizzazione dei circuiti di controllo ha portato ad aumentare notevolmente anche il numero di zone indipendenti, permettendo così ai Bravia 9 di migliorare notevolmente l’efficacia del local dimming. C’è infine un’efficienza più elevata che si traduce in un picco di luminosità più nettamente più alto, tanto alto da portare i Bravia 9 ai vertici sotto questo punto di vista.
Per dare un’idea del divario che intercorre tra Bravia 9 e X95L, è sufficiente leggere i dati dichiarati da Sony: la nuova serie ha una luminosità più alta del 50%, un’efficienza superiore del 20% e può contare su un numero di zone indipendenti 3 volte più alto. Come vedremo nel prossimo capitolo le dichiarazioni corrispondono effettivamente alle prestazioni reali.
Rompiamo subito gli indugi: Bravia 9 riesce ad esprimere prestazioni di assoluto rilievo in HDR, forte di una luminosità massima che è la più alta tra i prodotti che abbiamo provato di recente. Parliamo di 2.900 – 3.000 nit, un valore molto alto anche se confrontato con i migliori televisori in commercio. Gli OLED G4 di LG, prodotti di fascia alta del 2024, si fermano a circa 1.500 mentre i QD-OLED Samsung S95D, sempre modelli di fascia alta, oltrepassano i 1.600 nit.
Il divario è quindi molto ampio e non viene colmato nemmeno da molti LCD Mini LED, anche se in questo segmento c’è chi promette prestazioni pari o anche superiori. Si può quindi facilmente capire perché i contenuti in HDR rendono così bene sul Bravia 9: l’impatto è molto forte perché i picchi, in alcune scene, raggiungono livelli molto alti e fanno risaltare i dettagli luminosi in un modo che semplicemente non è replicabile da quasi nessun altro TV. Probabilmente solo Hisense U8N potrebbe far meglio (non lo abbiamo ancora provato).
Dobbiamo poi sottolineare come anche la gestione delle scene più scure sia convincente: il TV non cerca a tutti i costi di privilegiare il nero, un comportamento che purtroppo si riscontra non raramente tra gli LCD con local dimming ma che ha delle pesanti ripercussioni. Privilegiare il nero vuol dire ottenere un contrasto percepito più alto ma comporta importanti compromessi.
Dare sempre la priorità al nero significa scurire alcuni particolari luminosi circondati da zone buie. Per quanto il numero delle zone possa essere alto, non sono mai tante quanto i pixel: per dare un’idea dei numeri, su Bravia 9 troviamo 1.920 zone sul 75″ e 2.808 zone sull’85”, i due tagli disponibili. I pixel su schermo sono però 3840 x 2160, cioè oltre 8 milioni in totale. In molti casi si deve perciò scegliere se privilegiare il nero o se scegliere un approccio più bilanciato.
Sony ha optato per questa seconda opzione: se ci sono particolari luminosi lo schermo non attenua completamente la retroilluminazione ma la modula, preservando i dettagli luminosi che possono così sfruttare l’alta luminosità per spiccare grazie al contrasto con le parti scure. Bravia 9 migliora anche sul versante del cosiddetto “blooming“, gli aloni che si generano intorno ad elementi luminosi circondati dal nero. Rispetto a X95L gli aloni sono più rari e meno visibili: Sony non è riuscita ad eliminarli del tutto ma i passi avanti sono innegabili.
Il quadro che abbiamo tratteggiato dovrebbe già rendere chiaro verso quale prodotto pende la bilancia: X95L si ferma a circa 1.700 nit come picco di luminosità e ha una retroilluminazione meno sofisticata che non consente di pareggiare le prestazioni del nuovo modello. Bravia 9 conferma pertanto le dichiarazioni di Sony e certifica la bontà della nuova tecnologia Mini LED.
All’ottima qualità video si aggiunge poi l’elaborazione del segnale e la gestione della Smart TV. La piattaforma è sempre Google TV ma cambia il chip: sui Bravia 9 troviamo il SoC MediaTek Pentonic 1000, il più evoluto disponibile al momento tra quelli realizzati per i televisori. Si tratta dello stesso componente che Sony integra anche sul QD-OLED A95L, qui ulteriormente affinato grazie all’esperienza e agli aggiornamenti introdotti nel corso del tempo.
La gestione delle immagini in movimento e le varie ottimizzazioni che si possono applicare ai contenuti (a qualsiasi risoluzione) sono le migliori possibili: Sony da questo punto di vista è leader del mercato da ormai diversi anni e quello confezionato per Bravia 9 è il suo pacchetto più completo e prestante. Non è però tutto perfetto: il prezzo da pagare è più alto delle media e bisogna tenere in considerazione che l’angolo di visione non è ampissimo.
Per il resto Bravia 9 è un ottimo prodotto, nettamente migliore della serie lanciata nel 2023 e sicuramente capace di assicurare un’ottima esperienza. Il nero e il contrasto non sono quelli di un OLED ma la distanza si è accorciata non poco. Il pregio maggiore sono gli altissimi picchi di luminosità che garantiscono un impatto praticamente senza eguali con i contenuti in HDR.
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