Il 4 settembre 1998, data di nascita di Google, in pochi potevano sospettare che la compagnia fondata da Larry Page e Sergey Brinn potesse arrivare a rivoluzionare il modo nel quale vengono fruite le informazioni. Dai cellulari e smartphone Google agli smart speaker Google, sono tanti i prodotti che oggi permettono di ricercare, creare e condividere contenuti. In questo contesto rientrano i lettori multimediali dell’azienda di Menlo Park, che difatti rappresentano uno degli standard in fatto di trasmissione di audio e video via wireless. Grazie alla linea di device Google Chromecast, infatti, è semplice effettuare lo streaming di filmati, canzoni e immagini da device mobile a televisori smart. Il tutto con la pressione di un tasto, per una user experience intuitiva e soddisfacente. L’entrata nel settore della società americana è da far risalire al 2013. In quel periodo, Google era impegnata a sondare il mercato alla ricerca di nuove opportunità. Alcune, come Google Glass e Google Shoes, non hanno incontrato il favore del pubblico. Altre, come appunto Chromecast, hanno saputo attirare l’attenzione del mercato. La prima generazione di dispositivi proponeva da subito le caratteristiche tipiche che avrebbero portato al successo del device. Tra questi, la facilità di utilizzo: per impiegare i lettori multimediali Google, in particolare, sono necessari esclusivamente una porta HDMI per la connessione al televisore e un caricabatterie USB per l'alimentazione. L’apparecchio poteva contare su un SoC Marvell Armada 1500 Mini, con 512 MB di RAM e 2 GB di storage interno. Tralasciando le specifiche, fin da subito è stato determinante il supporto ad alcune app che già facevano parte dell'ecosistema Google, prima tra tutte Youtube. La semplicità di trasmissione da un device all'altro ha portato a rendere i contenuti multimediali ancora più fluidi e di facile fruizione. Nel corso del tempo, la gamma di lettori della compagnia si è andata a espandere, seguendo l’evoluzione di televisori e smart TV. Nel 2016 giungeva sul mercato Chromecast Ultra, capace dello streaming alla risoluzione 4K Ultra HD con supporto a diversi formati di High Dynamic Range, in particolare HDR10 e Dolby Vision. Aumentava la memoria RAM, 1 GB, a cui si aggiungeva un modulo Wi-Fi 5. Fino ad arrivare al 2018, con la messa in commercio del Chromecast di terza generazione, in grado però solo di streaming in HD. Il 2020 segna invece l’uscita di Chromecast con Google TV. Si trattava di un’evoluzione del concept iniziale, visto che al lettore multimediale veniva aggiunto un telecomando, elemento mai previsto fino ad allora negli altri esponenti della gamma. Dotata di un’interfaccia grafica simile a quella vista sulle smart TV Android, questa soluzione andava a rimpiazzare gradualmente gli altri esponenti della linea, per un’offerta molto più snella delle precedenti. Oggi, pertanto, parlare di lettori multimediali Google vuol dire soprattutto fare riferimento a un elemento del grande ecosistema di device e servizi dalla casa statunitense. Una parte di un insieme più grande, incentrata sul modo nel quale le persone possono godere di video, audio, immagini e altre tipologie di contenuti nella maniera più intuitiva possibile.