La febbre dengue è un’infezione che viene veicolata da vettori come le zanzare del genere Aedes, che normalmente non sono presenti all’interno del nostro paese e dell’Europa intera. I casi di dengue stanno, invece, aumentando esponenzialmente in paesi della fascia tropicale e subtropicale, come il Brasile e alcune zone di Africa e Asia. Con sintomi come febbre alta, dolori gastrointestinali, mal di testa e stanchezza, la dengue viene trattata a livello sintomatico e deve essere prevenuta con strategie ben precise.
In questo articolo cercheremo di comprendere meglio le caratteristiche di questa infezione virale, analizzandone sintomi e fattori di contagio.
Cerchiamo di rispondere alle domande più frequenti sulla febbre dengue:
La febbre dengue è una malattia causata da 4 virus a RNA molto simili tra loro, chiamati Den-1, Den-2, Den-3, Den-4. Questi virus appartenenti alla famiglia delle Flaviviridae vengono trasmessi attraverso una puntura di zanzara, che però deve aver punto in precedenza una persona già infetta.
La zanzara incriminata di diffondere il contagio è quella del genere Aedes e, nello specifico, Aedes aegypti. Questa tipologia di zanzara non è presente nel nostro continente, ma solo nei paesi tropicali e subtropiacali e per questo le infezioni presenti sul nostro territorio derivano da casi di importazione.
La dengue non può essere veicolata tra gli esseri umani, anche se l’uomo rimane l’ospite preferenziale di questo tipo di virus. Il patogeno circola nel sangue del soggetto infetto dai 2 ai 7 giorni ed è proprio in questo periodo che la zanzara può prelevarlo dal sangue tramite la sua puntura e infettare altri individui.
La dengue è conosciuta da tantissimo tempo, ed è particolarmente presente durante e dopo la stagione delle piogge nelle zone tropicali e subtropicali. Negli ultimi decenni, la diffusione di questa malattia infettiva veicolata dalle zanzare è aumentata in regioni tropicali, come il Brasile e alcune regioni dell’Africa e dell’Asia. Nelle regioni dell’emisfero nord, come in Europa, si manifesta soprattutto come tipo di malattia d’importazione, il cui aumento è dovuto all’aumentata frequenza di spostamenti di merci e di persone per lavoro o turismo.
La dengue presenta nei sintomi inizialmente sovrapponibili a quelli di una comune influenza, ma che possono evolvere in febbre molto alta, mal di testa con sensazione di dolore intorno agli occhi e forti fastidi muscolari e articolari. Queste caratteristiche le hanno conferito anche il nome di “malattia spaccaossa“. A questi sintomi possono aggiungersi anche arrossamenti cutanei, malessere e astenia, dolori addominali e vomito.
Solo in alcuni casi, la patologia può evolversi in febbre emorragica, con emorragie gravi da diverse parti del corpo che possono causare veri e propri collassi e, in casi rari la morte.
Non esiste un trattamento farmacologico specifico per curare l’infezione da dengue, e nella maggior parte dei casi le persone guariscono completamente in due settimane. Si mettono in atto strategie che vanno a trattare i sintomi della patologia, come l’utilizzo di antipiretici per abbassare la febbre alta e di liquidi e integratori di sali minerali per combattere la disidratazione.
Per combattere questo tipo di infezioni sono importantissime la prevenzione e la profilassi.
Per quanto riguarda la profilassi vaccinale da effettuare nel caso si visitino zone a rischio per lavoro o per piacere, a febbraio 2023, l’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA), ha autorizzato l’utilizzo e la commercializzazione del vaccino Qdenga (Takeda). Si tratta di un vaccino tetravalente vivo attenuato per la prevenzione della malattia da Dengue causata da uno qualsiasi dei quattro sierotipi del virus. Il vaccino, che ha ricevuto anche l’approvazione da parte dell’EMA (European Medicines Agency) a dicembre 2022, può essere somministrato in tutti i soggetti che abbiano compiuto i 4 anni di età. Il protocollo di vaccinazione prevede due dosi, somministrate ad almeno tre mesi di distanza l’una dall’altra.
Esiste anche un secondo vaccino, chiamato Dengvaxia (Sanofi Pasteur) e che non è presente in commercio in Italia, che è indicato per tutti i soggetti residenti in aree dove la malattia è endemica o che abbiano avuto un’infezione precedente da Dengue.
Prevenire il contatto e la puntura di queste zanzare rimane la principale strategia per evitare il contagio virale. Per questo motivo risulta fondamentale l’utilizzo di spray repellenti, vestiti protettivi, ma anche zanzariere e tende per tenere lontane le zanzare durante la notte. Si ricorda che le zanzare possono essere particolarmente attive all’alba e durante le prime ore del giorno e per questo motivo si richiede di intensificare le strategie di protezione.
A quanto pare, non tutti i repellenti sono efficaci contro la zanzara Aedes aegypti. Secondo alcune ricerche condotte presso la New Mexico State University di Las Cruces, i prodotti repellenti a base di dietiltoluamide (DEET) o olio di eucalipto e limone, contengono un ingrediente noto come PMD, più efficace nel respingere la zanzara Aedes aegypti, che porta Zika, la chikungunya, la febbre gialla e la dengue. I dati raccolti, suggeriscono anche che i dispositivi indossabili (bracciali), pubblicizzati come repellenti per zanzare, dovrebbero essere per lo più evitati.
Sono da consigliare, quindi, spray come Alontan Extreme Spray 75ml o Autan Defense Extreme Protection Spray Anti-Zanzare a base di DEET al 50%, da applicare più volte al giorno sulla pelle di soggetti al di sopra di 12 anni di età. Per i bambini sono disponibili formulazioni più delicate a base di olio di eucalipto, come Autan Defense Origine Vegetale Spray.
Ovviamente, bisogna prestare attenzione a non sostare vicino a zone con acqua ristagnante o a lasciare porte e finestre delle camere da letto aperte. Ogni comportamento che tenga alla larga le zanzare è utile per prevenire l’eventuale contagio di dengue, nelle zone a rischio.
Fonti bibliografiche:
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