Il microbiota intestinale rappresenta la comunità di batteri, funghi, virus e lieviti che prolifera a livello del nostro apparato digerente e vive in equilibrio con il corpo. Questi microrganismi esplicano differenti funzioni: contrastano i patogeni, favoriscono la digestione degli alimenti e prevengono l’insorgere di alcune patologie come quelle metaboliche, quelle cardiovascolari, quelle neurodegenerative e i tumori. A causa di una dieta non equilibrata, un intenso stress o l’assunzione di alcuni farmaci, la flora intestinale potrebbe alterarsi creando uno stato di disbiosi. In tali circostanze, oltre che modificare il proprio stile di vita, si potrebbero assumere degli integratori per supportare il microbiota intestinale. Si possono scegliere prodotti a base di probiotici, microrganismi vivi e vitali, oppure formulati che contengono prebiotici, sostanze indigeribili che nutrono e rinforzano le specie che colonizzano l’intestino.
Impariamo a conoscere meglio il microbiota intestinale, quali sono le sue funzioni, perché è importante mantenerlo in salute e quali integratori scegliere per supportarlo e rinforzarlo.
Il microbiota intestinale è costituito da oltre 500 tipi di microrganismi, tra cui si possono citare batteri, funghi, lieviti e virus, che svolgono differenti funzioni fondamentali per il benessere dell’organismo. Nello specifico:
I microrganismi che esplicano un’azione positiva per il corpo e quelli potenzialmente patogeni, normalmente, all’interno del microbiota intestinale si trovano in una situazione di equilibrio definita eubiosi. Quando questa stabilità si altera subentra la disbiosi. Sono differenti i fattori che possono determinare tale circostanza, in prima istanza si parla di una dieta non varia in cui si abusa di alimenti molto processati o particolarmente ricchi di zuccheri. Uno stile alimentare che si prende cura dei microrganismi che abitano l’intestino, invece, prevede un consumo quotidiano di frutta e verdura di stagione, a cui si dovrebbero affiancare legumi e cereali non raffinati. Anche l’attività fisica può migliorare la composizione del microbiota intestinale, ciò viene affermato da alcuni studi scientifici, tra cui uno pubblicato su BioMed Center nel 2023, condotto da un gruppo di ricercatori dell’Università di Parma.
Altri fattori che potrebbero danneggiare il microbiota intestinale sono costituiti da stress, fumo di sigaretta, alcol e terapie farmacologiche protratte, in particolare quelle a base di cortisone, antibiotici e inibitori della pompa protonica.
Un’alterazione del microbiota intestinale può portare a differenti sintomi, si parla di difficoltà a digerire, gonfiore addominale e diarrea. In tali circostanze si altera la permeabilità intestinale: le tossine penetrano più facilmente nella mucosa, ciò potrebbe favorire lo sviluppo di un’infiammazione sistemica.
L’intestino è anche definito il secondo cervello in quanto c’è una stretta correlazione nervosa tra questi due distretti, una disbiosi intestinale, infatti, può influire anche sull’umore, favorendo ansia, depressione e altre alterazioni emotive.
Un test del microbiota intestinale consente di valutare la quantità e la tipologia dei microrganismi che proliferano nell’intestino. Per effettuarlo occorre portare in un laboratorio specializzato un campione di feci, che verranno sequenziate per individuare il materiale genetico delle varie specie e identificarle.
L’analisi del microbiota intestinale solitamente si effettua quando si hanno dei sintomi o qualora si vogliano prevenire patologie il cui esordio può essere accompagnato da una disbiosi. Infatti, sono differenti studi quali “Mechanisms and consequences of intestinal dysbiosis“ pubblicato nel 2017 su CMLS, che hanno indagato sulla relazione che intercorre tra la composizione del microbiota e lo sviluppo di differenti tipi di patologie.
Per risolvere uno stato di disbiosi bisognerebbe intervenire su differenti fronti: modificare la dieta, eliminare lo stress e fare più attività fisica, oltre a ciò si potrebbero assumere integratori a base di probiotici che, come dimostrato da differenti studi, ad esempio uno pubblicato sulla rivista AJHP nel 2010 a cura della dott.ssa Williams, possono supportare il microbiota intestinale.
I probiotici sono delle formulazioni a base di microrganismi vivi e vitali altamente selezionati, di norma sono ben tollerati, solo in alcuni casi potrebbero dare gonfiore e flatulenza. Qualora si abbiano dei dubbi circa la natura del disturbo o si soffra di un’importante riduzione delle difese immunitarie si consiglia di chiedere un parere medico prima di assumere tali integratori.
Affinché i probiotici arrivino vivi a livello intestinale devono essere somministrati in una quantità adeguata, almeno un miliardo al giorno, che corrisponde a 109 UFC (Unità Formanti Colonia).
I probiotici più diffusi sono quelli a base di Lattobacilli, tra questi si può citare il Lactobacillus Rhamnosus, contenuto in Alchimia Benoit Lactobacillus Rhamnosus, che aderisce alla mucosa intestinale e migliora le problematiche digestive. Si usano anche i Bifidobatteri, come quelli presenti in Alchimia Benoit Bifidobacterium, che si trovano nel microbiota intestinale fin dalla nascita e ci proteggono dalla proliferazione di microrganismi patogeni. Spesso in commercio si trovano integratori costituiti da un mix di probiotici a cui vengono associate vitamine e sali minerali. Si possono scegliere quelli in flaconcini come:
Chi preferisce capsule e compresse può acquistare:
Chi preferisce una forma farmaceutica in polvere da dissolvere in acqua può assumere Ferring VSL3, a base di otto ceppi differenti di batteri vivi altamente selezionati, oppure Omeopiacenza Gliadines le cui monodosi possono anche essere fatte sciogliere sotto la lingua.
In commercio si possono trovare, inoltre, dei prodotti definiti simbiotici che contengono sia probiotici che prebiotici, cioè delle sostanze indigeribili che favoriscono la crescita dei microrganismi a livello intestinale. Tra questi si possono citare:
Fonti:
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