Recensione Asus ROG Swift OLED PG49WCD: monitor 49 pollici per giocare

L'Asus PG49WCD è un monitor curvo OLED da ben 49 pollici che può fare la felicità dei gamer che amano grafica e puro coinvolgimento.
Di Dario d'Elia 27 Aprile 2024
ROG Swift OLED PG49WCD recensione

L’Asus ROG Swift PG49WCD è un monitor super-ultrawide curvo da ben 49 pollici, praticamente un sogno per i gamer più appassionati. L’esperienza di gioco è infatti più che mai avvolgente, sulla falsariga di quanto potrebbero offrire i concorrenti il Dell Alienware AW3423DWF, il Samsung Odissey G9 Neo, l’LG 45GR95QE-B e pochi altri. Senza dubbio non è un modello solo a vocazione videoludica, ma per il lavoro sarebbe bene volgere lo sguardo verso un segmento diverso. Il monitor LG è per l’intrattenimento e al netto di un listino di circa 1500 euro mantiene ogni promessa.

Asus ROG Swift PG49WCD con pannello QD-OLED

L’Asus ROG Swift PG49WCD sembra quasi un televisore nella resa perché di fatto monta un pannello Samsung QD-OLED curvo (1.800R) che proviene da quel segmento. Ovviamente previa applicazione di steroidi hardware poiché vanta una risoluzione di 5.120 x 1.440 pixel, supporto HDR e un valore di aggiornamento di 144 Hz. Senza contare la presenza della tecnologia di sincronizzazione adattiva AMD FreeSync Premium Pro e la compatibilità con NVIDIA G-SYNC che assicurano un tempo di risposta molto ridotto. In pratica il pannello promette resa e dinamismo. La luminosità di picco è di 1000 nits, mentre il contrasto è di 1500000:1.

Asus ROG Swift OLED PG49WCD recensione

Asus ROG Swift OLED PG49WCD

Il tema degli ingombri però non può essere sottovalutato perché la larghezza è di praticamente 120 cm (e non ci sono altoparlanti); a essere precisi il monitor con lo stand occupa 119,64 x 52,72 x 28,30 cm e il peso arriva a 17 kg. Insomma è grandicello ma comunque gode di regolazione dell’inclinazione, dell’altezza (fino a 100 mm) e della rotazione. Infine c’è il capitolo design che ovviamente è fortemente sbilanciato nei confronti dei gusti dei gamer, ma senza esagerare (una volta spento il logo di led posteriore). Sull’offerta di connettività nulla da eccepire, a livello di porte: c’è una DisplayPort 1.4, una HDMI 2.1, una USB-C che alimenta fino a 90W, due USB 3.2 e due USB 2.0, un’uscita ottica e un’uscita cuffie.

Asus ROG Swift PG49WCD, esperienza d’uso entusiasmante

Durante le sessioni di gioco il monitor si esprime al meglio grazie alla curvatura, la risoluzione, luminosità, contrasto, resa dei colori e l’ottimo antiriflesso. La certificazione DisplayHDR400 TrueBlack conferma la profondità del nero, che si rileva positivamente anche quando si guardano i film o le serie tv. Attenzione però, a tutto schermo bisognerebbe disporre di contenuti 32:9, quindi è più probabile che la maggior parte del tempo la fruizione sarà parziale con le bande nere orizzontali oppure verticali. Nei giochi di azione più dinamici si sente la mancanza dei 240Hz, ma i 144Hz sono comunque soddisfacenti e poi bisogna considerare anche i limiti imposti dalla risoluzione. Insomma, per le competizioni esports non è questo lo schermo più adatto. Per quanto riguarda altre attività, in linea di massima quelle produttive o il browsing non risentono di alcun problema, ma nella scrittura i caratteri non sono così definiti come in un monitor più tradizionale. Comoda infine la funzione ASUS Smart KVM per cambiare velocemente sorgente.

Asus ROG Swift OLED PG49WCD

Asus PG49WCD, 120 cm di larghezza

Asus ROG Swift PG49WCD: perché acquistarlo?

Pro

Contro

L’Asus ROG Swift PG49WCD potrebbe essere considerato un prodotto per pochi poiché a un listino importante abbina la specializzazione gaming. Non lo consiglieremmo a chi lo vorrebbe usare la maggior parte del tempo per attività produttive. Invece potrebbe essere un must per chi cerca un’esperienza di gioco bella e coinvolgente. Chi insomma vuole perdersi nella grafica e nei dettagli e magari alterna la riproduzione in streaming, browsing, social e mail. Insomma la postazione da casa per l’intrattenimento.

Pubblicato il 27 Aprile 2024
Dario d'Elia
Dario d'Elia

Sono nato nel 1974, esattamente nel momento in cui l'era digitale stava iniziando a varcare i confini dei laboratori per entrare nelle case. Risale proprio a quel periodo uno dei primi microcomputer: il "famoso" IMSAI 8080, che Matthew Broderick usò nel 1983 per violare il supercomputer del Norad nel film "Wargames". Ecco, sono cresciuto in quel periodo di transizione e...Leggi tutto

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