Non solo iPhone: la storia di Apple

Dal garage di Steve Jobs a una delle aziende tecnologiche più innovative al mondo, che ha dato vita a prodotti iconici come iPhone, iPad e MacBook.
Di Candido Romano Aggiornato il 9 Febbraio 2024
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Apple è una delle aziende più ricche al mondo, la prima della storia a raggiungere 3 trilioni di dollari di capitalizzazione (valore delle azioni sul mercato). Sempre attuale e al passo con i tempi, ogni anno annuncia nuovi prodotti iconici e per questo imitati da tantissimi concorrenti. Gli ultimi arrivati sono gli smartphone iPhone 15, iPhone 15 Plus, iPhone 15 Pro e iPhone 15 Pro Max, oltre ai nuovi e potentissimi MacBook Pro con processore M3. In ogni caso, gli smartphone dell’anno precedente, cioè la famiglia iPhone 14, rappresentano ancora dei dispositivi validissimi.

È noto infatti che gli smartphone Apple perdono pochissimo valore nel corso del tempo, perché vengono costruiti con cura, hanno il software iOS estremamente ottimizzato e in generale hanno una durabilità maggiore. Sono prodotti nati da un’esperienza di quasi cinquant’anni nel florido mercato dell’elettronica di consumo. I più informati sanno infatti che Apple non è solo smartphone, tablet o MacBook, c’è molto di più nella sua storia.

Apple, dalla fondazione ai giorni nostri

Molti avranno già esplorato la storia di uno dei fondatori, sicuramente il più conosciuto, Steve Jobs: sono due i film recenti dedicati all’ormai guru dell’innovazione, cioè “Jobs” del 2013 con Ashton Kutcher e “Steve Jobs” del 2015 con Michael Fassbender. Il co-fondatore di Apple è purtroppo scomparso nel 2011, lasciando un vuoto incolmabile. La storia dell’azienda è fatta sicuramente anche di miti e leggende costruite nel tempo e ha riempito letteralmente interi libri, quindi in questa sede non si ha nessuna pretesa di esaustività.

Steve Jobs and Steve Wozniak

Steve Jobs and Steve Wozniak

Apple è stata fondata l’1 aprile del 1976 da Steve Jobs e Steve Wozniak a Los Altos, California. In realtà c’era un terzo co-fondatore, Ronald Wayne, che si occupava dell’amministrazione della società. Fece però un grande errore: dopo solo due settimane vendette la propria quota del 10% per 800 dollari. Oggi quel “pezzo” di società varrebbe miliardi.

Il primo ufficio era il garage dei genitori di Jobs, entrato nell’immaginario collettivo come il luogo da cui sono partiti molti dei grandi della tecnologia. Steve Jobs e Steve Wozniak cominciarono a progettare l’Apple I, un prodotto molto rudimentale e indicato per gli hobbisti. A quel punto Jobs riuscì a prendere contatti con un negozio di computer della zona, chiamato The Byte Shop: il proprietario ne comprò 50 pezzi, ma richiese il montaggio di tutti i nuovi computer. Il curioso prezzo di vendita fu di 666,66 dollari. Fu Wozniak a progettare il tutto, è stato proprio lui a costruire a mano ogni kit. Alla fine furono costruiti 200 esemplari.

Apple_I_Computer

Apple I Computer

Jobs nel frattempo gestiva la parte più relativa al business, cercando di convincere gli investitori che il mercato dei personal computer fosse pronto per esplodere. Nel 1977 uscì l’Apple II con design sempre di Wozniak: il primo vero computer che rendeva l’informatica accessibile a tutti (o quasi), che funzionava appena tolto dalla scatola. L’Apple II fu un computer che soffrì meno delle limitazioni economiche del duo: in questo caso Wozniak ebbe più risorse a disposizione per produrre una macchina decisamente migliore. Arrivò infatti un investimento di 250.000 dollari da parte di Mike Markkula, che decise di dare fiducia nell’azienda.

La svolta avvenne nel 1979, dopo la visita degli ingegneri Apple allo Xerox PARC, un laboratorio molto famoso per le sue innovazioni tecnologiche. Qui sono stati creati il mouse, la stampante laser e rete ethernet, solo per fare qualche esempio, oltre a prototipi di interfacce grafiche per computer. Apple successivamente rilasciò Apple III nel 1980, un computer che si concentrava sull’utenza business, in competizione con IBM e Microsoft. In realtà questa macchina non portò grandi soddisfazioni, a causa di alcune scelte sbagliate in fase di progettazione. L’Apple III infatti non aveva una ventola per il raffreddamento, perché il perfezionista Steve Jobs non la riteneva elegante. La conseguenza fu che il computer ovviamente si surriscaldava con troppa facilità e molti modelli per questo furono richiamati. Non servì in ogni caso la nuova versione immessa sul mercato nel 1983, che ebbe poco successo. Ma da lì a poco tutto sarebbe cambiato.

Il futuro dei computer stava infatti nell’interazione tramite un’interfaccia grafica (GUI), similmente a come si usa oggi: prima di questo il mondo dei computer, infatti, era fatto solo di testo e comandi da digitare, per un’interazione molto più macchinosa. Niente cartelle, icone o elementi grafici. Nel 1983 uscì quindi Apple Lisa, ma era troppo innovativo e purtroppo lo scarso supporto software fece andare molto male le vendite (del resto costava quasi 10mila dollari).

Arriva il Macintosh

Steve Jobs Macintosh

Steve Jobs e Macintosh

Durante il 1983 in Apple arrivò un nuovo CEO, John Sculley, che proveniva da Pepsi Co. Nel 1984 uscì finalmente il Macintosh, una versione più economica di Lisa che cambiò per sempre la storia del personal computer. Un prodotto davvero per tutti, amato dai graphic designer grazie alla sua moderna (per l’epoca) interfaccia, anche se in bianco e nero. Nello stesso anno venne trasmessa l’iconica pubblicità al SuperBowl, appunto “1984”, che fu diretta dal regista Ridley Scott: in questo modo venne presentato al mondo il primo Macintosh.

Il Macintosh vendette bene all’inizio, ma non abbastanza per scalfire la potenza di IBM. Dopo la visita di Bill Gates a Cupertino, durante la quale Steve Jobs gli mostrò un’anteprima dell’interfaccia grafica usata da Apple, Microsoft ottenne la licenza e presentò Windows, il noto ambiente grafico per i PC IBM. Riuscì a diffondersi velocemente e molte aziende copiarono il computer dell’IBM con modelli più economici, che purtroppo sottrassero larghe fette di mercato ad Apple.

Questo portò ai primi problemi tra Jobs e Sculley, che pretendeva una supervisione più severa sui prodotti futuri, alla luce del disastro di Lisa e della delusione del Macintosh. Nel 1985 Jobs cercò di organizzare una sorta di “colpo di stato” per cacciare Sculley, ma il consiglio d’amministrazione rimosse proprio Jobs dai suoi doveri manageriali. Sì licenziò poi per fondare NeXT, azienda che produceva computer e workstation avanzate, soprattutto dove poteva avere il controllo totale. Anche Wozniak lasciò Apple durante il 1985. Ma i successivi prodotti come il PowerBook e altri fallimenti portarono Apple nel 1997 ad acquisire per 429 milioni di dollari proprio NeXT, riportando di fatto Steve Jobs in azienda.

L’obiettivo era quello di utilizzare NeXTStep, il sistema operativo usato dall’azienda appena acquisita, per sviluppare le nuove versioni di Mac OS. Il resto è storia più recente, con gli iconici prodotti che hanno fatto tornare Apple la grande società che è attualmente. Nel 1998 uscirono gli iMac, mentre nel 2000 Apple annunciò il nuovo sistema operativo Mac OS X, adatto sia agli utenti consumer che ai professionisti.

Il successivo grande progetto di Apple partì proprio nel 2001, cioè l’apertura di quei negozi fisici che al giorno d’oggi sono diventati la normalità: inizia l’epoca degli Apple Store. Arrivarono prima negli Stati Uniti, poi in Giappone e Inghilterra, poi ovunque nel mondo. Attualmente se ne contano più di 500 e nei prossimi anni l’azienda ne aprirà molti altri. Si tratta di spazi piuttosto iconici nel design, che vedono dei grandi tavoli di legno sui quali sono adagiati i prodotti, mostrati alla clientela dai dipendenti Apple di vario grado. L’Apple Store diventa quindi anche un luogo di incontro, infatti in alcuni si svolgono corsi per utilizzare al meglio i prodotti e molto altro. Alcune aziende come ad esempio Xiaomi hanno preso gli Apple Store come modello, infatti molti negozi in Italia sono molto simili nel design e come esperienza d’acquisto.

iPod, iPhone e MacBook: la rivoluzione Apple

Sempre nel 2001 grazie alla casa di Cupertino partì un’altra grande rivoluzione, questa volta in campo musicale. Steve Jobs infatti presentò l’iPod, un prodotto conosciuto in tutto il mondo e che di fatto ha sostituito i walkman. Si trattava di un lettore di musica digitale portatile, dotato di un piccolo disco rigido interno da 5 GB, che per l’epoca erano comunque tantissimi.

Iniziò quindi l’epoca della musica digitale, con gli utenti che si abituarono sempre di più ad avere un quantitativo di musica sempre maggiore durante i propri spostamenti. Nel 2004 arrivò invece l’iPod Mini, che riscontrò un grandissimo successo di vendite, tanto che l’azienda non riuscì a produrne abbastanza pezzi per rispondere alle esigenze del mercato. L’iPod Shuffle venne invece introdotto nel 2005, cioè una versione ancora più piccola e senza schermo del noto lettore musicale, venduto a un prezzo anche più economico dei fratelli maggiori. Nel 2010 invece fu la volta di iPod Nano e Touch, ma ufficialmente l’era degli iPod finisce nel 2017, sostituito dal melafonino, che praticamente ora ingloba le sue funzioni di lettore musicale.

iPod Shuffle Family

iPod Shuffle Family

Il MacBook è stato invece introdotto nel 2006 e da allora Apple ha presentato sempre nuovi modelli più potenti e sottili, tra cui il MacBook Air nel 2008, in quell’anno il computer portatile più sottile al mondo. Il grande cavallo di battaglia dell’azienda è però iPhone, che viene presentato per la prima volta nel 2007, insieme tra l’altro alla Apple TV, la periferica che permette di vedere contenuti multimediali sulla TV di casa. L’App Store è stato introdotto nel 2008, ma ci sono stati anche iPad nel 2010 e Apple Watch nel 2015.

In ogni caso la vera novità che introdusse il primo iPhone era l’assenza di pulsanti fisici a schermo, a parte il tasto Home. In particolare il primo iPhone era un GSM EDGE quad-band, ma con le versioni successive arriva la migliore tecnologia UMTS, HSDPA e successivamente 4G LTE. Era praticamente un piccolo schermo multi-touch, sul quale far comparire una tastiera virtuale per digitare messaggi ed SMS.

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iPhone di prima generazione

Oggi sembra una novità da poco, ma fino a 15 anni fa era una rivoluzione. Gli utenti dovevano infatti abituarsi a non digitare più su una tastiera fisica, che nel tempo è di fatto quasi sparita dai telefoni cellulari. Da allora Apple ha lanciato ogni anno nuovi modelli di iPhone, migliorandone le caratteristiche, il design, le fotocamere e soprattutto ingrandendo sempre di più gli schermi. iPhone è diventato nel tempo un prodotto iconico e quello che garantisce i maggiori introiti per Apple, anche se negli ultimi anni il mercato smartphone è andato sempre di più saturandosi. Per questo la casa di Cupertino ha puntato molto anche sui servizi.

La mela morsicata offre diversi servizi per trovare nuove fonti di introito, si veda Apple Music o Apple TV+, ma probabilmente si lancerà anch’essa nel mercato degli smartphone flessibili, proprio come hanno fatto Samsung e OnePlus. Di certo la morte di Steve Jobs avvenuta nel 2011 e la venuta del nuovo CEO Tim Cook hanno cambiato la società, che da allora ha introdotto probabilmente dei cambiamenti abbastanza importanti nel design dei suoi prodotti: si veda la Dynamic Island dei recenti smartphone, il notch sui MacBook, oppure l’Apple Pencil degli iPad Pro.

Apple oggi rimane una delle società più forti al mondo, con centinaia di miliardi di introiti e gode ancora di ottima salute, grazie alla vendita dei nuovi iPhone e di prodotti dal grande successo come le AirPods o Apple Watch. Continua a dettare la strada dell’innovazione e il visore Apple Vision Pro ne è una prova: un concentrato di tecnologia avanzata per il visore di realtà mista della casa di Cupertino.

Da non dimenticare i suoi servizi sempre più pervasivi, a cui negli ultimi anni si sono aggiunti Apple Arcade, Apple Fitness+ e Apple Music. Si prospetta quindi un futuro radioso per la creatura di Steve JobsSteve Wozniak.

Steve Jobs

Steve Jobs

Pubblicato il 9 Febbraio 2024
Candido Romano
Candido Romano

Giornalista e copywriter con una grande passione per tutto ciò che è tecnologia e intrattenimento, soprattutto smartphone, tablet e videogiochi, di cui scrive dal 2005. Una passione che porta avanti fin da bambino, quando nella sua stanza entrò il Commodore 64: una folgorazione, che aprì un universo di possibilità.

Classe 1983, fa parte di quella generazione che ricorda un mondo...Leggi tutto

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