Alessi oggi rappresenta il design italiano nel mondo, ma in realtà nasce come fonderia.
Dopo poco più di un secolo dalla fondazione del marchio, ripercorriamo la storia di un brand affascinante e ricca di innovazione, che anno dopo anno ha saputo adeguarsi alle nuove sfide del mondo in continuo cambiamento. Grazie alla collaborazione con designer di spicco italiani e internazionali (Achille Castiglioni e Philippe Starck tanto per citarne un paio), Alessi ha saputo creare alcuni oggetti della nostra quotidianità che sono diventati delle vere e proprie icone: fruttiere, caffettiere, posate, bollitori e pentole Alessi si sono trasformati in oggetti d’arte.
Ma andiamo con ordine e ripercorriamo, dal 1921 ad oggi, la storia di uno dei marchi di design italiani più famosi al mondo.
Siamo nel 1921, a Omegna, un piccolo paese vicino al Lago d’Orta, Piemonte. Siamo in una terra dove la lavorazione artigianale del legno e del metallo ha una lunga tradizione, e non è un caso che Alessi nasca come laboratorio metallurgico, compreso di fonderia, nello specifico “Officina per la lavorazione della lastra d’ottone e d’alpacca, con fonderia”. Il nome originario era FAO, che stava per Fratelli Alessi Omegna: a fondarla furono infatti Giovanni Alessi e suo fratello, che inizialmente realizzano prodotti in rame, ottone e alpacca, nichelati, cromati o argentati, ispirandosi alle produzioni austriache e inglesi.
Fin da subito la produzione Alessi si fa conoscere per la qualità dei dettagli e delle finiture, diventando ben presto sinonimo di lavoro artigianale di alto livello. Giovanni Alessi non accettava infatti una produzione mediocre, era letteralmente un fanatico della cura dei dettagli e andava in cerca della perfezione.
L’azienda inizia a crescere rapidamente e, negli anni Trenta del Novecento, il numero di operai impiegati in fabbrica aumenta e si sviluppa un’attiva rete commerciale. Questo avviene anche grazie all’apporto di Carlo Alessi, il primogenito di Giovanni, che inizia a disegnare la gran parte degli oggetti che vengono poi prodotti in azienda: fin da subito emerge la grande creatività e originalità di Giovanni, che diventerà poi il tratto distintivo di Alessi.
Nel frattempo, le condizioni politiche e storiche irrompono con grande violenza anche nella storia dell’azienda Alessi: durante gli anni della Seconda Guerra Mondiale anche Alessi, come molte altre aziende del settore metallurgico, viene impiegata per la produzione di materiali bellici, soprattutto armi.
Dovremo aspettare il dopoguerra per poter finalmente assistere a quel processo di trasformazione che porterà Alessi da piccola manifattura artigianale ad importante realtà industriale. Ma soprattutto, sarà la guida di Carlo Alessi, a partire dal 1945, a indirizzare l’azienda verso la dimensione del design che non ha mai più abbandonato. Alessi si inserisce così nel processo di grande innovazione e fermento creativo che ha coinvolto molte aziende negli anni Cinquanta e Sessanta, diventando parte fondamentale nello scenario del nascente design italiano.
Si abbandona progressivamente l’uso dei metalli morbidi a favore dell’acciaio inossidabile, si cambia nome (l’azienda diventa ALFRA, che stava per Alessi Fratelli), ci si concentra sulla produzione di oggetti per uso professionale rivolgendosi quindi ad alberghi, ristoranti e attività commerciali. Sotto la guida di Carlo ed Ernesto, la nuova generazione di fratelli Alessi, inizia a prender forma l’identità creativa del brand.
Proprio sotto la guida di Carlo ed Ettore, Alessi si apre alla collaborazione con i primi designer esterni. Sono infatti degli anni Settanta i progetti firmati da Achille Castiglioni, Ettore Sottsass, Richard Sapper e persino Salvador Dalì, coinvolto in uno dei tanti progetti di design portati avanti dall’azienda. L’intento dichiarato da Alberto Alessi, nipote del fondatore, era proprio quello di realizzare oggetti di uso quotidiano che non fossero soltanto funzionali ma anche esteticamente belli, originali, innovativi, in modo da soddisfare il bisogno delle persone di arte e bellezza, anche nelle attività di tutti i giorni. L’azienda inizia così a trasformarsi e diventa una delle più importanti Fabbriche del Design Italiano, come immaginato da Alberto.
Negli anni Ottanta proseguono le collaborazioni con i grandi nomi del design italiano e internazionale tra cui Alessandro Mendini, Aldo Rossi e Michael Graves. Non solo. Per rafforzare ulteriormente la propria identità creativa e guardare al futuro del design, negli anni Novanta nasce il Centro Studi Alessi: qui la ricerca Alessi prende nuove strade e si apre a nuovi linguaggi, si cercano materiali mai utilizzati prima di allora ed entrano nel progetto tanti nuovi artisti e designer. Tutto ciò confluisce nel 1998 all’interno del Museo Alessi. Dagli anni Duemila, Alessi si apre anche a collaborazioni con aziende di settori molto lontani dal proprio, dando vita a sperimentazioni sempre più innovative e originali.
Nel 2021, l’azienda ha celebrato il suo centenario: tutto quello che ha costruito durante questi 100 anni continua a crescere e svilupparsi ogni giorno, non solo vincendo importanti premi di design ma soprattutto portando originalità, innovazione, colore e un tocco di magia nelle case di tantissime persone.
E adesso scopriamo alcuni degli oggetti creati da Alessi che hanno saputo entrare letteralmente nella storia del design italiano come pezzi di arte e creatività.
Lo spremiagrumi Juicy Salif è stato progettato da Philippe Starck nel 1990, si narra che lo abbia disegnato su una tovaglietta in pizzeria durante un suo viaggio in Italia. Il design rivoluzionario permette al succo d’arancia di entrare direttamente nel bicchiere quando si spreme l’agrume, posizionandolo sotto. Realizzato in fusione d’alluminio, è esposto in numerosi musei in giro per il mondo.
Bollitore 9093 nasce nel 1985 dal genio di Michael Graves il bollitore caratterizzato dal fischietto a forma di uccellino: ancora oggi è uno degli oggetti di Alessi più venduti e amati, diventato così famoso perché quando l’acqua bolle l’uccellino canta. Un oggetto non solo artistico e funzionale ma anche divertente, capace di far sorridere.
Con Caffettiera La Conica Aldo Rossi, nel 1983, ha toccato una questione molto importante per noi italiani: il caffè. Progettando una caffettiera dalle forme inusuali, con le sue linee geometriche e il suo coperchio a cono, ha tuttavia saputo dar vita a un oggetto ricercato ma anche funzionale, che rendesse il rito del caffè ancora più piacevole.
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