La massima definizione per lavoro e tempo libero: guida ai migliori monitor 4K

Dopo anni di costante crescita nel campo delle Smart TV, gli schermi a risoluzione 4K hanno assunto un’importanza rilevante anche tra i monitor PC. Inizialmente, i monitor 4K venivano considerati solo per l’intrattenimento multimediale, grazie alla maggiore definizione rispetto ai modelli HD e Full HD. Oggi, invece, diventa sempre più importante l’utilizzo di un monitor 4K in diversi ambiti, tra lavoro d’ufficio, progetti grafici e gaming. La seguente guida, dunque, prende in considerazione tutte le caratteristiche e le funzioni più importanti per aiutare nella scelta dei migliori monitor 4K.
migliori monitor 4k

Come scegliere un monitor 4K

Di seguito sono riassunti i punti chiave da considerare in fase di acquisto:
 
Pannello Il semplice supporto della risoluzione 4K non basta a garantire l’effettiva qualità di un monitor. È molto importante, in questo senso, riconoscere quale pannello monta un monitor 4K e capire le differenze tra le diverse tipologie di display, tra monitor IPS, VA, TN e OLED.
 
Fluidità Se si punta all’acquisto di un monitor 4K, vale la pena tenere in considerazione non solo la qualità dell’immagine, ma anche la fluidità dello schermo. In questo senso, le caratteristiche più importanti da analizzare sono la frequenza di aggiornamento del monitor, il tempo di risposta e la compatibilità con le tecnologie FreeSync e G-Sync.
 
Calibrazione colori Per raggiungere la migliore qualità dell’immagine è importante che un monitor 4K abbia un buon bilanciamento dei colori. Gli aspetti da considerare, in questo caso, sono i livelli di copertura dei vari spazi colore, come sRGB o DCI-P3, e l’eventuale certificazione della calibrazione di fabbrica dello schermo.
 
Supporto HDR La presenza del supporto per la tecnologia HDR rappresenta un plus importante nella scelta del miglior monitor 4K. Non ci si deve limitare, però, a considerare la semplice compatibilità con i contenuti HDR, ma analizzare attentamente le specifiche tecniche del monitor per capire fino a che livello si può spingere il display in termini di contrasto e luminosità.
 
Connettività Ogni tipo di collegamento video ha dei pro e dei contro. Nella scelta dei migliori monitor 4K, quindi, è utile conoscere le differenze tra le diverse interfacce, come HDMI, DisplayPort e USB-C, in modo da trovare la migliore soluzione per le proprie esigenze.

Quanto costa un monitor 4K?

prezzo monitor 4k
Prima di entrare più nello specifico, è doverosa una premessa: rispetto ai più diffusi monitor Full HD o a risoluzione QHD, i monitor 4K non sono ancora accessibili per ogni tipo di budget. La maggiore definizione delle immagini e le altre caratteristiche che identificano un monitor 4K, infatti, comportano dei costi di produzione non indifferenti, ancora più alti dei TV 4K. Ciononostante, il mercato dei monitor 4K è ben diversificato per andare incontro a ogni tipo di necessità. Per aiutare nella scelta, dunque, si è deciso di suddividere la selezione dei migliori modelli in tre fasce di prezzo. I monitor 4K di fascia economica tengono conto di un prezzo massimo di 300 euro; con la fascia media si passa a modelli adatti a budget da 300 a 600 euro; infine, nella fascia alta si supera il limite di 600 euro, includendo i migliori prodotti presenti sul mercato.

(Dati aggiornati a marzo 2024 e soggetti a variazione nel tempo)

Fascia economica (fino a 300 euro)

Partendo con i migliori monitor 4K di fascia economica, il modello Samsung U28R550UQP rappresenta la soluzione più basilare della categoria. Il monitor ha un aspetto semplice ed elegante, considerando le cornici estremamente ridotte su tre dei quattro lati dello schermo. Il display ha una dimensione di 28 pollici di diagonale e un pannello 4K di tipo IPS. La frequenza di aggiornamento è di 60 Hz ed è presente il supporto HDR, per garantire una buona resa sia nel lavoro, sia nell’intrattenimento multimediale. Se si cerca una maggiore libertà di personalizzazione, una valida alternativa in questa fascia di prezzo è il monitor LG 27UP650-W. Questo modello presenta caratteristiche molto simili alla proposta di Samsung, ma con un’importante differenza in termini di design: grazie al supporto da tavolo regolabile, è possibile in questo caso modificare l’altezza del monitor e ruotare lo schermo in posizione verticale, caratteristica interessante soprattutto per le configurazioni a doppio schermo. Infine, una valida soluzione per il gaming 4K è rappresentata dal modello Asus VG289Q1A. Per quanto non si possa parlare di un monitor 4K da gaming pensato per la massima fluidità (la frequenza di aggiornamento è limitata a 60 Hz), questo modello si adatta bene tanto ai giochi PC, quanto a quelli per console, grazie soprattutto alla presenza di un doppio altoparlante integrato, che non richiede il collegamento di altri speaker audio esterni. Inoltre, rispetto ai due monitor analizzati in precedenza, Asus VG289Q1A vanta diverse funzioni nel pannello di controllo per migliorare la resa in gioco.

Fascia media (da 300 a 600 euro)

Passando ai prodotti di fascia media, il modello Dell S2722QC rappresenta un’ottima soluzione all-around, ossia adatta a ogni tipo di situazione. Lo schermo ha una dimensione di 27 pollici, con pannello di tipo IPS e copertura del 99% dello spazio colore sRGB. Sono presenti, inoltre, due altoparlanti stereo da 3W e un hub USB 3.2, quest’ultimo particolarmente utile per il collegamento di periferiche o memorie esterne. Un altro punto di forza di Dell S2722QC è la porta USB-C per il collegamento video, compatibile con tutti i laptop di ultima generazione, affiancata a una più classica uscita HDMI. Se si preferisce una soluzione maggiormente votata all’ambito multimediale, il punto di riferimento in questa fascia di prezzo è Samsung S32BM80PUU. Rispetto ai modelli più tradizionali, questo monitor vanta diverse funzioni smart. Prima di tutto, all’interno di Samsung S32BM80PUU è presente un sistema operativo ricco di applicazioni preinstallate per lo streaming on demand e per la produttività. Secondariamente, il monitor supporta diverse opzioni per collegare non solo PC e notebook, ma anche dispositivi mobile, attraverso le funzioni Apple AirPlay e Samsung Dex. Grazie all’ampio schermo da 32 pollici e al telecomando presente in dotazione, Samsung S32BM80PUU è perfettamente utilizzabile sia come monitor PC, sia come Smart TV. Per quanto riguarda i monitor da gaming, il migliore compromesso sotto la soglia dei 600 euro è sicuramente LG 27GR93U-B. Si parla di un monitor 4K da 27 pollici con pannello di tipo IPS. Rispetto ai prodotti visti in precedenza, questo modello spicca per la sua fluidità, grazie alla frequenza di aggiornamento di 144 Hz e al tempo di risposta di 1 millisecondo. Si sottolineano, inoltre, il supporto HDR con picco di 400 nits e la piena compatibilità con le tecnologie AMD FreeSync e Nvidia G-Sync.

Fascia alta (oltre 600 euro)

La selezione si chiude con alcune proposte di monitor 4K di fascia alta. Tra queste, una soluzione più che valida è il modello Dell UltraSharp U3223QE, monitor di riferimento sia per un uso “standard”, sia per i grafici professionisti. Lo schermo da 32 pollici è caratterizzato da un pannello IPS Black. Rispetto ai normali display IPS, in questo caso si garantisce una maggiore profondità dei neri. Grazie alla sua calibrazione di fabbrica, Dell UltraSharp U3223QE raggiunge una copertura del 98% della gamma DCI-P3 ed è certificato come monitor VESA DisplayHDR 400, ossia in grado di raggiungere una luminosità di picco di 400 nits. Per i videogiocatori più esigenti, invece, uno dei modelli più completi è Philips 32M1N5800A. Questo monitor 4K da gaming si adatta alla perfezione a ogni tipo di situazione. Lo schermo è da 32 pollici, con risoluzione 4K e frequenza di aggiornamento di 144 Hz. Il tempo di risposta è di 1 millisecondo, che in accoppiata al pannello IPS contribuisce a rendere fluida e rapida ogni animazione, senza rischi di motion blur. Oltre al collegamento DisplayPort, questo monitor dispone di un’uscita HDMI 2.1 di ultima generazione, pienamente compatibile con il segnale 4K/120 Hz delle console da gioco più recenti, ossia PS5 e Xbox Series X/S. Con uno stacco netto rispetto ai modelli precedenti, il monitor Apple Studio Display è sicuramente la punta di diamante nel campo dei monitor 4K. In realtà, in questo caso si dovrebbe parlare di un monitor 5K, grazie alla sua risoluzione nativa di 5120 x 1880 pixel, che garantisce una definizione dell’immagine di altissimo livello, considerando la densità di pixel di 218 ppi. Oltre alle semplici specifiche tecniche, Apple Studio Display spicca anche nel design e nelle funzioni, potendo contare su un vetro antiriflesso adatto ai professionisti, una videocamera integrata da 12 Megapixel e sei speaker audio con supporto Dolby Atmos

Cosa si intende per monitor 4K e monitor Ultra HD?

caratteristiche monitor 4k
Il termine monitor 4K fa riferimento alla risoluzione dello schermo, ossia il prodotto dei pixel verticali e orizzontali che compongono l’immagine. Comunemente, la definizione 4K si applica a tutti gli schermi dotati di una risoluzione verticale di 2160 pixel. In realtà, lo standard 4K nasce in ambito cinematografico e fa riferimento non alla risoluzione verticale, ma a quella orizzontale, che deve rispettare il valore di 4096 pixel (4K è l’approssimazione di 4000 pixel). Nel momento in cui si passa ai formati televisivi con risoluzione di 3840 x 2160 pixel, dunque, non si parla propriamente di 4K, ma di Ultra HD. Ciononostante, per facilitare la comunicazione dei prodotti più commerciali ormai non si dà più peso a questo tipo di distinzione, equiparando i termini 4K e Ultra HD.
 
Dato che nei monitor 4K il numero di pixel è quattro volte superiore a quello di un monitor Full HD, il principale vantaggio di questa risoluzione è la definizione nettamente superiore dell’immagine. La qualità maggiore è percepibile non solo nei contenuti di tipo multimediale, come un filmato 4K, ma in tutti gli elementi a schermo, dalla pulizia delle linee alla nitidezza di un testo scritto. Tuttavia, nel momento in cui si attiva la risoluzione 4K dalle impostazioni del proprio sistema operativo, è possibile che le icone e i testi risultino molto più piccoli rispetto alle risoluzioni inferiori. Fortunatamente, sia Windows che MacOS mettono a disposizione un sistema di ridimensionamento automatico dell’immagine per riportare tutti gli elementi a una grandezza standard, ma godendo allo stesso tempo dei miglioramenti visivi della risoluzione 4K.
 
I monitor 4K più popolari:

Monitor PC 4K: i diversi tipi di pannello a confronto

Sostenere che tutti i monitor 4K siano uguali perché condividono la stessa risoluzione è una semplificazione eccessiva. Sono diversi, infatti, i fattori che differenziano i tanti modelli di monitor 4K per qualità. Uno dei più importanti è la tipologia del pannello. Questa caratteristica è ben specificata nella maggior parte delle schede tecniche di un monitor, ma è fondamentale capirne i pro e i contro per poter trovare il modello migliore per le proprie esigenze.
 
IPS
 
Si tratta della soluzione più diffusa tra i monitor PC. La tecnologia IPS, o In-Plane Switching, ha portato a un miglioramento netto rispetto alle tecnologie LCD di precedente generazione. Il primo vantaggio dei pannelli IPS riguarda l’angolo di visuale, ossia l’angolazione massima a cui si può visualizzare correttamente l’immagine a schermo. Nel caso dei monitor 4K IPS, i colori, il contrasto e la luminosità risultano omogenei fino a un’angolazione di 178 gradi. Un altro pregio dei pannelli IPS è l’ottima riproduzione dei colori. Sebbene in questo caso giochi un ruolo fondamentale la calibrazione dello schermo, argomento che sarà trattato in seguito, i monitor IPS godono di base di una resa più naturale dei colori, senza eccedere nella saturazione, il che si addice particolarmente a fotografi, designer e content creator. Nel caso dei monitor da gaming, inoltre, i pannelli di tipo IPS con frequenza di aggiornamento elevata non soffrono troppo per quanto riguarda l’effetto motion blur durante le animazioni più rapide.
 
Di contro, uno dei difetti più comuni nei monitor 4K IPS è il cosiddetto backlight bleeding. Si tratta di un fenomeno per cui il pannello di retroilluminazione dello schermo genera degli aloni bianchi, spesso visibili ai margini dello schermo in presenza di immagini scure o in stanze buie. Non si tratta di un difetto presente nel 100% dei monitor dotati di questa tecnologia, in quanto dipende anche dalla qualità costruttiva del prodotto. L’altro aspetto negativo della tecnologia IPS è la profondità del colore nero, che tende più al grigio scuro e riduce leggermente la ricchezza dei colori nei filmati 4K.
 
VA
 
I pannelli VA sono particolarmente diffusi tra i monitor Samsung e nella categoria dei monitor gaming di fascia economica. Rispetto alla tecnologia IPS, i monitor VA vantano una maggiore profondità dei neri e livelli di contrasto più elevati. Questo porta l’utente a percepire una ricchezza superiore nei colori e, in generale, una buona esperienza nell’utilizzo multimediale.
 
In realtà, i colori sono sì più saturi, ma con lo svantaggio di una fedeltà inferiore, il che comporta dei limiti nel momento in cui si vuole utilizzare un monitor VA per lavori di grafica e di fotoritocco. Un altro svantaggio dei pannelli VA riguarda gli angoli di visuale, molto spesso più ristretti di un monitor IPS. Questa caratteristica si traduce in piccole distorsioni nella resa dei colori nel momento in cui non si visualizza lo schermo frontalmente. Infine, se si cerca un monitor 4K per il gaming, è necessario specificare che nei monitor VA è molto più facile percepire maggiore motion blur (effetto scia) nelle animazioni più rapide.
 
TN
 
Per quanto riguarda i pannelli TN, questa tecnologia è sempre meno diffusa sul mercato, limitandosi a pochi e non molto recenti monitor 4K di fascia economica. La graduale scomparsa dei monitor TN è dovuta ai costi di produzione sempre più bassi per i pannelli di tipo IPS o VA, di gran lunga preferibili. I monitor TN portano comunque dei vantaggi, oltre ai prezzi maggiormente accessibili. Il primo riguarda il tempo di risposta di questo tipo di pannello, mediamente inferiore rispetto ai monitor VA e IPS di fascia economica. Un tempo di risposta basso si traduce in un input lag inferiore, specialmente quando si parla di un monitor con frequenza di aggiornamento elevata. Questo porta un vantaggio non indifferente in ambito gaming.
 
Di contro, i pannelli TN perdono molto in termini di qualità dell’immagine. In particolare, i colori risultano decisamente più slavati, insieme a livelli di contrasto bassi e angoli di visuale limitati. A parità di prezzo, dunque, si tende sempre a preferire un monitor IPS o VA a un vecchio monitor dotato di pannello TN.
 
OLED
 
Quando si parla di monitor 4K OLED non si fa un riferimento preciso a un tipo di pannello, quanto a una tecnologia di retroilluminazione. Nelle tre tipologie di pannelli trattate in precedenza, ossia IPS, VA e TN, la retroilluminazione è sempre gestita a LED. Ciò significa che dietro al pannello è presente una piastra dedicata proprio all’illuminazione dei pixel. Nel caso della tecnologia OLED, i diodi contenuti nel pannello sono illuminati autonomamente, pixel per pixel. Questa caratteristica è molto importante nella gestione dei colori, e in particolare del nero: quando un’immagine presenta delle sezioni nere, i pixel non vengono illuminati del tutto, traducendosi in una profondità dei neri assoluta e una resa dei colori nettamente superiore.
 
Purtroppo, se da una parte i pannelli OLED sono sempre più diffusi nel campo dei TV 4K, dall’altra questa tecnologia ha appena iniziato a diffondersi nel campo dei monitor PC. Questo porta a una selezione molto limitata di prodotti dotati di tecnologia OLED, e tutti disponibili a prezzi tutt’altro che accessibili.
 
Monitor 4K con pannello IPS:

Le caratteristiche che rendono un monitor 4K fluido

Nella ricerca di un monitor 4K vale la pena non limitarsi alla semplice risoluzione, ma concentrarsi su alcune caratteristiche che permettono di godere di una maggiore fluidità durante l’uso. Sono tre le principali specifiche tecniche che vanno a determinare la fluidità e la rapidità di un monitor 4K PC: frequenza di aggiornamento, tempo di risposta e il supporto delle tecnologie FreeSync e G-Sync.
 
Frequenza di aggiornamento
 
La frequenza di aggiornamento, o refresh rate, indica la velocità con la quale viene aggiornato il contenuto presente a schermo. Questo valore si esprime in Hertz (Hz), ossia un dato numero di aggiornamento al secondo. Nel caso dei monitor 4K, e più in generale di tutti i monitor PC, la frequenza di aggiornamento parte da una base di 60 Hz e si spinge fino a 144, 160 e addirittura 240 Hz nei prodotti più avanzati. Nel momento in cui si supera lo standard base di 60 Hz, la maggiore frequenza di aggiornamento permette di tracciare velocemente le animazioni e lo spostamento di tutti gli elementi presenti nell’immagine, traducendosi in una fluidità superiore.
 
Sebbene tutti gli utenti possano godere dei vantaggi portati da un monitor 4K con frequenza di aggiornamento elevata, questa caratteristica è ricercata soprattutto dai videogiocatori competitivi. Non a caso, nel momento in cui il monitor si interfaccia con la scheda grafica, la frequenza di aggiornamento rappresenta anche il numero massimo di fotogrammi al secondo che un monitor è in grado di gestire, senza rischi di artefatti grafici. Ad esempio, un monitor 4K a 144 Hz, come Gigabyte M32U, è in grado di gestire un framerate massimo di 144 FPS.
 
Tempo di risposta
 
Il tempo di risposta di un monitor è il tempo (espresso in millisecondi) che impiega un input esterno a trasdursi in un’azione a schermo, ma anche il tempo con cui il pannello LCD cambia le proprietà ottiche di un pixel, passando da nero a bianco e nuovamente a nero. Nel caso dei monitor 4K, per ottenere un’immagine molto responsiva è importante che il tempo di risposta sia più basso possibile. Nella maggior parte dei prodotti di questa categoria, il tempo di risposta medio varia da 4 a 8 millisecondi, mentre per i monitor 4K top di gamma riescono a mantenere un tempo di risposta minimo di 1 millisecondo.
 
Quando si cerca l’effettivo tempo di risposta di un monitor 4K, è importante che questo valore sia accompagnato dalla dicitura GtG (Grey to Grey). In molti casi, invece, è facile trovare il tempo di risposta accompagnato dal termine MPRT: si tratta di una tecnologia dedicata alla riduzione del motion blur, e agisce disattivando e riattivando la retroilluminazione del display in base ai cambiamenti nell’immagine. Questo sistema permette di percepire un tempo di risposta inferiore e, di conseguenza, una maggiore rapidità dello schermo. In realtà, quando ci si trova davanti a un monitor dotato di tempo di risposta di 1 ms MPRT, il valore GtG potrebbe essere comunque di 4 ms o più.
 
Monitor 4K per il gaming:
 
Supporto FreeSync/G-Sync
 
Per poter visualizzare un’immagine su un monitor 4K, è necessario che il computer o un altro dispositivo sia dotato di un processore grafico. In molti casi questo elemento è integrato nel processore centrale del PC (CPU). In caso contrario, per l’elaborazione delle immagini è necessaria una scheda grafica dedicata. Ciò che non viene mai specificato, tuttavia, è che la scheda grafica non conosce precisamente le caratteristiche tecniche del monitor a cui viene collegata. Questo significa che la scheda grafica elabora un certo numero di fotogrammi, ma senza preoccuparsi di come il monitor sarà in grado di gestirli. Il rischio più comune, in questi casi, è che il processore grafico generi un numero di fotogrammi superiore alle capacità di un monitor, portando a un fenomeno conosciuto come tearing: non essendo presente una sincronizzazione tra i due componenti, i fotogrammi si accavallano e generano difetti grafici molto evidenti, come immagini spezzettate.
 
L’unica soluzione universale per evitare questi problemi di visualizzazione prende il nome di V-Sync, o sincronia verticale. Si tratta, in sostanza, di un comando che obbliga la scheda grafica a generare un numero specifico di fotogrammi al secondo, per non superare il limite massimo del monitor, riconoscibile dalla sua frequenza di aggiornamento. L’utilizzo del V-Sync non è sempre la via migliore da percorrere, dato che comporta dei rischi maggiori di rallentamenti nelle animazioni (stuttering). Negli ultimi anni, fortunatamente, AMD e Nvidia hanno sviluppato dei metodi alternativi e più innovativi per gestire la sincronia dei fotogrammi, rispettivamente con le tecnologie FreeSync e G-Sync.
 
Cosa sono FreeSync e G-Sync e quali sono le differenze
 
La tecnologia FreeSync è stata sviluppata da AMD, mentre G-Sync da Nvidia. Queste aziende sono, a loro volta, tra i principali produttori di processori per schede grafiche. Entrambe le tecnologie si occupano di comunicare in maniera più precisa con il monitor, in modo che quest’ultimo si adatti al numero di fotogrammi generati dalla scheda grafica. Ad esempio, se una scheda elabora 120 fotogrammi al secondo, il monitor si imposta automaticamente su una frequenza di aggiornamento di 120 Hz (a patto che simili frequenze siano compatibili). Il principale vantaggio di queste due tecnologie è che la scheda grafica ha il pieno controllo sulle proprietà del monitor, eliminando tutti i fenomeni negativi derivanti dall’attivazione del V-Sync.
 
Di base, FreeSync e G-Sync hanno caratteristiche molto simili. AMD FreeSync è sicuramente la tecnologia più diffusa, presente oggi in tantissimi monitor 4K di ogni fascia di prezzo. Il range delle frequenze di aggiornamento con cui è possibile sfruttare FreeSync è molto ampio, tra 9 e 240 Hz. La tecnologia di Nvidia porta un vantaggio in più per quanto riguarda la prevenzione dell’effetto ghosting, ossia l’effetto scia che spesso si genera durante i movimenti più veloci delle immagini. D’altro canto, Nvidia G-Sync è una tecnologia molto limitata in termini di compatibilità. Basti pensare che per sfruttare pienamente questa tecnologia è necessario che un monitor 4K sia dotato di un vero e proprio modulo hardware G-Sync. È anche vero che con le schede video Nvidia più recenti e i driver video aggiornati è possibile sfruttare la tecnologia G-Sync su monitor compatibili solo con FreeSync, grazie alla modalità Compatibilità G-Sync.
 
Nei monitor 4K top di gamma, in particolare quelli dedicati al gaming, è possibile che siano presenti le più avanzate tecnologie AMD FreeSync Premium Pro e Nvidia G-Sync Ultimate. In questi casi è possibile attivare FreeSync e G-Sync anche in modalità HDR.
 
Monitor 4K con FreeSync e G-Sync:

La massima qualità in un monitor 4K: la calibrazione dei colori e il supporto HDR

Per quanto la percezione di un colore sia generalmente universale, monitor 4K differenti non permettono di visualizzare la stessa immagine con gli stessi colori. Per questo motivo, sono stati creati degli standard di riferimento, conosciuti come spazio colore, ossia la gamma di colori identificati dall’occhio umano sulla base di specifici riferimenti in termini di temperatura, saturazione e altre informazioni. Gli spazi colore più diffusi e conosciuti sono sRGB in ambito web, AdobeRGB per la stampa digitale e DCI-P3 per i video.
 
Quanto appena detto è molto importante nella scelta di un monitor Ultra HD di qualità, in particolare se destinato a un uso professionale in ambito grafico. Nella maggior parte dei monitor 4K è presente nella scheda tecnica la percentuale di copertura di un determinato spazio colore, ad esempio 100% sRGB o 97% DCI-P3. I prodotti di fascia più alta vengono già calibrati in fase di produzione, e sono dotati di un certificato che indica proprio la copertura degli spazi colore più diffusi. In altri casi, invece, una scarsa resa dei colori può essere sistemata con un processo di calibrazione manuale. Per effettuare questa operazione sono due le strade percorribili: agire direttamente sul bilanciamento dei colori dal pannello di controllo del monitor, oppure procurarsi una sonda per la calibrazione dei colori, come Datacolor SpyderX.
 
Un altro aspetto che premia un monitor 4K in termini di qualità dell’immagine è il supporto HDR. La tecnologia HDR, che sta per High Dynamic Range, permette di estendere l’intervallo dinamico tra chiaro e scuro all’interno di un’immagine. Più semplicemente, con l’uso della tecnologia HDR è possibile visualizzare molti più dettagli sia nelle zone chiare di una foto o un filmato, sia nelle zone scure. Chiaramente, non è il supporto HDR di un monitor a garantire questo tipo di miglioramento, ma è necessario che gli stessi contenuti siano stati originariamente registrati con tecnologia HDR.
 
Ciò detto, per poter apprezzare al meglio i maggiori dettagli di un’immagine HDR, è necessario che il monitor riesca a spingersi a un livello superiore di luminosità rispetto ai valori standard. Per questo motivo, diversi monitor 4K sono dotati di certificazione VESA DisplayHDR, accompagnata dal livello massimo di luminosità raggiungibile dallo schermo. Per fare un esempio, il monitor LG 27UN880-B è dotato di certificazione VESA DisplayHDR 400, ed è quindi in grado di raggiungere una luminosità di picco di 400 nits.
 
Monitor 4K per grafici e designer:

Qual è il migliore collegamento video per un monitor 4K?

Scegliere come collegare il monitor 4K è importante non solo in termini di compatibilità, ma anche di qualità. Ogni tipo di collegamento video, infatti, ha i suoi pregi e i suoi difetti.
 
HDMI
 
Il collegamento HDMI nasce come soluzione di riferimento per la gestione dei segnali digitali ad alta risoluzione. Rispetto al più vecchio collegamento DVI-D, con HDMI è possibile gestire sia il segnale video, sia quello audio. Le porte HDMI presenti nei monitor, tuttavia, non sono tutte uguali. Per gestire la risoluzione 4K, infatti, è necessario che un monitor sia dotato almeno di una porta HDMI 2.0, in grado di gestire un segnale a risoluzione 4K e frequenza di aggiornamento massima di 60 Hz. Con i più recenti collegamenti HDMI 2.1, invece, è possibile spingersi fino a una risoluzione di 10K a 120 Hz. Il principale vantaggio del collegamento HDMI è la sua ampia compatibilità, che si estende dai più classici computer fissi e portatili, fino a decoder TV, console da gaming e altri tipi di sorgenti video e audio. Di contro, uno svantaggio importante riguarda la stabilità del segnale, specialmente nel caso servisse un cavo molto lungo. Con cavi superiori ai 2 metri, infatti, la qualità video del collegamento HDMI tende a scendere.
 
DisplayPort
 
Lo standard DisplayPort è più recente dell’HDMI e, generalmente, quello migliore per collegare il PC a un monitor 4K. La versione di DisplayPort più diffusa nei monitor 4K è la 1.4, capace di raggiungere una frequenza di aggiornamento di ben 120 Hz a risoluzione 4K. I cavi DisplayPort, inoltre, garantiscono un segnale molto più stabile, e permettono di sfruttare le tecnologie FreeSync e G-Sync, trattate in precedenza. Purtroppo, il collegamento DisplayPort di un monitor è spesso utilizzabile solo con computer fissi molto recenti, o quantomeno dotati di una scheda grafica abbastanza performante.
 
USB-C
 
Rispetto alle due tipologie precedenti, il collegamento USB-C è molto più particolare. Questo standard, infatti, nasce e si diffonde come collegamento dati ed energetico. Ad oggi, infatti, le porte USB-C sono le più utilizzate per la ricarica di smartphone, tablet e laptop. Più recentemente, la tecnologia USB 3.1 ha permesso di utilizzare il collegamento USB-C anche per il segnale video, allineandosi per caratteristiche allo standard DisplayPort. Nel caso un monitor 4K sia dotato di porte USB-C, quindi, risulta molto più semplice collegare un dispositivo di ultima generazione, come le ultime serie di MacBook.
Federico Parravicini
Federico Parravicini

Nato a Varese nel 1990, ha sempre avuto un rapporto di amore/odio con lo studio, almeno fino alla scelta del suo corso universitario. Con l’iscrizione al corso di Scienze dei Beni Culturali presso l’Università degli Studi di Milano, ha finalmente potuto trasformare le sue passioni in un bagaglio per affrontare la sua futura vita professionale. Da amante del cinema, ha...Leggi tutto

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