Vini toscani: guida all’acquisto dei migliori prodotti regionali

Il successo dei vini toscani nasce dal mix perfetto di condizioni ambientali e climatiche, coltivazione attenta della vite e vinificazione esperta. Tradizione ed innovazione si fondono nei vini della Toscana, ben rappresentati da tante cantine di alto livello. Ma anche la generosa compresenza di vitigni autoctoni e internazionali è un fattore chiave di questa regione. Nella nostra guida, abbiamo analizzato tutti gli elementi che caratterizzano l’enologia toscana, a partire dal territorio. Ma senza tralasciare una carrellata delle denominazioni più importanti. Oltre ad un breve excursus sul legame atavico fra cibo e vino. Il tutto, accompagnato da una selezione dei migliori vini toscani suddivisi per fasce di prezzo.
migliori vini toscani

Come scegliere un vino toscano

Oltre al prezzo, a cui abbiamo dedicato la sezione successiva, ecco riassunti gli elementi chiave da valutare in fase di acquisto:

Tipologia – Rosso, bianco o rosato? Ecco la prima domanda da porsi quando ci troviamo a scegliere un vino toscano. Ma le variabili non finiscono qui perché ogni tipologia può essere declinata in variante ferma o spumantizzata, ovvero con le bollicine. In più, ai vini toscani secchi più famosi, si affiancano altrettanto prestigiosi vini dolci.

Abbinamento – Se il livello di indecisione è alto, ecco entrare in gioco un elemento fondamentale. Parliamo dell’abbinamento cibo-vino che spesso ci leva le castagne dal fuoco. Partire dalle ricette per poi individuare il vino giusto è una strategia che funziona sempre. E nello specifico, al classico matrimonio fra pesce e vino bianco toscano, si affianca quello fra rosso e carne. Ma non necessariamente deve essere così. I vini toscani rosati, ad esempio, eccellono per versatilità, accompagnando bene sia piatti leggeri che ricette strutturate. E lo stesso vale per i vini bianchi di maggior spessore ed i rossi giovani. In tale ottica, dare uno sguardo all’annata di produzione può darci un aiuto decisivo. 

Denominazione – DOC, DOCG, IGT: ecco solo alcune delle principali certificazioni che troviamo sulle bottiglie di vino. Assicurando la bontà del prodotto a partire dall’area di produzione, queste denominazioni circoscrivono vini di qualità. Se ci troviamo a valutare due prodotti, uno certificato e l’altro no, la prima opzione offre sempre qualche garanzia in più. 

Quanto costa un vino toscano?

prezzo vino toscano
Se parliamo di vino, non c’è niente che conti di più del gusto personale. E gli amanti dei vini rossi toscani potrebbero preferire un prodotto economico rispetto ad un vino bianco di fascia alta. Per quanto la qualità si leghi indissolubilmente al prezzo, non è l’unico fattore da tenere in considerazione. Senza considerare la questione dell’abbinamento cibo-vino che condiziona con frequenza la scelta. Per una cena a base di pesce, ad esempio, è preferibile un vino bianco della Toscana, a meno che non si stia preparando un ricco baccalà alla livornese. Nella nostra selezione, abbiamo suddiviso i prodotti in tre fasce di prezzo, con lo scopo di facilitare l’acquisto online a chi abbia un budget di spesa ben preciso. Sebbene una bottiglia da 5 euro possa già garantire un buon rapporto qualità-prezzo, abbiamo spinto il tetto della fascia economica fino a 15 euro. La fascia media, compresa fra i 15 ed i 30 euro, include vini toscani DOCG, DOC e IGT di qualità superiore, il cui prezzo è giustificato spesso da operazioni in vigna e cantina più meticolose. Oltre che da una selezione più accurata delle uve. Superata tale soglia, si apre la fascia alta del mercato, che comprende i migliori vini toscani.
(Dati aggiornati a febbraio 2023 e soggetti a variazione nel tempo)

Fascia economica (entro 15 euro)

Rispecchiando la realtà vinicola della regione, la nostra selezione non può che vedere protagonisti i vini rossi toscani. Ciò non significa, però, che i bianchi siano di scarso valore. E proprio da qui vogliamo partire, presentando uno dei più interessanti vini bianchi toscani economici. Il Vermentino La Pettegola Banfi è un Toscana IGT dal carattere fresco e minerale. Fruttato nei profumi e sapido al palato, si sposa benissimo con i piatti di pesce. Non a caso, le viti sono posizionate a pochi passi dalla costa. Virando verso l’interno, ecco spuntare il Bianco DOC Pomino di Frescobaldi. Con note di ananas e agrumi in evidenza, accompagna alla perfezione l’aperitivo e le ricette leggere. I vitigni utilizzati sono Pinot Bianco e Chardonnay. Il know-how Frescobaldi si mette in luce anche nei rossi, fra cui il Toscana IGT Rèmole, uno dei più convincenti nel rapporto qualità-prezzo. Armonico e beverino, mette in equilibrio lo scorbutico Sangiovese con l’elegante Cabernet Sauvignon. Ideale con carni rosse, salumi e formaggi, regala al naso gradevoli sentori di amarena. Spostandoci di nuovo verso la zona costiera, è il Botrosecco Le Mortelle ad impressionare per morbidezza e piacevolezza all’assaggio. La tenuta, di proprietà dei Marchesi Antinori, si distende a pochi passi da Castiglion della Pescaia, ereditando la vivacità dell’aria di mare. Nato dalla combinazione di uve Cabernet Sauvignon e Cabernet Franc, è uno dei migliori vini economici con denominazione Maremma Toscana DOC. 

Fascia media (da 15 a 30 euro)

Con i vini toscani di fascia media l’esperienza gusto-olfattiva si fa più ricca, i profumi risultano più intensi e l’assaggio acquista piacevolezza. Tutti i prodotti che abbiamo scelto sono Toscana IGT rossi, a riprova del fatto che tale denominazione racchiude tante gradite sorprese. Cominciamo con il Sassoalloro Biondi Santi, un Sangiovese in purezza creato dai pionieri del Brunello. Fresco e fruttato (fragola e viola in primis), è il partner giusto per le carni alla brace e le zuppe di pesce saporite. Altro interessantissimo vino rosso toscano è il Petra Quercegobbe, 100% merlot con un forte carattere minerale e balsamico. Coltivate nei pressi di Suvereto, le uve godono dei benefici effetti del clima costiero. Mirtillo, rosmarino, mirto e spezie: ecco gli aromi più in evidenza. Salendo di livello, approdiamo a Tenuta San Guido, storica cantina bolgherese che, fra le varie eccellenze, annovera il Toscana IGT Le Difese. Sangiovese e Cabernet Sauvignon si fondono per dare vita ad un assaggio di grande equilibrio e spessore. Fruttato e vivace, nasce per accompagnare i piatti di carne, in particolare gli arrosti di selvaggina. In ultimo ma non per importanza, La Vite Lucente di Frescobaldi rappresenta il meglio della Toscana vinicola entro i 30 euro a bottiglia. In questo caso, il felice risultato gustativo trae origine dall’unione di uve Sangiovese e Merlot. Morbido e gradevolissimo alla beva, non si fa mancare il supporto di un tannino ben cesellato. 

Fascia alta (oltre 30 euro)

Superata quota 30 euro, si entra ufficialmente nell’Olimpo dei vini toscani. Apriamo le danze con l’unico vino bianco toscano di questa categoria, il Poggio alle Gazze dell'Ornellaia, prodotto nell’omonima tenuta di Bolgheri. Toscana IGT Bianco di grande spessore, nasce da uve Sauvignon Blanc in purezza. E attraverso un lungo affinamento in bottiglia, tira fuori freschezza e sapidità raffinate. Fruttato e floreale, si abbina in modo magistrale con le ricette di pesce più saporite. Fra i vini rossi toscani migliori, poi, abbiamo scelto il Castello di Ama San Lorenzo, un Chianti Classico DOCG che rappresenta appieno il territorio e la tradizione. Con i frutti rossi in evidenza ed una beva piacevolissima, è il compagno ideale delle carni alla brace, bistecca alla fiorentina in primis. Altro emblema della tradizione toscana è il Brunello di Montalcino. Ed il Pian delle Vigne dei Marchesi Antinori si distingue per il rigore in fase di raccolta e vinificazione. Quattro anni devono trascorrere prima che possa essere messo in commercio. E la lunga maturazione in botte e bottiglia ne esalta la complessità aromatica. Intenso nei profumi e strutturato all’assaggio, crea un abbinamento eccezionale con lepre e cinghiale in umido. E concludiamo con un Toscana IGT dal profilo unico. L’Avignonesi 50&50 mette Sangiovese e Merlot in equilibrio perfetto. Estremamente aggraziato e appagante, vede svettare a livello olfattivo la confettura di mora. Anche in questo caso, è il matrimonio con la cacciagione ad esaltare sia il vino che il cibo.

Alle origini del successo dei vini toscani

vini Toscana
Con oltre due milioni di ettolitri prodotti ogni anno, la Toscana è una delle regioni italiane più prolifiche. Per quanto Puglia, Veneto, Emilia Romagna e Sicilia facciano segnare numeri superiori, ciò che colpisce dei vini toscani è il livello qualitativo. La quasi totalità della produzione, infatti, rientra nei disciplinari delle denominazioni DOC, DOCG e IGT. I vini bianchi toscani occupano ancora una piccola fetta del mercato. Sono i rossi a dominare le classifiche di vendita con più dell’85% del totale prodotto. Alle origini di tale fenomeno c’è l’inscindibile legame fra uomo, territorio e vite che in Toscana ha radici molto profonde. Vediamo come tutto ha inizio.

Storia breve del vino in Toscana

Già gli etruschi coltivano la vite e producono vino con tecniche tanto semplici quanto pionieristiche. Lo stesso vale per i romani che le ereditano espandendo la produzione. In epoca medievale, sono numerosi gli scritti che attestano la presenza in Toscana di un fervido commercio vinicolo, oltre a scambi fiorenti con le altre regioni. I vini della Toscana, considerati fra i migliori del tempo, sono venduti ed acquistati dai vinattieri fiorentini, tutelati da una specifica corporazione fin dal 1282. Circa un secolo dopo, ne entra a far parte anche Giovanni Antinori, la cui famiglia è ancora oggi fra le più illustri in ambito vinicolo. Negli scritti del ‘400 già si fa accenno alla zona del Chianti come terra vocata alla produzione vinicola. Ma bisogna attendere fino al 1716 per veder nascere la prima delimitazione territoriale alla base delle attuali denominazioni. Voluta con forza dal Granduca di Toscana Cosimo III de’ Medici, anticipa di due secoli la fondazione del Consorzio per la tutela del Chianti Classico, avvenuta nel 1924. 

1966: la prima DOC italiana

Sebbene il Chianti sia il vino toscano più conosciuto al Mondo, non è stato il primo a vedersi assegnata una denominazione. È la Vernaccia di San Gimignano, infatti, a precederlo di un anno, diventando la prima DOC italiana nel 1966. Attualmente, la Toscana conta 41 DOC e 11 DOCG, molte delle quali piuttosto recenti, come la Bolgheri Sassicaia DOC, assegnata nel 1994 e cucita su misura del grande vino ideato da Mario Incisa della Rocchetta. Storia e tradizione si intrecciano in modo inscindibile in Toscana. Alla base di tutto, un territorio ampio e variegato, fertile e collinare, un paesaggio naturale perfetto per la vite. Ma all’interno di uno scenario così suggestivo e fortunato, è il lavoro dell’uomo a fare la differenza. Un impegno che in Toscana si tramanda da secoli di padre in figlio.

Vitigni e vini in Toscana

Il nome di un vino comprende frequentemente quello del vitigno che ne è alla base. La Vernaccia di San Gimignano DOCG, ad esempio, è un vino toscano bianco costituito da uve Vernaccia in purezza o combinate con piccole quantità di altri vitigni. Il Vino Nobile di Montepulciano DOCG, al contrario, non include nel nome il vitigno di origine, ovvero il Sangiovese. In questa sezione ci concentreremo sulle uve toscane più diffuse, autoctone e non.

Vitigni autoctoni 

I vitigni autoctoni toscani sono quelli originari del territorio regionale. Parliamo di uve, cioè, coltivate tradizionalmente in quest’area geografica. Il Sangiovese è, senza dubbio, il vitigno a bacca rossa più importante, sia per quantità prodotte che per varietà dei vini cui dà vita. Due sono le varianti presenti, il Sangiovese piccolo ed il Sangiovese grosso, detto anche “Sangioveto” “Brunello” o “Prugnolo gentile”. Coltivato in abbondanza nel senese, è impiegato nella produzione del Brunello di Montalcino DOCG e del Vino Nobile di Montepulciano DOCG, nel quale le uve Sangiovese sono spesso unite ad altri vitigni a bacca rossa locali, come il Canaiolo ed il Colorino. Tipico della zona della Maremma è, invece, il Ciliegiolo, così chiamato perché colore, forma e sentori degli acini richiamano proprio le ciliegie. Fra le uve rosse più rappresentative incontriamo anche l’Aleatico dell’Elba, punto di partenza per la vinificazione di vini passiti di qualità. Sebbene i vini toscani rossi rappresentino il grosso della produzione regionale, non mancano ottimi vini bianchi realizzati a partire da uve autoctone. Fra le più importanti, ricordiamo la già citata Vernaccia, l’Ansonica, la Malvasia bianca lunga ed il Trebbiano toscano.

Vitigni Internazionali 

Molti vitigni non autoctoni si sono ambientati ottimamente in Toscana, riscuotendo un notevole successo negli ultimi 50 anni. In particolare, sono le uve di origine francese ad aver rimodellato il volto dell’enologia toscana. Un’armoniosa combinazione di Cabernet Sauvignon e Cabernet Franc è il segreto alla base del Sassicaia, uno dei vini toscani più noti al Mondo. I due vitigni, trasferiti dall’area di Bordeaux alla costa toscana, hanno trovato nei pressi di Bolgheri uno scenario perfetto. Merlot e Syrah sono altre delle uve a bacca rossa ad offrire in Toscana i risultati migliori. In ambito di vini bianchi, invece, Chardonnay e Sauvignon Blanc regalano sensazioni gusto-olfattive molto eleganti.

DOC, DOCG e IGT: uno sguardo alle denominazioni principali

41 DOC e 11 DOCG: questo il quadro attuale delle due principali denominazioni in cui sono suddivisi i vini toscani. In entrambi i casi, i due marchi impressi sull’etichetta tutelano il consumatore, imponendo alle aziende produttrici il rispetto di regole ferree sancite da scrupolosi disciplinari. Tipo di uve impiegate, annata di produzione, zona di origine: ecco solo alcune delle informazioni che non possono mai mancare. Ma rispetto ai vini DOC (denominazione di origine controllata), i DOCG (denominazione di origine controllata e garantita) sono soggetti a norme ancora più stringenti. Fra le principali DOCG della Toscana, incontriamo il Brunello di Montalcino, il Chianti ed il Morellino di Scansano. Mentre in ambito di DOC, la Bolgheri Sassicaia è di certo la più prestigiosa. Ma non mancano tanti altri prodotti di qualità, inclusi nelle DOC Rosso di Montepulciano, Rosso di Montalcino e Cortona. Al di fuori delle due principali denominazioni, però, esiste un universo di vini toscani rossi e bianchi di qualità. IGT (Indicazione geografica tipica) è il nome scelto per includere tutti quei prodotti che sfuggono alle regole dei vari disciplinari. Vini spesso innovativi, trovano la chiave del proprio successo al di fuori delle rigide denominazioni. Proprio da qui nasce il fenomeno dei Supertuscan, vini toscani pregiati (e molto costosi) non inquadrabili, però, fra le DOC e le DOCG. Infine, un breve accenno lo meritano anche i VDT, i vini da tavola semplici ed economici che hanno nel buon rapporto qualità-prezzo il proprio punto di forza.

Le aree vinicole storiche

Il legame fra vitigno e territorio è ciò che rende ogni vino diverso dagli altri. Le particolari condizioni del suolo, l’esposizione solare, l’altitudine delle vigne ed il clima contribuiscono a sviluppare nei vini toscani caratteristiche uniche. Di seguito, ecco le aree vinicole toscane più legate alla tradizione.

Chianti e Chianti Classico

È il Chianti il vino toscano più famoso al Mondo, grazie ad una storia che allunga le proprie radici nel Medioevo. Realizzato a base di Sangiovese, può contare sull’aggiunta di altre varietà d’uva in modesta quantità. Notevole è la differenza fra Chianti Classico DOCG e Chianti DOCG. Nel primo caso, l’area geografica interessata si limita alle colline fra Siena e Firenze. Nel secondo caso, il disciplinare consente l’impiego di uve provenienti da larga parte della regione, comprese le provincie di Arezzo, Pisa, Pistoia e Prato.

Montalcino

Fra le aree più vocate per la produzione vinicola in Toscana, non possiamo non considerare Montalcino. A farla da padrone è sempre il Sangiovese, localmente chiamato “Brunello”. E non a caso, il Brunello di Montalcino DOCG è uno dei vini rossi toscani più apprezzati. Molto importanti sono anche le DOC Rosso di Montalcino, Moscadello di Montalcino e Sant’Antimo.

San Gimignano

Se parliamo di tradizione, l’area di San Gimignano non è seconda a nessun’altra. Ma la fortuna di questo territorio, contrariamente ai due precedenti, si lega ad un vitigno a bacca bianca: la Vernaccia. Si tratta di una delle uve più antiche della Toscana, la prima a conquistarsi la DOC nel 1966. Divenuto DOCG nel 1993, questo vino bianco toscano mostra tutta la propria struttura nell’invecchiamento. Al contrario della maggior parte dei bianchi, infatti, è disponibile anche nella versione Riserva.

Montepulciano

Montepulciano sorge sul lato sud-est del territorio regionale, al confine con l’Umbria. Siamo di nuovo in un’area che vede i vini rossi protagonisti. È il Nobile di Montepulciano DOCG il prodotto di punta, un vino realizzato a base di uve Sangiovese in purezza o, in alternativa, con l’aggiunta di altri vitigni in piccole quantità. Oltre alla DOC Rosso di Montepulciano, un’altra denominazione tipica è rappresentata dal Vin Santo di Montepulciano DOC.

Carmignano

Chiudiamo alla grande la nostra rassegna sulla Toscana storica. Ci troviamo nel comune di Carmignano, compreso nella provincia di Prato. Qui, il Sangiovese si fonde armoniosamente con i vitigni internazionali, Cabernet Sauvignon e Cabernet Franc in primis, per dare vita a vini particolarissimi, antesignani dell’approccio bolgherese.

Le aree vinicole più giovani

Se le aree enologiche tradizionali si concentrano nell’entroterra, molte delle più giovani sono collocate lungo la costa. Si tratta di un territorio ampio che ha raggiunto il successo grazie al traino dei grandi vini di Bolgheri. Non mancano, comunque, zone molto interessanti anche nella parte interna della regione, bacini di produzione per ottimi vini toscani rossi e bianchi.  

Bolgheri

Come accennato, è da Bolgheri che parte la rivoluzione dei vini toscani, grazie soprattutto all’impegno di Mario Incisa della Rocchetta, padre dell’arcinoto Sassicaia. La costa toscana compresa fra Livorno e Piombino rappresenta uno scenario ideale per la vite, per via di un clima mitigato dagli influssi marini e di suoli ad alto tasso minerale. Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc, Merlot e Sauvignon Blanc: ecco i vitigni internazionali che offrono i risultati più interessanti.

Maremma e Suvereto

A sud di Bolgheri, si apre l’area vinicola maremmana, tutelata da una specifica denominazione DOC. Qui si coltivano vitigni autoctoni e non, che danno vita a rossi, bianchi e rosati di qualità. Oltre al caratteristico vin santo. Il comune di Suvereto, però, si distingue per le eccellenze vinicole prodotte partendo dalle uve internazionali. Tanto da meritarsi una la denominazione Suvereto DOCG.

Scansano

Conosciuto in tutto il mondo, il Morellino di Scansano è uno dei vini rossi toscani più venduti in assoluto. L’area di produzione è piuttosto grande e, oltre al comune di Scansano, comprende vaste zone dei comuni limitrofi, tutti in provincia di Grosseto. Il Sangiovese, localmente chiamato “Morellino” torna a farla da padrone, tanto che il disciplinare della DOCG ne impone la presenza almeno all’85%.

Cortona

In provincia di Arezzo ma al confine con l’Umbria si estende la vasta Val di Chiana con Cortona ad osservarla dall’alto. Posta a pochi chilometri dal Lago Trasimeno, è un’area da sempre vocata alla viticoltura ma, solo di recente, salita alla ribalta grazie alla qualità delle uve Syrah. Vini rossi, bianchi e ottimi vin santo compongono il nucleo della denominazione Cortona DOC, una delle più apprezzate all’estero.

Montecucco

La percentuale di Sangiovese minimo sale al 90% all’interno della DOCG Montecucco Sangiovese. Disposto più a nord, il territorio resta all’interno della provincia di Grosseto, includendo i comuni di Arcidosso, Campagnatico, Castel del Piano, Cinigiano, Civitella Paganico, Roccalbegna e Seggiano. Per quest’area è prevista anche la denominazione Montecucco DOC.

Val di Cornia 

Spostandoci di nuovo verso la costa, incontriamo una delle denominazioni più giovani, la Val di Cornia Rosso DOCG, ufficializzata nel 2011. L’area produttiva si estende lungo la costa, fra Follonica e San Vincenzo, includendo anche una porzione di entroterra. I vini toscani pregiati qui prodotti nascono dalla combinazione di tradizione ed innovazione, di uve Sangiovese con uve Cabernet Sauvignon e Merlot. 

Isola d’Elba

Sul territorio insulare dell’Elba si coltivano vitigni a bacca bianca straordinari. Ansonica, Moscato e Vermentino sono i principali e fanno da base per vini bianchi e spumanti qualità. Mentre a partire dalle uve a bacca rossa Aleatico, si produce il meraviglioso Elba Aleatico Passito DOCG.

Tradizione nel piatto e nel bicchiere: il rapporto cibo-vino in Toscana

L’abbinamento fra cibo e vino si effettua per concordanza o contrapposizione. Nel primo caso, le caratteristiche del cibo rispecchiano quelle del vino, nel secondo l’abbinamento nasce per contrasto, come quando si impiega un vino secco spumante provvisto di grande acidità per stemperare la grassezza di una frittura. Nel caso dei vini toscani, l’abbinamento con la cucina si compie spesso per tradizione, ovvero unendo il vino di un’area specifica con le ricette della stessa zona. Vediamo come:

Gli abbinamenti più felici

La cucina toscana è semplice ma gustosa, basata sull’impiego di verdure, carne e tanto pane. È proprio il riutilizzo del pane raffermo senza sale a fare da sfondo a piatti tipici come la ribollita, la panzanella o la pappa al pomodoro. Ricette tradizionali richiedono vini tradizionali ed un buon Chianti DOCG si sposa armoniosamente con queste pietanze. Così come con le carni alla griglia, specie la bistecca di Chianina alla fiorentina. Ideali con i piatti a base di selvaggina, cinghiale e lepre in primis, troviamo invece Il Brunello di Montalcino DOCG ed il Nobile di Montepulciano DOCG, vini rossi toscani dalla grande struttura. Mentre con i vassoi di salumi e formaggi, è il Morellino di Scansano DOCG a mostrarsi indicato. I vini bianchi toscani, infine, si comportano bene con le ricette di pesce. E se un Bianco dell’Empolese DOC è perfetto per i piatti semplici, la Vernaccia di San Gimignano DOCG regge bene anche le ricette più elaborate e sapide. Di fronte ad un succoso baccalà alla livornese, però, il vino bianco potrebbe non bastare. Per stemperare una ricetta così saporita, meglio optare per un Bolgheri DOC giovane, vino in grado di creare con il piatto un legame gustativo, oltre che geografico. Arrivando a fine pasto, la cucina tradizionale toscana prevede soprattutto dolci secchi come i cantucci, i cavallucci, i ricciarelli ed il panforte. Qui, è la scelta di un vino dolce passito a rivelarsi vincente. Fra i vini tipici della Toscana più indicati, incontriamo l’Aleatico dell’Elba passito DOCG ed il Vin Santo di Montepulciano DOC.

Matteo Sartini
Matteo Sartini

Nato nel 1980 a Milano, si trasferisce piccolissimo in Toscana, nei pressi di Cortona. Orgogliosamente nostalgico delle ultime due decadi del secolo passato, rimpiange il primo walkman, il poster di Freddie Mercury appeso in camera ed i lunghi pomeriggi in compagnia del Sega Mega Drive.

Crescendo, impara ad amare anche la lettura, partendo dai classici per approdare alla narrativa contemporanea...Leggi tutto

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