I mondo della video-proiezione si è molto semplificato nel corso degli ultimi anni, soprattutto grazie all’arrivo di modelli portatili o trasportabili a LED o Laser. Questo cambiamento ha portato i proiettori alla portata di un maggior numero di persone, ampliando notevolmente il parco dei potenziali interessati. In pratica la proiezione non è più esclusivo appannaggio di appassionati con ambienti dedicati o con impianti molto elaborati ma risponde ora ad esigenze molto più variegate.
Il fatto che tante più persone si affaccino a questo mercato in cerca di un prodotto da acquistare, ha reso ancora più critico un aspetto che gli appassionati conoscono già da anni. Le specifiche dichiarate possono essere in alcuni casi decisamente fuorvianti, specialmente se prese alla lettera. Non è affatto raro imbattersi in schede tecniche, presenti anche in alcuni negozi online piuttosto famosi, che promettono prestazioni mirabolanti impossibili da mantenere.
Il primo parametro da prendere con molta cautela è il dato che indica la luminosità. Non è raro imbattersi in prodotti, specialmente a basso costo (e come vedremo è un totale controsenso) che promettono luminosità altissime, ben oltre i 10.000 lumen, a volte anche il doppio o quasi. In molti casi questi flussi luminosi così robusti sono addirittura associati a proiettori portatili o comunque trasportabili, quindi piuttosto piccoli.
Qual è il problema? È presto detto: per generare una luminosità così alta sono necessari una sorgente ad alta potenza e un sistema di raffreddamento adeguato, dato che proiettori che arrivano a livelli così alti generano anche molto calore. Per capirci meglio: per trovare un proiettore home cinema da 10.000 lumen reali bisogna rivolgersi a marchi come i Sony VPL-GTZ380, gli Epson QL7000 o i Barco, cioè prodotti che costano dai 24.000 euro in su, più o meno, fino ad arrivare a cifre molto più elevate.
Se si confrontano poi le dimensioni si capisce benissimo che qualcosa non torna: come è possibile che prodotti portatili generino una luminosità addirittura più alta di macchine tanto più grandi? Il più piccolo dei proiettori che abbiamo citato sopra, il QL7000 Epson, misura 568 x 568 x 192 millimetri per un peso di 21,1 chilogrammi. Uno dei modelli portatili che abbiamo trovato con una rapida ricerca in rete occupa solo 103 x 136 x 156 millimetri e pesa sicuramente poco (il dato non era riportato) visto che si trasporta con una maniglia che non reggerebbe un grande carico.
L’incongruenza è lampante: se si potesse ridurre tanto l’ingombro, sicuramente marchi come operano nel mercato da decine di anni lo avrebbero fatto, invece di proporre solo macchine così tanto più grandi. I dati dichiarati purtroppo non sono quindi affidabili: non esistono tecnologie magiche che generano tanta luce quanto un proiettore professionale (quelli per eventi, presentazioni, musei o teatri), capace di proiettare anche in piena luce naturale o artificiale, condensando il tutto all’interno di un prodotto portatile.
Al di là di queste esagerazioni evidenti, bisogna comunque prestare attenzione: esistono vari modi per indicare la luminosità di un proiettore. Tra le modalità già diffuse citiamo gli ISO lumen, i LED lumen e gli ANSI lumen. Delle tre la più attendibile è l’ultima perché fa riferimento a standard che restituiscono valori più vicini a quelli reali. Dobbiamo comunque sottolineare che non si tratta di un indicatore sempre preciso: le condizioni in cui la misura viene effettuata possono modificare il risultato e in più di qualche caso viene riportato quello più alto, magari ottenuto solo in alcune modalità video e con colori tutt’altro che precisi.
Se possibile consigliamo perciò di cercare sempre recensioni o almeno pareri degli utenti, in modo da farsi un’idea precisa delle prestazioni. La luminosità di un proiettore è molto importante perché determina la dimensione dello schermo su cui si può proiettare e anche le condizioni in è possibile cui farlo. Senza un flusso luminoso robusto bisogna limitare l’area su cui si proietta e si deve sempre oscurare l’ambiente, diversamente si ottiene un’immagine troppo spenta.
La risoluzione è un altro aspetto critico: non è sempre così facile e immediato capire qual è quella nativa del proiettore. In alcuni casi c’è la tendenza a giocare sugli equivoci, specialmente per quanto riguarda i prodotti economici. Si possono trovare proiettori da pochissimo prezzo (anche meno di 100 euro) che riportano la dicitura “Full HD” o “1080p”. In realtà non si tratta sempre di modelli Full HD: la risoluzione reale può essere HD o anche più bassa.
Perché allora sviene scritto che sono Full HD o 1080p (è la stessa cosa)? Si gioca sul fatto che quei modelli possono accettare in ingresso un segnale Full HD che viene poi riadattato verso il basso, quindi a risoluzione HD o ancora più bassa. Lo stesso schema si può trovare su prodotti di fascia più alta con riferimenti al 4K: anche in quei casi la risoluzione non è veramente 4K, il segnale è supportato in ingresso e viene poi riadattato.
Per questi motivi bisogna sempre prestare attenzione: la risoluzione del proiettore è una cosa diversa dalla risoluzione massima che si può gestire in ingresso. Quest’ultima è riferita ai dispositivi collegati: si possono quindi usare console, decoder, PC o media-player in Full HD o 4K ma la risoluzione che si vede su schermo non è detto che sia la stessa che entra in ingresso. Un caso diverso ma che vogliamo segnalare sono i proiettori che non sono 4K nativi ma ricostruiscono la risoluzione 4K con tecnologie ad hoc.
Queste tecnologie sono effettivamente efficaci e lo si può constatare attivandole o disattivandole: la differenza si nota facilmente a occhio. È comunque bene sapere che non si tratta di 4K nativi e che se confrontati con prodotti che hanno una risoluzione 4K ottenuta senza artifici non sono solitamente alla pari, anche se il divario non è sempre così eclatante: altri aspetti hanno il loro peso, come la qualità delle lenti (se in plastica ed economiche possono penalizzare la messa a fuoco) e anche l’allineamento tra le matrici se si parla di proiettori 3LCD, LCoS o 3 chip DLP.
Il primo consiglio è quello di affidarsi a marchi noti: ce ne sono sia di storici sia di più recenti, come Xgimi o Formovie. In linea di massima andrebbero scartati tutti i prodotti troppo economici che promettono meraviglie, come abbiamo visto le soluzioni fantasmagoriche che riescono a superare i limiti della fisica sono solo chiacchiere da marketing. Per proiettori compatti o trasportabili ci sono ormai tantissimi modelli disponibili, ne abbiamo già parlato in altri articoli.
Possiamo magari aggiungere modelli come LG CineBeam Q HU710PB o Hisense C1. Passando invece ai modelli da installazione fissa, si può partire da prodotti dal costo contenuto come l’Optoma UHD35X o l’Epson EH-TW6250. Ovviamente esistono poi tantissimi altri proiettori dal costo molto più alto per cui la scelta è ampia, in questo caso però la scelta è probabilmente più semplice perché i marchi che operano in fascia alta sono praticamente tutti ben noti e con una storia decennale alle spalle.
Chiudiamo con i proiettori a tiro ultra-corto, quelli da posizionare a pochissima distanza dallo schermo: soluzioni valide dal costo contenuto sono Hisense PL1 o Xgimi Aura, completi di tutto tranne lo schermo e con buone prestazioni nonostante la fascia di prezzo sia vicina all’entry level. Anche qui volendo si può salire molto con la qualità, optando prima di tutto per i modelli con triplo Laser.
Il mondo della proiezione è molto cambiato nel corso degli anni. I proiettori home cinema e quelli professionali hanno sempre un'ampia diffusione, nelle rispettive nicchie. Il mercato si è però espanso, percorrendo
In precedenti articoli abbiamo parlato delle varie tipologie di proiettori, entrando in dettaglio su alcune tipologie come i proiettori portatili e come orientarsi nei relativi acquisti. In questo articolo vogliamo invece concentrarci
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