Bang & Olufsen Beolit 20: l’altoparlante Bluetooth con ricarica wireless

Il piccolo B&O Beolit 20 è potente, il design ricorda un cestino anni '50 e supporta la ricarica wireless Qi.
Di Dario d'Elia 24 Gennaio 2022
B&O Beolit 20

Bang & Olufsen Beolit 20 è un altoparlante wireless portatile che sposa perfettamente il gusto per gli oggetti del passato con l’innovazione. Ricorda una sorta di cestino anni ’50, ma oltre a offrire un suono potente e corposo mette a disposizione la ricarica wireless per gli smartphone. I limiti? Prima di tutto pesa 2,7 kg, quindi non è proprio un oggetto per lunghe scampagnate a piedi; a quel punto meglio un piccolo Bose Soundlink Color II oppure un Sonos Move. In secondo luogo costa circa 500 euro, quindi siamo nella fascia alta del mercato. Per gli economici c’è ampia scelta.

Design ma anche la ricarica wireless

Come tutti i dispositivi B&O anche il Beolit 20 si distingue per il design e i materiali ricercati. Nello specifico la struttura è realizzata con polimero altamente resistente agli urti e una griglia in alluminio anodizzato. Il risultato finale è gradevole e simpatico. Molto bella e comoda la maniglia in pelle conciata al vegetale. Attenzione però: non ha una certificazione di protezione contro pioggia o altri agenti atmosferici. Le dimensioni sono di 135 x 230 x 189 mm, mentre è il peso è di 2,7 kg: è senza dubbio un dispositivo portatile ma sconsigliato per una lunga passeggiata in montagna. Il suo ambiente ideale è in un giardino, sul terrazzo, in casa, magari in vacanza se si sta in B&B o in appartamento. Già, perché oltre a riprodurre la musica tramite Bluetooth 4.2 agisce anche da power bank (3200 mAh) per un eventuale smartphone dotato di ricarica wireless Qi come ad esempio l’iPhone 13. Nella parte superiore è sagomato come una vaschetta: basta appoggiare il proprio cellulare e si abilita la ricarica. Non manca poi la porta USB-C per ripristinarne l’autonomia e un ingresso cuffie da 3,5 mm. L’autonomia dichiarata corrisponde al vero: abbiamo rilevato infatti circa 8 ore con volume normale e più di 30 ore se si predilige un ascolto di sottofondo. Sempre nella parte superiore sono posizionati dei tasti gommati per gestire volume, accensione/spegnimento, avvio/pausa e abbinamento Bluetooth.

B&O beolit 20 recensione

Un suono potente

Il Beolit 20 è un altoparlante abbastanza potente per diffondere musica in un appartamento da 100 metri quadrati. Ha ben due amplificatori da 35W per 3 diffusori da 1,5 pollici, 1 woofer da 5,5 pollici e 2 radiatori passivi dei bassi da 4 pollici. In pratica il suono è corposo e i bassi hanno una presenza consistente – probabilmente anche per agevolare l’ascolto festaiolo o all’aperto. Il livello di dettaglio sonoro non è paragonabile a quello di un paio di cuffie o auricolari wireless di fascia medio-alta, ma d’altronde l’impiego di questo dispositivo è pensato per altro. L’app Bose Music comunque consente di regolare l’equalizzazione e quindi intervenire sulle varie frequenze per ottenere un ascolto consono ai propri gusti.

Conclusioni

Il Bang & Olufsen Beolit 20 è un bellissimo oggetto, per altro disponibile sia nella colorazione grigia che nera antracite – le rispettive griglie hanno poi una nota dorata oppure blu. Difficile trovare alternative così curate: forse l’unica alternativa portatile è il Marshall Tufton. Il suono spinge molto e anche ad alto volume non si rilevano particolari distorsioni sonore. I bassi sono piuttosto potenti. Molto comoda la vaschetta superiore di ricarica wireless, che per altro segnala con un led l’operatività. L’autonomia è buona. Forse il peso ne limita un po’ la portabilità e la mancanza di una certificazione di protezione agli agenti atmosferici suggerisce cautela all’aperto. Il prezzo di 500 euro di listino è da fascia alta, ma i contenuti tecnologici e di design sono all’altezza. Decisamente un potenziale bel regalo da fare (o da farsi).

Pubblicato il 24 Gennaio 2022
Dario d'Elia
Dario d'Elia

Sono nato nel 1974, esattamente nel momento in cui l'era digitale stava iniziando a varcare i confini dei laboratori per entrare nelle case. Risale proprio a quel periodo uno dei primi microcomputer: il "famoso" IMSAI 8080, che Matthew Broderick usò nel 1983 per violare il supercomputer del Norad nel film "Wargames". Ecco, sono cresciuto in quel periodo di transizione e...Leggi tutto

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