Quando si parla di connessioni via cavo è facile imbattersi in sigle come USB o Thunderbolt. Si tratta di due tecnologie apparentemente simili, utilizzate per collegare periferiche esterne al notebook o al PC desktop e trasmettere dati ad alta velocità tra più dispositivi.
I due standard sono nati in realtà in periodi differenti e solo dalla terza versione condividono lo stesso tipo di connettore, identificato attualmente con l’USB-C.
Ciò ha consentito una maggiore compatibilità tra i device in commercio, che adoperano l’una o l’altra interfaccia, anche se rimangono delle sostanziali differenze sulle quali proveremo a fare chiarezza in questa nostra guida.
L’acronimo USB sta per Universal Serial Bus e ha fatto la sua comparsa per la prima volta nel 1996, a bordo dei computer dell’epoca, con l’intento di facilitare la comunicazione tra periferiche e rendere più rapida la trasmissione dei dati.
La versione 2.0 è stata rilasciata a metà del 2000 e ha introdotto una serie di miglioramenti, tra cui una velocità di trasferimento pari a 480Mbps e una maggiore stabilità, decretandone il successo definitivo.
Il connettore USB ha subito diverse mutazioni negli anni, passando dallo standard di Tipo A fino alle varianti mini e micro presenti soprattutto su smartphone e tablet. Una seconda rivoluzione dell’interfaccia si è avuta nel 2008 con l’arrivo dell’USB 3.0, che ne ha aumentato le capacità di trasferimento dati toccando i 5Gbps.
Nel 2014 si è affacciato sul mercato lo standard USB di tipo C, un connettore di tipo simmetrico e più comodo da utilizzare, diventato presto il riferimento per i device mobili.
Nel frattempo la tecnologia USB ha subito ulteriori aggiornamenti raggiungendo una velocità di 20Gbps con la versione 3.2 introdotta nel 2017.
Più di recente è stata annunciata la nuova tecnologia USB4 che promette di arrivare a 40 Gbps assottigliando in questo modo le differenze, sul piano della velocità, con l’interfaccia Thunderbolt.
Per individuare uno dei primi computer con a bordo la tecnologia Thunderbolt dobbiamo tornare indietro di circa 10 anni. L’interfaccia è il risultato del lavoro di Intel e Apple che desideravano realizzare uno standard unico per gestire periferiche complesse, come i monitor per PC, e trasmettere grosse quantità utilizzando un unico cavo.
Nasce così nel 2011 la prima versione di questo nuovo standard che promette inizialmente una velocità nel trasferimento dei dati pari a 10Gbps, il doppio rispetto alla tecnologia USB in uso in quel periodo.
Circa due anni dopo compare sui MacBook di Apple la versione 2.0, che raddoppia la capacità di trasferimento dati portandola a 20Gbps. Il 2015 costituisce un anno cruciale per questo tipo di tecnologia: viene annunciata la versione Thunderbolt 3, che abbandona il connettore proprietario adottando il più diffuso USB-C e mostra una velocità sbalorditiva di 40Gbps.
Ciò consente di collegare in cascata fino a due display con risoluzione 4K, con una resa video fluida e a bassa latenza, ideale per i progetti di editing e per il gaming. In più, agli utenti viene data la possibilità di utilizzare i dispositivi dotati di USB-C attraverso la porta Thunderbolt, rendendo così i due universi più vicini.
Nel 2020 è stata introdotta la versione Thunderbolt numero 4 che migliora a livello tecnico le prestazioni, mantenendo la velocità di 40Gbps, e garantisce piena compatibilità con lo standard USB4.
Rispetto a qualche anno fa, in cui venivano adoperati connettori differenti, oggi Thunderbolt e USB non sono così semplici da riconoscere.
Ad aiutarci in una prima valutazione può intervenire il logo che identifica i due standard, nello specifico la tecnologia Thunderbolt utilizza come simbolo un piccolo flash mentre per l’USB è visibile una sorta di freccia a tre punte.
Chiaramente è sempre consigliabile consultare la scheda tecnica di computer e periferiche al momento dell’acquisto, così da sapere con certezza la versione della tecnologia utilizzata dall’unità.
Particolare attenzione va riposta alla compatibilità. Partendo dai cavi, è bene considerare che i cavi Thunderbolt 3 supportano entrambi gli standard, mentre i cavi USB-C 3.1 (o superiori) possono essere utilizzati solo con dispositivi USB.
Allo stesso modo, un ingresso di tipo Thunderbolt 3 è in grado di supportare sia dispositivi Thunderbolt 3 che USB-C 3.1 (o superiori), mentre per l’USB il campo è ristretto ai dispositivi che usano la medesima tecnologia.
Ciò, come abbiamo spiegato nei paragrafi precedenti, è giustificato dal fatto che i due standard fino alle terza generazione viaggiano su due velocità differenti. In ogni caso, con l’arrivo della quarta generazione le differenze tra USB e Thunderbolt continuano a persistere, poiché legate ai requisiti hardware dei singoli dispositivi.
Quando si acquista un nuovo computer è possibile trovarsi davanti ad un bivio per quanto concerne le connessioni a bordo.
Va fatta una premessa: i computer che dispongono di connessioni Thunderbolt hanno senza dubbio un costo superiore, rispetto ai computer che utilizzano lo standard USB, poiché rivolti a professionisti ed utenti con esigenze specifiche.
È chiaro che se si è già in possesso di un monitor 4K dotato di connessione Thunderbolt, come il BenQ PD3220U o l’Asus ProArt PA32UCG, diventa necessario orientarsi verso un PC o portatile che dispone dello stesso standard, al fine di sfruttare al meglio le periferiche.
Oltre all’intera linea di computer Apple, oggi è possibile trovare la tecnologia Thunderbolt anche su dispositivi di altri brand, tra i quali citiamo l’MSI GF63 Thin oppure il Dell XPS 15 9520.
L’USB-C è, in linea di massima, più diffuso rispetto alla controparte Thunderbolt, ed è semplice trovarlo anche su dispositivi di fascia bassa. Se però si vuole testare la velocità dell’USB di quarta generazione è possibile rivolgersi a dispositivi come il Microsoft Surface Laptop Studio o il Samsung Galaxy Book Pro.
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