Al giorno d’oggi gli smartwatch e gli orologi sportivi sono qualcosa di più di semplici dispositivi per tenere traccia degli allenamenti o per usare in remoto il proprio smartphone. Questi wearable sono anche fondamentali per chiunque voglia tenere sotto controllo i parametri della propria salute.
Con il tempo sono apparsi sensori sempre più avanzati sia sui modelli dei principali produttori di smartwatch come Garmin o Fitbit, sia su dispositivi realizzati da aziende del settore smartphone come Samsung e Apple.
Ecco così che, a sensori come il cardiofrequenzimetro, si sono aggiunti quelli per il per rilevare la percentuale di ossigeno nel sangue e funzionalità di monitoraggio del sonno. Molto spesso, inoltre, gli smartwatch permettono di incrociare tutte queste informazioni per determinare il livello di stress.
Le funzionalità appena elencate sono normalmente disponibili su tutti gli smartwatch ma ci sono alcuni modelli che si sono rivelati più adatti e precisi a monitorare alcuni tipi di parametri. Ecco che vogliamo elencare, dunque, per ogni funzionalità il modo in cui queste operano e quali sono i migliori modelli adatti allo scopo.
Prima di cominciare, però, va sottolineato che le funzioni degli smartwatch dedicate alla salute sono delle ottime indicazioni, spesso abbastanza precise, ma che, come ricordano gli stessi produttori, non possono sostituire ovviamente rilevazioni professionali con presidi medici ad hoc. Nel caso di determinate patologie, dunque, è sempre meglio considerare le indicazioni di questi wearable come tali e affiancarli a rilevamenti medico-professionali.
Il rilevamento della frequenza cardiaca è una funzionalità che permette di rilevare istantaneamente il numero di battiti del cuore nell’arco di un minuto. Questo è molto utile agli sportivi, per tenere sotto controllo l’intensità dell’attività fisica, ma anche per tenere sotto osservazione il livello di stress o di stanchezza. Chiaramente il dato che arriva dal cardiofrequenzimetro va sempre contestualizzato in base alle proprie condizioni di salute oltre che all’età e allo stile di vita. Solitamente gli smartwatch usano una rilevazione di tipo ottico che sfrutta la luce e i sensori per ottenere il valore in battiti per minuto (bpm).
In termini di rilevazione della frequenza cardiaca, i dispositivi Garmin sono tra i più avanzati del settore. Modelli anche di fascia medio-bassa come Forerunner 45 sfruttano, oltre al cardiofrequenzimetro ottico, anche la tecnologia Elevate sviluppata dal produttore permettendo di ottenere dei dati come la frequenza cardiaca a risposo o il valore più elevato. Per chi cerca, invece, informazioni più specifiche modelli top di gamma come Garmin Forerunner 945 riescono a indicare la frequenza cardiaca da non superare durante l’attività fisica inviando delle notifiche a riguardo.
Solitamente gli orologi sportivi sono i dispositivi indicati per rilevazioni più complete della sola frequenza cardiaca ma anche smartwatch non espressamente dedicati all’attività fisica presentano funzioni molto avanzate. Nel caso di Apple Watch Series 6, ad esempio, è presente anche la funzionalità ECG che permette di genere un elettrocardiogramma a singola derivazione. Inoltre il wereable Apple permette anche di rilevare periodicamente nel corso della giornata la frequenza cardiaca.
La funzione di rilevamento periodico del battito cardiaco si può trovare comunque anche sulle smartband pensate per chi non ha bisogno di tutte le funzionalità degli smartwatch o il livello di specificità fornito dagli orologi sportivi. Questi fitness tracker riescono comunque a offrire una serie di monitoraggi del proprio stato di salute. Il modello Fitbit Charge 4 ad esempio ha anche le funzionalità Active Zone Minutes che prevede determinati punteggi per l’attività in alcune “zone cardiache” ben precise.
La qualità del sonno è una componente fondamentale per il proprio stato di salute e per questo ormai tutti i dispositivi wearable offrono questo tipo di monitoraggio. Molti smartwatch o fitness tracker, oltre a determinare le ore complessive di sonno, riescono anche a rilevare quanto tempo si trascorre in ogni singola fase durante i vari cicli e la durata delle fasi REM o non-REM. Alcuni dispositivi, inoltre, incrociano queste informazioni con quelle relative alla frequenza cardiaca e ai livelli di ossigeno nel sangue per capire se si soffre di disturbi respiratori del sonno. In questo caso la scelta di una smartband o di uno smartwatch va oltre la semplice preferenza personale o il prezzo: monitorare il proprio sonno significa tenere costantemente al polso il dispositivo e l’idea di indossare anche nelle ore notturne un orologio potrà non essere l’ideale per alcune persone che, dunque, farebbero meglio a rivolgersi a una smartband.
Polar M430 è uno dei migliori orologi sportivi per la corsa ma le funzioni di monitoraggio del sonno di questo modello sono particolarmente avanzate. Il Polar Sleep Plus, infatti, permette di monitorare non semplicemente quanto tempo si trascorre a letto ma anche l’effettiva durata del sonno, riuscendo a differenziare tra i periodo di sonno ed eventuali interruzioni. Tutti questi dati vengono poi trasmessi all’app Polar per fornire un resoconto dettagliato dei cicli del sonno. Huawei Watch GT 2e è un altro smartwatch con funzionalità per il monitoraggio del sonno molto dettagliate che permette soprattutto una visualizzazione completa e funzionale molto utile per capire come migliorarne la qualità sotto diversi aspetti.
I fitness tracker di Xiaomi negli ultimi anni hanno mostrato delle enormi capacità nel rilevare i dati dello stato di salute e a un prezzo estremamente accessibile. In termini di monitoraggio del sonno Mi Band 4 è in grado non solo di quantificare la durata del sonno ma anche esaminarne la qualità e dare un punteggio. A questo si aggiungono anche alcuni suggerimenti quali andare a dormire prima o migliorare la qualità della respirazione. Tutti questi dati vengono poi visualizzati in maniera molto ordinata sull’app di Xiaomi dedicata. Questo modello è disponibile a un prezzo di 19 euro e ancora oggi è estremamente valido nonostante l’uscita del Mi Band 5.
Samsung Galaxy Fit 2 offre molte funzionalità complete in termini di monitoraggio del sonno dalle più classiche come il tempo trascorso a dormire sino al calcolo della media delle proprie ore di sonno aggiungendo anche informazioni come le calorie bruciate. Questo modello ha però anche un vantaggio in più sulla concorrenza offrendo un’autonomia eccezionale di una settimana. Si tratta di una caratteristica molto importante dato che dovendo indossare la smartband nelle ore notturne, la classica ricarica serale non sarà possibile, con tutte le conseguenze del caso.
La funzionalità saturimetro sta diventando sempre più diffusa e ricercata negli smartwatch e nelle smartband. Grazie a un sensore dedicato, infatti, questi wearable permettono di rilevare la presenza di ossigeno nel sangue. Queste informazioni sono molto utili per chi pratica attività fisica ad esempio in montagna, mentre nella vita di tutti i giorni rappresentano uno dei parametri per valutare la qualità del sonno e dare possibili indizi su disturbi della respirazione durante le ore notturne. Soprattutto negli ultimi mesi, questa funzione è diventata ancora più conosciuta con la diffusione del Covid-19: i parametri di ossigeno nel sangue, infatti, sono degli indicatori fondamentali sul possibile decorso della malattia.
Per trovare questo tipo di funzionalità non serve necessariamente acquistare smartwatch molto costosi. Si tratta infatti di una funzionalità presente anche in molte smartband, solitamente più economiche degli orologi. Modelli particolarmente apprezzati e dal prezzo molto basso come Honor Band 5 permettono di rilevare questo parametro. Il funzionamento su questo modello è particolarmente semplice: selezionando la funzione dedicata, basterà tenere il polso fermo per circa un minuto in modo che la smartband riesca a rilevare la percentuale di ossigeno nel sangue. Questa sarà poi trasmessa all’apposita app Health che permetterà di visualizzare i valori più alti e bassi delle ultime rilevazioni.
Essendo uno dei principali produttori di orologi sportivi, Garmin propone su tutti i suoi modelli la funzionalità di saturimetro e il modello Garmin Forerunner 245 è a metà strada tra i modelli più costosi e quelli top di gamma di questo marchio. Il pulsossimetro integrato permette di rilevare la percentuale di ossigeno nei vasi periferici (SpO2) e questo modello permette di effettuare le classiche letture SpO2 in qualsiasi momento oppure in modalità automatica per un arco di tempo prolungato. Tutti i dati poi possono essere visualizzati anche nei grafici del monitoraggio del sonno con l’integrazione dei livello di saturazione.
Fitibit Versa 3 è un altro modello che può contare su un sensore saturimetro integrato. Questo modello offre le funzioni che accomunano molte smartband ma merita una menzione per altre caratteristiche non legate a questa funzione ma che lo rendono particolarmente interessante. Oltre a una batteria particolarmente longeva, fondamentale per una wearable che integra anche funzionalità per il monitoraggio del sonno, questo modello ha anche un microfono integrato che permette di richiamare al volo gli assistenti vocali del proprio smartphone. Una funzionalità molto utile ma non così diffusa sulle smartband e più frequente sugli smartwatch di fascia medio-alta.
Per chi cerca un orologio con la funzionalità da pulsossimetro ma non è particolarmente attratto dal design degli orologi digitali, sportivi e non, una buona alternativa è Withings ScanWatch. Si tratta di un wearable analogico, dall’aspetto molto classico, che ha anche i classici sensori per il monitoraggio della salute. Quello dedicato alla presenza dell’ossigeno nel sangue permette di rilevare eventuali irregolarità nella respirazione durante il sonno, mostrando i risultati in un grafico molto utile che permette anche di disaggregare parzialmente i dati delle rilevazioni.
Molti smartwatch, soprattutto recenti, presentano anche una funzionalità per monitorare lo stress. In questo caso, naturalmente, non c’è un sensore dedicato ma è il software a incrociare i dati preesistenti, come la frequenza cardiaca rilevata costantemente e le ore di sonno. Ma un altro parametro molto importante è quello delle variabilità della frequenza cardiaca (HRV) che misura i cambiamenti nel tempo che intercorre tra un battito del cuore e il successivo.
In questo senso, però, gli smartwatch non forniscono il valore preciso rilevato, quanto delle indicazioni generali mostrando solitamente un livello di stress. Ad esempio, modelli come il Garmin Fenix 6 Pro danno un punteggio giornaliero da 1 a 100: fino a 25 ci si trova in uno stato di riposo, da 26 to 50 si è in una condizione di stress basso, da 51 a 75 si tratta di stress medio e da 75 in su stress elevato. Garmin ha anche introdotto degli esercizi di respirazione che possono essere notificati agli utenti per abbassare il loro livello di stress.
Con l’obiettivo di migliorare la qualità della vita degli utenti, molti produttori non si limitano ad offrire un indicatore dello stress ma propongono attivamente delle soluzioni agli utenti per abbassarlo. Nello sviluppo del Galaxy Watch Active 2, Samsung ha stretto una partnership con l’app di meditazione e mindfulness Calm in modo da poter gestire direttamente dallo smartwatch le sessioni. Alla fine dell’attività è possibile visualizzare anche l’abbassamento del livello di stress.
Modelli come Fitbit Ionic non hanno un punteggio legato allo stress ma offrono esercizi sulla respirazione della durata di due o cinque minuti invitando gli utenti a sincronizzarsi con gli indicatori che appaiono sullo schermo dello smartphone in modo da eseguirli nella maniera corretta. Una volta avviata l’app appare una notifica che avvisa che il livello di stress viene monitorato durante la sessione. Questa tipologia di esercizi vengono anche proposti sui dispositivi che sfruttano il Wear OS di Google come il Fossil Sport FTW4021P.
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