Toccare il cielo con un dito: i droni migliori nella nostra guida all’acquisto

Nati in campo militare, i droni sono oggi impiegati in ambito cinematografico, musicale, investigativo ed agricolo. Ma anche per rilievi catastali e consegne postali. La popolarità del drone, però, va oltre la propria effettiva funzionalità. Parliamo di un successo su larga scala trascinato dalla passione dell’uomo per il volo come concetto primigenio. In commercio troviamo modelli di tutti i tipi, dai droni giocattolo a quelli professionali. Nella nostra guida ne abbiamo descritto il funzionamento e le caratteristiche principali, così da fornirti molti utili strumenti per acquistare consapevolmente. 
droni

Come scegliere il drone

Partiamo alla ricerca del drone giusto attraverso alcune considerazioni preliminari: 

Dimensioni e peso – Fra un drone economico dal carattere puramente ludico ed un drone professionale le differenze non mancano. Oltre ad una disparità di prezzo e prestazioni, sono dimensioni e peso a cambiare. I modelli giocattolo, infatti, sono compatti e ultraleggeri, fattore che li rende fruibili anche in casa. I più grandi ed evoluti, invece, richiedono spazi aperti per compiere le proprie evoluzioni. Da notare, inoltre, che all’aumentare del peso crescono anche le restrizioni legate alla sicurezza. Ma di questo parleremo in un’apposita sezione.

Controlli e connettività – Oltre che con le classiche leve del radiocomando, i droni possono essere controllati tramite lo smartphone, sfruttando la connettività Wi-Fi o Bluetooth. Nel primo caso, il raggio d’azione arriva a circa 50 metri che scendono a 20 nel secondo. Ma per chi cerchi il top, le onde radio restano il punto di riferimento, raggiungendo in casi estremi anche i 10 Km di distanza.  

Fotocamera – Quasi tutti i droni sono provvisti di fotocamera ma solo i modelli per uso professionale realizzano video e foto di grande effetto. Risoluzione, qualità dei componenti e stabilizzazione dell’immagine: ecco i fattori che più incidono sulla qualità finale. 

Durata della batteria – L’autonomia in volo dei droni giocattolo si assesta sui 5 minuti. Mentre i modelli top di gamma, come il DJI Mavic Air, possono arrivare anche a mezz’ora. Molto dipende dalla qualità e della capacità della batteria che aumenta man mano che saliamo di livello. Ma senza esagerare troppo, pena l’impossibilità di alzarsi in aria.

Quanto costa un drone?

prezzo droni
Per portarsi a casa un drone giocattolo compatto e semplice possono bastare anche 50 euro. Ed è questa la scelta migliore per i curiosi, per chi non ha mai pilotato un drone ed è interessato a tutto il mondo che ruota attorno ai piccoli velivoli controllabili a distanza. Un mini drone del genere è perfetto per prendere confidenza con i comandi e con i movimenti. Inoltre, lo si può utilizzare anche all'interno di un appartamento, facendo sempre molta attenzione. In un secondo tempo, potremo passare ad un modello più evoluto e più costoso, forti dell'esperienza fatta a suon di urti e cadute al suolo. I droni professionali rappresentano l’ultimo step evolutivo e sono rivolti ai piloti più abili. Pensati per numerose attività lavorative (rilievi, riprese, indagini, operazioni militari ed umanitarie…), si fanno anche protagonisti nelle competizioni ufficiali. Ma nulla vieta di sfruttarli per puro divertimento. Le differenze di prezzo fra droni economici e top di gamma sono molto accentuate ed è importante inquadrare il budget a disposizione per acquistare il modello giusto per noi. Per questo, abbiamo selezionato i migliori inserendoli in tre fasce di prezzo: economica (entro 100 euro), media (fino a 450 euro) e alta (oltre 450 euro). 
(Dati aggiornati a marzo 2022 e soggetti a variazione nel tempo)

Fascia economica (entro 100 euro)

Pur culminando a quota 100 euro, la fascia economica racchiude anche parecchi droni dal costo inferiore, che rientrano di diritto nella categoria dei droni giocattolo. Leggeri e intuitivi da padroneggiare, non impongono particolati restrizioni nel volo all’aperto. Prendiamo, ad esempio, il Silverlit Flybotic Bumper Drone, modello dalle forme bombate che resiste bene agli urti, proteggendo le eliche con inserti in plastica rotondi. Capace di decollare e atterrare anche sull’acqua, è affiancato da un preciso radiocomando. E offre circa 5 minuti di operatività in aria. Meglio si comporta il mini drone TwoDots Snap, disponibile in tante colorazioni accattivanti. Leggerissimo e pieghevole, si controlla con lo smartphone collegato via Wi-Fi. E grazie alla discreta fotocamera, ci permette di realizzare foto e video da condividere in tempo reale sui social. Per chi cerchi un’esperienza di livello superiore, consigliamo il V-Storm Star Tec, drone economico provvisto di doppia telecamera HD e radiocomando con supporto per lo smartphone. Robusto e stiloso, integra una buona batteria da 1000 mAh che regala un’autonomia di poco inferiore ai 15 minuti. In ultimo ma non per importanza, ecco un vero best-buy intorno ai 100 euro. DJI Tello è un drone completo, performante ed affidabile, il cui punto di forza è la maneggevolezza. Ma anche l’autonomia si mostra più che soddisfacente, così come il raggio d’azione di circa 100 m.

Fascia media (da 100 a 450 euro)

Superando di poco il limite minimo della fascia media, ci portiamo a casa un prodotto di notevole interesse. Airpix Airselfie è un mini drone dal peso di circa 50 grammi che entra comodamente nel palmo di una mano. Protetto da una scocca antiurto che preserva le eliche, regala scatti e filmati di buona qualità. Pensato per lavorare in modalità automatica, spostandosi e scattando foto in autonomia, si controlla anche con lo smartphone e l’apposita app Airpix. Per chi cerchi qualcosa di più di un drone giocattolo, DJI è il marchio di riferimento. L’azienda cinese leader del settore vanta un catalogo ricco e sfaccettato, dal quale abbiamo attinto in abbondanza. DJI Mavic Mini SE uno dei droni migliori per rapporto qualità-prezzo. Compatto e lineare nel design, questo quadricottero monta una fotocamera da 12 MP che realizza foto e video stabilizzati a risoluzione 2K. Solida anche l’autonomia di circa mezz’ora grazie alla generosa batteria da 2250 mAh. Alla stessa famiglia appartiene il DJI Mavic Mini che condivide molti elementi con il modello precedente ma si differenzia per alcune scelte di design. La versione che abbiamo scelto, però, aggiunge non poco alla configurazione standard. Parliamo del set Fly More Combo che include svariati accessori aggiuntivi, fra cui una batteria, un hub di ricarica a due vie e una pratica borsa. DJI Mini 2, infine, mette insieme il meglio dei droni precedenti. E se le performance in aria restano di livello altissimo, il comparto fotografico fa un netto balzo in avanti. Ma a cambiare è anche il controller che si fa più intuitivo ed ergonomico.

Fascia alta (oltre 450 euro)

La fascia alta si apre laddove si era chiusa quella media, con un prodotto proposto qui in versione deluxe. Il drone DJI Mini 2 è un modello compatto che, in configurazione Combo, esprime ancora meglio il proprio notevole potenziale. Nella confezione, oltre al velivolo, sono presenti svariati ricambi e utili accessori, fra cui ben tre battery pack. Per chi voglia fare un ulteriore passo avanti qualitativo, sempre DJI propone il modello Air 2S, uno degli ultimi nati del colosso cinese. Drone professionale ultraleggero, copre un raggio di azione di ben 8 Km. E monta un sensore CMOS di grandi dimensioni per catturare tutta la luce necessaria a scattare e girare in modo eccellente. Al top per stabilità e autonomia, include un’ampia gamma di funzioni automatiche che semplificano il volo e le riprese aeree. Dedicato ai più competitivi, invece, è il drone racing DJI FPV Combo che sfrutta la visione in prima persona per restituire al pilota tutta la velocità e l’adrenalina delle corse. Aggressivo nel design, offre un’esperienza immersiva grazie alla trasmissione delle immagini a bassa latenza. E concludiamo nel modo migliore con il Mavic 3, la punta di diamante nel catalogo DJI. Versatile come nessun altro, vanta numeri da record in quanto a raggio d’azione (30 Km), altitudine (6000 m) e durata della batteria (45 minuti circa). Ma non teme rivali neanche sul versante fotografico. Non a caso, è il compagno fidato di videomaker e fotografi professionisti.

Com’è fatto un drone?

caratteristiche droni
I droni appartengono alla categoria degli UAS, acronimo di Unmanned Aircraft System, ovvero sistema aeromobile senza equipaggio. Considerando il significato stretto del termine, anche i velivoli radiocomandati utilizzati durante la Prima Guerra Mondiale sono da considerarsi droni. Nell'immaginario attuale, però, associamo a questo termine i quadricotteri, ossia i modelli con quattro eliche, come il DJI Tello. Il corpo centrale di un drone è molto leggero e prevede quattro braccia al cui culmine si collocano i motori e, appena sopra, le eliche. In basso, invece, altrettanti piedini lo tengono stabile a terra, impedendo al corpo di toccare il suolo. All'interno, abbiamo la batteria ricaricabile e la centralina di volo (Flight controller), il cervello che gestisce tutti i movimenti impartiti dal radiocomando, sfruttando sensori come il giroscopio e l'accelerometro. La ricarica avviene in modo semplice collegando la batteria direttamente ad una presa elettrica o ad un cavo USB. A decretare la differenza fra un mini drone ed un drone professionale è la qualità dei materiali costruttivi, l'autonomia, la velocità raggiungibile e la sensibilità dei comandi. Ma, a livello generale, il funzionamento resta lo stesso. Ed il numero limitato di componenti utilizzati li rende facili da sostituire in caso di rottura.

Uno sguardo alla normativa vigente

In quanto mezzi aerei a tutti gli effetti, i droni devono rispondere ad una normativa molto ferrea. Dal 31 dicembre 2020, tale corpo di leggi è valido per tutti i Paesi UE. Non è, quindi, più l’ENAC (Ente Nazionale per l'Aviazione Civile) ad occuparsene ma l’EASA (European Union Aviation Safety Agency). Le novità non sono poche e riguardano, soprattutto, la classificazione dei droni ed i requisiti per poterli manovrare. Va detto, però, che tali regole riguarderanno i modelli messi in commercio dopo il primo gennaio 2023. E questo intervallo di tempo servirà alle case costruttrici per adeguare i propri prodotti ai nuovi standard. Vediamo di seguito i punti più importanti della normativa europea.

Classificazione dei droni

Mini droni con finalità ricreativa e droni professionali rientrano oggi nella stessa categoria, denominata Open e pensata per unificare gli scenari d’uso a basso rischio. La rinnovata classificazione tiene conto della pericolosità connessa all’uso del drone e prevede tre principali sottocategorie: A1, A2 e A3. Posto che sorvolare assembramenti resta vietato a tutti i livelli, la differenza principale riguarda la distanza da rispettare in presenza di singole persone. Con i droni A1 non ci sono particolari restrizioni mentre i modelli A2 dovranno mantenersi almeno a 30 metri di distanza che salgono a 150 con la categoria A3. Un’ulteriore sottocategoria comprende le classi C0, C1, C2 e C3. In questo caso, è il peso del drone il fattore discriminante. I modelli C0, ad esempio, non possono superare i 250 grammi, i C1 i 900 grammi ed i C2 i 4 Kg. Da 4 a 25 Kg, infine, parliamo di modelli C3 e C4. Come si può capire da queste poche righe, i droni più pesanti sono anche più pericolosi e, per questo, saranno soggetti a norme più stringenti. Non a caso, le ultime due classi C rientrano nella categoria A3. A livello di certificazione, da gennaio 2023 ogni modello messo sul mercato dovrà prevedere la marcatura CE e indicare chiaramente la classe di appartenenza.

Requisiti operativi

Le nuove regole non riguardano solo il drone ma anche chi lo andrà a manovrare. Quattro sono i requisiti base per poterli utilizzare, il primo dei quali è effettuare l’immatricolazione del pilota sul portale d-flight. In secondo luogo, è indispensabile ottenere l’attestato di competenza UAS emesso dall’ENAC e sottoscrivere un’assicurazione per la responsabilità civile. Va detto, però, che l’attestato e l’immatricolazione non sono necessari per i droni di classe A1-C0 con peso inferiore ai 250 grammi. Se, però, dovessero montare sensori fotografici capaci di violare la privacy, come nel caso del DJI Mavic Mini, l’immatricolazione tornerebbe obbligatoria.

Droni da utilizzare senza particolari restrizioni:
Dji Tello
Airpix Airselfie
Hubsan H501S

Mini droni contro modelli evoluti: le principali differenze

Ogni drone, sia di tipo economico che professionale, è provvisto di motori in numero variabile a seconda delle eliche presenti. Che siano tre, quattro o più, i motori sono in grado di aumentare e diminuire la propria velocità indipendentemente, così da eseguire i vari spostamenti. Inoltre, per tenere il drone stabile in aria, alcune eliche ruotano in senso orario e altre nel verso opposto. E lo stesso meccanismo consente al piccolo velivolo di ruotare su se stesso. Pur restando fissi i principi base del volo, le differenze fra un mini drone e un drone evoluto dal carattere professionale non mancano. Vediamole meglio di seguito.

Mini droni

Per prendere dimestichezza con le manovre base, la cosa migliore è acquistare un mini drone dal prezzo contenuto. Leggerissimi e compatti, questi piccoli UAS ci aiutano a familiarizzare con le operazioni principali. Alzarsi in quota, procedere frontalmente o retrocedere, virare a destra, a sinistra e ruotare su un asse centrale: ecco i movimenti che un drone compatto può affrontare anche all'interno di un appartamento. All'esterno, però, le cose cambiano e, in caso di forte vento, è sconsigliato utilizzare modelli così leggeri che diventerebbero difficili da controllare. In ogni caso, anche se non provvisti di funzionalità particolari, i mini droni montano quasi sempre una piccola fotocamera per registrare video e scattare foto, anche con qualità HD.

Droni evoluti

Salendo di prezzo, le prestazioni si fanno più interessanti. Il peso e le dimensioni crescono, così come la quantità di energia necessaria per permettere al drone di librarsi in aria. Le batterie sono, quindi, più capienti, fattore che permette ad un drone professionale di raggiungere fino a 45 minuti di autonomia. I materiali costruttivi di questi modelli si fanno più ricercati, viene introdotto il carbonio, il policarbonato e l'alluminio. E la componente hardware è in grado di gestire un numero maggiore di processi e funzionalità. Pensiamo, ad esempio, al Return to Home (RTH), feature legata al GPS che permette al drone di tornare in automatico nel punto esatto da cui è decollato. Altro elemento chiave che differenzia un prodotto economico da uno più evoluto è la fotocamera. I droni migliori sono in grado di girare incredibili video aerei a risoluzione 4K.

Droni dall’ottimo rapporto qualità-prezzo:
Helloyoung SG906Pro 2
Dji Mavic Mini
Dji Mavic Mini Fly More Combo

Il controllo del drone

Il collegamento fra drone e unità di controllo può sfruttare la tecnologia Bluetooth oppure il Wi-Fi. Senza contare la possibilità di utilizzare il nostro smartphone come controller, previa il download di un’apposita app. Il raggio d'azione di questi sistemi, però, è molto limitato. In tal senso, per dare fondo alle potenzialità del nostro UAS, è meglio scegliere un modello che sfrutti le frequenze radio. I comandi principali del radiocomando sono due stick in grado di gestire i movimenti del drone. Una leva lo fa alzare in aria ed abbassare (throttle), oltre che ruotare su un asse centrale (yaw). Con l'altra, invece, possiamo spostare il drone avanti e indietro (pitch) e lateralmente (roll). In aggiunta, alcuni tasti posizionati in prossimità degli stick ci consentono di calibrare al meglio i suddetti movimenti (trim). È poi presente quasi sempre un display che ci fornisce informazioni sullo stato di carica del radiocomando e del drone stesso. E potremmo fermarci qui, se stiamo considerando un drone giocattolo. Molte di più, invece, sono le funzioni nel radiocomando di un drone professionale o semiprofessionale. Fra le principali, segnaliamo tasti specifici per attivare il GPS, far tornare il drone al punto di partenza, farlo fluttuare sempre alla stessa altezza e avviare la registrazione video. Molto interessanti sono anche i pulsanti che, senza alcuno sforzo, consentono al drone di esibirsi in evoluzioni e trick speciali.

Droni apprezzati per la semplicità d’uso:
TwoDots Snap
Silverlit Flybotic Bumper Drone
Dji Tello

Qualità della fotocamera

Indispensabile per alcuni, piacevole valore aggiunto per altri: la fotocamera di un drone resta una delle variabili che maggiormente ne fa oscillare il prezzo. Se da un drone giocattolo non otterremo mai una qualità video eccezionale, i modelli con fotocamera premium, come DJI Mavic Mini Fly More Combo, ci permetteranno di girare filmati incredibilmente coinvolgenti. Ecco il perché:

Risoluzione

Ad influenzare la qualità video in modo diretto è la risoluzione della fotocamera. Se a bordo di un mini drone entry-level non supera i 480p, i migliori UAS montano dispositivi in grado di arrivare fino a risoluzione 4K. Senza dover per forza raggiungere tale traguardo, le risoluzioni HD (720p) e Full HD (1080p) ci danno la possibilità di registrare video con una definizione più che soddisfacente.

Stabilizzazione dell’immagine 

La fotocamera riesce a dare il massimo solo se le naturali vibrazioni del drone in aria vengono limitate attraverso la stabilizzazione dell'immagine. Nei droni economici tali tecnologie non sono previste mentre compaiono sui modelli di fascia medio-alta. La soluzione più semplice è un sistema meccanico in cui sospensioni poste su un piano vanno a compensare le vibrazioni. Più evoluta è la stabilizzazione Gimbal che, attraverso un giunto cardanico, consente alla telecamera di mantenere sempre la stessa posizione anche se il drone si muove nelle varie direzioni. Il Gimbal a tre assi assicura una stabilizzazione praticamente perfetta dell'immagine mentre quello a due solo parziale. 

App per smartphone e visore VR

Sfruttando specifiche app per smartphone è possibile trasmettere al telefono l'immagine che il drone sta riprendendo per poi, magari, condividerla in tempo reale. Il tutto attraverso il Wi-Fi. Proprio per questo, molti radiocomandi in commercio prevedono un supporto aggiuntivo sul quale posizionare il telefono, in modo da avere le immagini visibili a colpo d'occhio. Ma l'ultima frontiera dell'immedesimazione è rappresentata dall'utilizzo di visori VR. Una volta inserito lo smartphone all'interno e indossato il visore, infatti, potremo vivere un'esperienza in prima persona, come se stessimo volando a bordo del drone stesso. Denominata FPV (First Person View), è largamente utilizzata nel Mondo del racing ma si mostra incredibilmente coinvolgente in qualsiasi frangente. E visto che la qualità dell'esperienza si lega giocoforza a quella delle immagini, si fanno necessarie videocamere con risoluzioni particolarmente elevate.

Il comparto connettività

Si è accennato al fatto che Bluetooth e Wi-Fi possano essere utilizzati per connettere il drone al controller. Ma i due protocolli di connettività svolgono un altro compito importante: permettere alla fotocamera dei droni di mostrare immagini aeree in tempo reale. Basterà, infatti, che i due dispositivi siano accoppiati per ottenere tale risultato. In un'ottica del genere, il Wi-Fi si mostra la soluzione migliore per via di un raggio d'azione decisamente più ampio rispetto al Bluetooth che si ferma a circa 20 metri. Venendo alla connettività più tradizionale, va detto che ogni modello, dal drone giocattolo a quello professionale, è provvisto di uno slot per schede di memoria SD. E una volta inserite nell'apposito vano, queste unità di memoria faranno da archivio per foto e video catturati ad alta quota. Infine, per quel che riguarda la ricarica della batteria, viene di solito utilizzato un cavo con uscita USB. Nei droni economici l'operazione avviene collegando il cavo alla porta di un computer o di un altro dispositivo che possa fornire energia. Ma quando la batteria si fa più grande, la ricarica richiede un apposito alimentatore da parete.

Funzioni che agevolano il controllo in volo

In questa sezione punteremo la lente d'ingrandimento sui sistemi in grado di rendere più semplice e sicura l'esperienza di volo del drone. Cominciamo con i sensori per, poi, spostare il focus sul GPS. E concludiamo con la comodissima modalità Headless.

I Sensori 

Tutti i modelli in commercio, dai droni economici ai top di gamma, montano alcuni sensori di fondamentale importanza per il volo. Ci riferiamo al giroscopio, all'accelerometro ed al barometro. La combinazione di questi tre sensori, infatti, permette ai droni di rimanere stabili ad una certa altitudine da terra, mantenendo la propria posizione anche se, ad esempio, c'è del forte vento. Nei modelli più evoluti, poi, trovano posto vari altri sensori in grado di estendere le potenzialità del drone e renderne il volo più sicuro. Uno per tutti, il sensore anticollisione che permette al drone di evitare in automatico gli ostacoli che gli si dovessero parare davanti. O quello a infrarossi per la visione notturna, presente ad esempio nel ricco set DJI Mavic 3 Fly More Combo.

Il GPS

La navigazione GPS offre un enorme supporto nel controllo del drone. Basti pensare che su questa tecnologia poggia l'automazione delle consegne che già non è più fantascienza in alcuni Paesi, fra cui la Cina. Captando i segnali satellitari, possiamo quindi impostare alcune operazioni automatiche per il nostro velivolo. Ad esempio, è possibile sfruttare la funzione RTH (Return To Home) per riportare il drone nell'esatta posizione da cui è partito. Fondamentale se siamo alle prime armi, ci consente di operare l'atterraggio in automatico, premendo un solo tasto. Inoltre, l'opzione Follow me, disponibile su alcuni droni professionali, come DJI Mavic 3 Cine Premium Combo, sfrutta la connessione con lo smartphone per far sì che il velivolo segua i nostri movimenti passo dopo passo. Sportivi e viaggiatori potranno, così, riprendersi mentre si allenano o vanno alla scoperta di paesaggi incontaminati.

La modalità Headless

La modalità Headless rivoluziona il modo in cui i controlli del radiocomando inviano gli input al drone. Con i comandi standard, ad esempio, spostando in avanti lo stick preposto al movimento direzionale, l'UAS si sposta frontalmente rispetto al proprio senso di marcia. Con la modalità Headless attivata tutto questo viene meno. Il punto di riferimento non è più il senso di marcia del drone ma la posizione del radiocomando. E così, indipendentemente dalla direzione verso cui il drone è rivolto, spostando lo stick in avanti, procederà in avanti rispetto al nostro punto di vista. 

Droni con navigazione GPS:
Dji Air 2S
Dji DJI FPV Combo
Dji Mavic 3

Dimensioni e peso

Mai come in questo frangente è importante parlare di peso e dimensioni. I droni, infatti, per librarsi in aria necessiteranno di potenza crescente in modo direttamente proporzionale alle proprie specifiche misure. Non a caso, un drone giocattolo in vendita a prezzo contenuto, si mostra estremamente minuto. Parliamo di oggetti dal diametro di circa 10 cm e dal peso che ruota attorno ai 50 grammi. Leggerissimi e compatti, risultano adatti all'utilizzo anche in casa. In spazi aperti le cose si complicano e, in caso di forte vento, diventano incontrollabili. Passando da un mini drone ad un velivolo di più grande le cose cambiano. Alcuni fra i migliori modelli in commercio hanno un peso compreso fra i 500 ed i 900 grammi. Per forza di cose le dimensioni aumentano con il diametro che si assesta fra 20 e 30 cm. A crescere sono anche le dimensioni della batteria dato che la potenza necessaria si fa maggiore. A livello normativo, un drone di categoria A1 dal peso inferiore a 250 grammi, non è soggetto a particolari restrizioni e può volare anche a distanza ravvicinata da persone singole o piccoli gruppi. E se di sottocategoria C0, non impone al proprietario il conseguimento di un attestato di competenza propedeutico all’utilizzo, come nel caso dei droni giocattolo Mondo.

Materiali costruttivi e design

Aggressivi, colorati e ricchi di luci intermittenti: ecco l'identikit di molti fra i droni in commercio. Sì perché il volo è anche un fatto di stile oltre che di aerodinamica. Ed infatti, fra i modelli più venduti, alcuni sono decorati con adesivi che li rendono più appetibili a livello estetico. Le luci, invece, possono essere poste in concomitanza delle eliche e sotto al telaio, diventando particolarmente suggestive di notte o in ambienti bui. Al di là del non trascurabile ruolo svolto dal design, a decretare la qualità costruttiva di un drone sono i materiali impiegati per le varie componenti. In particolare, è il telaio (o frame) l'elemento che più ci interessa approfondire. Un drone giocattolo è provvisto di scocca in plastica dalla discreta solidità anche se difficilmente sarà grado di reggere a lungo i colpi dovuti ad impatti violenti. Salendo di prezzo, a materie plastiche più resistenti, come il policarbonato, si affiancano l'alluminio, il carbonio e la fibra di vetro, spesso usati in combinazione. Questo perché la caratteristica principale dell'alluminio è la leggerezza mentre la fibra di vetro si mostra molto resistente. Il carbonio, invece, è in grado di coniugare entrambe le proprietà.

Durata della batteria

L'autonomia è un po' il tallone d'Achille di tutti i droni. Il peso di batterie ad elevata capacità, infatti, sarebbe d’ostacolo al velivolo sia in fase di decollo che nei movimenti in aria. A fronte di tempi di ricarica che oscillano fra i 30 ed i 90 minuti, quelli di utilizzo appaiono decisamente inferiori, raggiungendo in media il quarto d'ora. Non si tratta di risultati esaltanti ma è anche vero che, fino a qualche anno fa, i tempi di volo si mostravano ancora più brevi. Attualmente, i droni professionali più evoluti riescono a raggiungere e superare i 30 minuti di autonomia. E lo fanno sfruttando moderne batterie Li-Po (litio-polimero) dalla capacità di circa 5000 mAh analoghe a quelle degli smartphone. Un mini drone, invece, può contare su molti meno milliampereora, fra 200 e 1000 circa. Certo, il peso di un modello del genere risulta nettamente inferiore rispetto ai top di gamma ma anche l'autonomia calerà di conseguenza, variando da 5 a 10 minuti. Per questo, indipendentemente da quale drone si decida di scegliere, è sempre bene dotarsi di una o più batterie di riserva da sostituire nel momento in cui la principale si scarichi.

Matteo Sartini
Matteo Sartini

Nato nel 1980 a Milano, si trasferisce piccolissimo in Toscana, nei pressi di Cortona. Orgogliosamente nostalgico delle ultime due decadi del secolo passato, rimpiange il primo walkman, il poster di Freddie Mercury appeso in camera ed i lunghi pomeriggi in compagnia del Sega Mega Drive.

Crescendo, impara ad amare anche la lettura, partendo dai classici per approdare alla narrativa contemporanea...Leggi tutto

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