Lo iodio: cos’è e a cosa serve

Che disturbi comporta la carenza di iodio? Quando lo iodio fa male? Scopriamolo insieme.
Di Monica Torriani 19 Marzo 2022
iodio a cosa serve

Lo iodio è un elemento indispensabile alla produzione degli ormoni tiroidei e presente in quantità limitate nel nostro organismo.

Lo assumiamo attraverso l’alimentazione, il contatto con sostanze di uso comune (tinture per capelli, disinfettanti) oppure mediante la supplementazione con integratori a base di alghe, prodotti contenenti iodio e cosmetici utilizzati per contrastare gli inestetismi localizzati.

Gli ormoni prodotti dalla tiroide contribuiscono a regolare gran parte delle reazioni metaboliche. Dalla loro attività dipende il corretto funzionamento del sistema nervoso, la nostra capacità di mantenere l’equilibrio della temperatura corporea, della densità ossea, della glicemia. E molto altro ancora… Questo aspetto è alla base dell’importanza dello iodio per l’organismo.

Cerchiamo di rispondere alle domande più frequenti che riguardano lo iodio:

A cosa serve lo iodio?

La tiroide è una ghiandola a forma di farfalla situata alla base del collo. Perché essa produca un’adeguata quantità di ormoni è necessario che la nostra alimentazione apporti una corretta quantità di iodio. Ma in alcune aree, come quelle di montagna e dove l’acqua potabile è povera di questo elemento, l’obiettivo non viene raggiunto e si verifica un aumento del rischio di disturbi da carenza. L’assunzione di sale iodato contribuisce a fornire una certa protezione, specialmente in queste zone.

Che disturbi comporta la carenza di iodio?

Il più diffuso fra i disturbi da carenza è il gozzo, l’ingrossamento della tiroide responsabile della formazione di un caratteristico gonfiore al collo e di sintomi quali alterazioni della voce, difficoltà a inghiottire gli alimenti e, nelle fasi avanzate, anche a respirare.

La carenza di iodio è il principale fattore di rischio per il ritardo mentale permanente. Se si verifica in gravidanza, il feto può subire danni al sistema nervoso centrale, che vanno dalla riduzione del quoziente intellettivo, alla sindrome da deficit di attenzione/iperattività (ADHD), alla sordità e alle difficoltà motorie. Negli adulti può essere alla base dell’ipotiroidismo e aumentare il rischio di sviluppare il tumore follicolare della tiroide.

Dove si trova lo iodio?

La dose giornaliera di iodio raccomandata per un adulto è pari a 150 microgrammi ed è maggiore (fino a 220-290 microgrammi al giorno) nelle donne in gravidanza e durante l’allattamento e nei bambini fino ai 3 anni.

Lo iodio è concentrato nel pesce, nei crostacei, nei molluschi e nelle alghe (fucus e altre varietà), ma è presente anche in altri alimenti, come il latte e i prodotti caseari e le uova. Minori quantità sono contenute nella carne e nei cereali. La sua concentrazione nei vegetali dipende dal tipo di terreno sul quale sono stati coltivati e dall’acqua con cui sono stati irrigati.

Assorbiamo iodio anche dall’ambiente, in particolare dal contatto con prodotti di uso più o meno comune, come tinture per capelli, dentifrici e collutori, disinfettanti. La credenza diffusa che andando in vacanza al mare si possa fare il pieno di iodio è sbagliata, perché la quantità di questo elemento che noi siamo in grado di assorbire dall’aria è trascurabile.

alimenti che contengono iodio

Lo iodio è contenuto negli integratori a base di alghe: una delle varietà che ne contengono di più, l’alga fucus, è presente in numerose formulazioni e ha effetti di stimolazione del metabolismo. Molti prodotti come Erba Vita Alga Clorella appartenenti a questa categoria includono alghe ricche di antiossidanti, come la chlorella, una microalga verde che vive nei mari africani.

Esistono, inoltre, supplementi che contengono direttamente questo elemento come Pharma Iodact Compresse, anche sotto forma di ioduro di potassio, e che favoriscono la sintesi degli ormoni tiroidei.

Come si può assumere lo iodio?

Poiché dagli alimenti e dall’acqua è piuttosto frequente non assumerne la quantità opportuna, l’Organizzazione Mondiale della Sanità consiglia di assumere sale iodato, un tipo di sale da cucina che contiene 30 mg di iodio per ogni chilo.

Questo sale non è diverso dal normale cloruro di sodio, per sapore e odore, ma anche, purtroppo, per la correlazione con il rischio di ipertensione. Per questa ragione è bene non esagerare con le quantità. Come il Ministero della Salute ricorda: “Poco sale, ma iodato!”.

Chi soffre di disturbi della tiroide può assumere il sale iodato? Sì, perché la quantità di iodio che proviene dal suo consumo non è differente da quella fornita da una dieta equilibrata.

sale di iodio

Occorre anche sottolineare che il sale marino integrale non è, come da molte fonti sostenuto, più ricco di iodio di quello raffinato.

In Italia l’approvazione della Legge n. 55 del 2005 ha diminuito l’incidenza delle carenze e portato alla cosiddetta iodosufficienza, che ha permesso la scomparsa del gozzo in età pediatrica. Rimane la preoccupazione per le donne in gravidanza, che dovrebbero prestare particolare attenzione all’assunzione di iodio in quantità sufficiente.

Molti studi clinici mettono in luce il ruolo di un altro elemento utile a contrastare l’insorgenza di alcuni disturbi della tiroide, come le tiroiditi: il selenio. Per questa ragione, in commercio si trovano diversi integratori che contengono iodio e selenio come Ibsa Iosel.

Lo iodio e gli ormoni tiroidei sono coinvolti anche nei fenomeni metabolici che portano alla formazione della cellulite. Manetti & Roberts Somatoline è un’emulsione che contiene levotiroxina, l’ormone tiroideo di sintesi (che contiene iodio), classificata come farmaco da banco per il trattamento della cellulite.

Se uso Somatoline aumento la quantità di iodio assorbito? No. Uno studio realizzato presso il reparto di Endocrinologia dell’Ospedale Sacco di Milano dimostra che l’applicazione del prodotto non comporta un assorbimento sistemico di questo elemento.

Questo elemento è presente in molti cosmetici che vengono applicati al fine di contrastare l’insorgenza di inestetismi, come i falghi d’alga. Tuttavia, per rispondere al timore di molte donne verso il rischio di aumento della biodisponibilità di iodio, oggi le aziende cosmetiche preferiscono commercializzare fanghi come Collistar Fango d’Alghe nei quali questo elemento è assente.

Quando lo iodio fa male?

L’eccesso di iodio, assunto con la dieta o integrato con i farmaci, può scatenare conseguenze molto pericolose per la salute, come ipotiroidismo o ipertiroidismo, gozzo, tiroidite, tumore papillare della tiroide. Ma si tratta di circostanze estreme. Normalmente, infatti, la tiroide non assorbe tutto lo iodio a cui viene esposta, ma solo la quantità ad essa necessaria e la dose extra viene eliminata dall’organismo.

L’intossicazione acuta è quindi rara ed è causata generalmente dall’assunzione, più o meno volontaria, di una dose eccessiva di farmaci contenenti iodio. Provoca bruciore alla mucosa orale, all’esofago e allo stomaco, febbre, dolori addominali, nausea, vomito e diarrea e, nei casi gravi, il coma.

Gli esperti ricordano di fare attenzione anche al consumo al di fuori delle dosi consigliate di integratori alimentari a base di iodio, come quelli contenenti alghe.

Lo iodio e le radiazioni: che nesso c’è?

La deflagrazione del conflitto russo-ucraino ha riportato alla ribalta il tema del nucleare, per due diverse ragioni.

La prima è legata alla ricerca di sistemi che migliorino l’indipendenza energetica dei Paesi occidentali rispetto alla Russia. La seconda al timore che le numerose centrali nucleari disseminate sul territorio ucraino siano, per errore o intenzionalmente, bombardate durante i combattimenti. Ciò alimenta forti preoccupazioni riguardanti la possibilità di fughe radioattive.

Una delle sostanze rilasciate da questo tipo di eventi è lo iodio-131: se è presente nell’atmosfera viene captato dalla tiroide, dove si accumula, aumentando il rischio di tumore. Il panico ha scatenato l’approvvigionamento, peraltro ingiustificato, di medicinali a base di iodio.

Ma, come le istituzioni ricordano, l’assunzione di farmaci (e non integratori alimentari) contenenti ioduro di potassio è indicata solo in caso di comprovato incidente nucleare. La profilassi iodica cui siamo tutti sottoposti con l’assunzione di sale iodato ci offre già una certa protezione di base.

Se presi al di fuori delle prescrizioni, questi medicinali possono causare gravi danni per la salute: febbre e dolori articolari, mal di testa, irritazioni degli occhi (lacrimazione intensa, arrossamento), della pelle del viso, della gola (laringite) e delle vie respiratorie basse (bronchite) e, soprattutto, malattie della tiroide che fino a quel momento non si erano manifestate.

 

Pubblicato il 19 Marzo 2022
Monica Torriani
Monica Torriani

Laureata in Farmacia e abilitata alla professione presso l’Università degli Studi di Milano, è consulente (libero professionista) per la comunicazione nel settore healthcare, con attività ad ampio spettro che include farmaci, prodotti biotecnologici, dispositivi medici, integratori alimentari e cosmetici.

Si occupa della progettazione e realizzazione di contenuti destinati al web e alla carta stampata per diverse testate editoriali (articoli, podcast,...Leggi tutto

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