Più misterioso del mostro di Loch Ness, più ricercato di Atlantide, più studiato del Triangolo delle Bermuda: il punto G, una piccolissima zona erogena responsabile dell’orgasmo vaginale, è stato per decenni oggetto di ricerche e studi volti a verificarne l’esistenza. E alla fine, esiste davvero… oppure no?
Il piacere femminile è sempre stato un mistero. E, come tutti i misteri, in molti hanno cercato di svelarlo e di trovarne la soluzione, a partire dalle antiche culture orientali, passando per il Medioevo e giungendo, più recentemente, a quello che per decenni è stato ritenuto l’”inventore” del punto G, ovvero il ginecologo tedesco Ernst Gräfenberg. A lui (a cui si deve in realtà il merito di aver inventata, quella sì, la spirale contraccettiva) si è per oltre cinquant’anni attribuita la scoperta di una fantomatica zona erogena situata all’interno della vagina, chiamata punto G proprio in onore del suo cognome. In realtà Ernst Gräfenberg non ha inventato né scoperto nessuna zona erogena (ebbene sì, pare che il ginecologo non abbia mai scritto nulla in merito a questa parte del corpo femminile): sono state Alice Kahn Ladas e Beverly Whipple, rispettivamente psicoterapeuta e sessuologa, a teorizzare l’esistenza del G-spot negli anni Ottanta, con il loro libro “Il punto G – Tutte le verità sull’orgasmo”, divenuto bestseller e considerato una vera e propria rivoluzione per il piacere femminile. Le due studiose attribuivano a un punto, grosso all’incirca come un bottone e situato a pochi centimetri dall’ingresso della vagina, la capacità di scatenare l’orgasmo vaginale (differenziandolo, quindi, da quello clitorideo) e, addirittura, di condurre all’eiaculazione femminile, che una trentina di anni più tardi sarebbe diventata pratica mainstream nel porno con il nome di squirting. Ma questo chimerico punto G, quindi, esiste oppure no?
La risposta, in breve, è no. Ma, volendo approfondire un po’ di più, è possibile dire invece ni. Il punto G come ce lo avevano fatto immaginare, ovvero come una piccola zona situata sulla parete anteriore della vagina, straordinariamente innervata e in grado quindi, se stimolata, di provocare l’orgasmo, non esiste. Sareste pronte a giurare il contrario, perché dopo anni e anni di ricerche, di tentativi, di uso di sex toys per il punto G siete finalmente riuscite a ottenere quello che vi è sembrato a tutti gli effetti un orgasmo interno? Tranquille, non siete in preda ad allucinazioni: semplicemente, quello che avete scovato non è il punto G, ma l’area CUV. Una decina di anni fa, e precisamente nel 2014, alcuni ricercatori dell’Università di Tor Vergata di Roma, capitanati dal professor Emmanuele Jannini, hanno pubblicato sulla rivista scientifica Nature Reviews Urology l’articolo “Beyond the G-spot: clitourethrovaginal complex anatomy in female orgasm”, in cui hanno inaugurato la dicitura area CUV per denominare la zona compresa tra clitoride, uretra e parete anteriore della vagina. A provocare quello che alcune donne riconoscono come orgasmo vaginale sarebbe quindi non un piccolo punto preciso (mai trovato, anche con le tecniche più avanzate di imaging), ma un’area più ampia e complessa, che attraverso la stimolazione della vagina permette di solleticare l’uretra e la parte interna e posteriore del clitoride, conducendo fino all’apice del piacere.
Continuate quindi a godervi il vostro orgasmo vaginale (o presunto tale): semplicemente date merito non al punto G, ma all’area CUV, se volete essere scientificamente accurate. E voialtre, che invece ancora sperimentato, non smettete di perseverare. Ecco i migliori vibratori vaginali per esplorare quella zona, in qualsiasi modo vogliate chiamarla.
Chi è alle prime armi con le ricerche speleologiche della propria area CUV, prima di investire in strumentazione più sofisticata, potrebbe provare con un sex toy molto semplice e basic, ma che punta dritto al suo obiettivo. You2Toys G & P Stimulator è un vibratore vaginale (e anche anale, volendo), dal fusto sottile e inclinato, con una punta ovale e bombata pensata proprio per andare a posizionarsi su quello che una volta conoscevamo come punto G. Estremamente economico, ha una sola modalità di vibrazione e funziona a pile.
Satisfyer Charming Smile è un vibratore vaginale con un ottimo rapporto qualità/prezzo: per poche decine di euro offre qualità dei materiali e performance del tutto simili a vibratori G-spot decisamente più blasonati e costosi. Realizzato in silicone medicale con tecnologia Flex, che rende il fusto flessibile ed elastico, questo vibratore punto G ha ben 12 modalità di vibrazione e grazie alla sua punta arcuata è perfetto per massaggiare al meglio tutta la zona CUV.
Se le grandi dimensioni non vi spaventano e, anzi, sono per voi motivo di piacere aggiuntivo, un ottimo vibratore G-spot potrebbe essere Fun Factory Big Boss G5. A differenza di altri vibratori femminili, che hanno forme lineari e delicate, questo vibratore punto G non lascia nulla all’immaginazione e replica in modo piuttosto fedele l’aspetto di un vero “big boss”. La sua forma ricurva e il suo “glande” accentuato sono ideali per la stimolazione vaginale, in combinazione con le 12 potenti modalità di vibrazione, i 23,5 cm di lunghezza e i 4,6 cm di diametro.
Desiderate essere travolte da un’… onda di piacere? Stimolate allora la vostra area CUV con il vibratore vaginale Lelo Mona Wave. La peculiarità di questo vibratore punto G, oltre alla forma arcuata e bombata già vista in altri modelli di altri brand, è proprio il suo movimento ondulatorio. Il fusto di Lelo Mona Wave, infatti, si muove con movimento WaveMotion, brevettato da Lelo, che replica il movimento avanti e indietro che potrebbero fare le dita all’interno della vagina per solleticare la zona CUV, con 10 diverse modalità e intensità.
Concentrarsi sul piacere vaginale non vuol dire trascurare quello clitorideo, a maggior ragione ora che abbiamo scoperto che il clitoride, in un modo o nell’altro, c’entra sempre. Ecco perché un ottimo modo per stimolare l’area CUV può essere utilizzare un sex toy come Womanizer Duo. In questo sex toy Womanizer combina un classico vibratore G-spot con uno dei suoi celebri succhiaclitoride. Il risultato? Un vibratore che accarezza internamente l’area CUV con le sue vibrazioni, mentre esternamente il clitoride viene stimolato senza contatto diretto dalla Pleasure Air Technology.
E voi quale vibratore sceglierete per la vostra area CUV?
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