Come potremmo anche solo immaginare un mondo senza colori? Il colore fa parte della nostra vita anche se lo diamo per scontato, influenza il nostro stato d’animo, determina il nostro stile nell’arredamento e nell’abbigliamento, per secoli (e in alcuni luoghi del mondo è ancora così) ha identificato persino un’appartenenza sociale. In questo articolo lasceremo perdere la componente scientifica (non in molti lo ricordano ma il colore, infatti, non è insito negli oggetti che ci circondano ma è il risultato del rapporto tra occhio, cervello e luce) perché perderemmo ogni poesia!
La Giornata Mondiale del Colore che si celebra il 6 maggio in tutto il mondo, infatti, è una ricorrenza che celebra la creatività, l’allegria, la felicità legate all’utilizzo dei colori nell’arte, nel design ma soprattutto nella vita di tutti i giorni. Pensate a un disegno di un bambino: che sia realizzato con pennarelli, pastelli, acquerelli o matite, sarà un arcobaleno di colori e quella è probabilmente la rappresentazione del mondo più bella che avremo mai.
Ma, prima di tutto, una precisazione. Spesso la parola “colore” viene utilizzata a sproposito! I colori infatti sono e saranno sempre soltanto sei: il bianco, il rosso e il nero risalgono alla preistoria, il blu, il verde e il giallo si aggiungono nel Medioevo. Tutti gli altri, non sono propriamente colori ma sfumature, nuance, tonalità. Difficile accettarlo e inserire questa variazione linguistica nei nostri discorsi quotidiani, ma tant’è.
Il primissimo uso del colore risale a circa 70mila anni fa, quando gli uomini di Neanderthal cospargevano i propri defunti con una polvere ricavata dalla macinazione dell’ocra rossa. Fu l’homo sapiens a utilizzare per la prima volta il colore per fini artistici, dipingendo scene di vita quotidiana sulle pareti rocciose delle grotte. Ed è proprio l’esigenza di rendere stabile il colore nel tempo, per conservare tracce del proprio passaggio, che ha portato l’uomo a cercare ingredienti per fissare il colore sulla superficie da decorare: succo di limone, resina, albume d’uomo, cera d’api, caseina sono alcuni dei primissimi leganti utilizzati. Un momento fondamentale nella storia del colore è rappresentato dal passaggio alla tintura dei tessuti: per farlo, l’uomo ha imparato a estrarre il pigmento dalle piante, dai molluschi, dagli insetti e, più tardi, dai minerali.
Durante il Medioevo è nato il colore ad olio: i pittori hanno sperimentato la mescola dei pigmenti colorati con l’olio invece che con gli antichi leganti e ottenuto così la possibilità di lavorare sul colore “bagnato”; il colore steso asciugava molto più lentamente quindi gli artisti avevano tutto il tempo di dedicarsi a dettagli e sfumature delle loro opere. Il colore entra nell’era moderna ufficialmente nel 1856, quando il chimico inglese Henry Perkin, cercando di sintetizzare in laboratorio la chinina contro la malaria, realizza accidentalmente il primo colore sintetico viola, la mauveina. Nel giro di 50 anni, avremo a disposizione tutta la gamma dei colori sintetici che oggi conosciamo.
Oggi, in fatto di colore, i riferimenti ce li dà Pantone: l’azienda statunitense ha stabilito migliaia di codici per identificare univocamente i colori e semplificare in questo modo i processi di creazione, esportazione e stampa; inoltre, Pantone è un punto di riferimento nel mondo della moda e del design perché ogni anno lancia il colore che farà tendenza (nel 2020 è il Classic Blue).
In ogni epoca e in ogni cultura, il colore assume significati sociali ben precisi e questo, se ci fermiamo un attimo a pensarci, succede ancora oggi. Ma andiamo con ordine: nell’antico Egitto, le donne vestivano prevalentemente di bianco e azzurro, colori associati a divinità positive, il verde era destinato ai più giovani e il giallo oro era il colore dei sovrani perché metteva in connessione diretta con gli dei.
Nell’antica Roma, invece, il colore aveva un significato sociale soprattutto per gli uomini: la toga era di lana o di lino bianco e, fino ai 16 anni, era bordata da una striscia rossa (la stessa che usavano anche sacerdoti e magistrati); quando il ragazzo entrava nell’età adulta e dunque nella collettività dei cittadini romani, cominciava a portare una tunica completamente bianca. Dal Medioevo in poi, il rosso ha cominciato a rappresentare posizioni di potere, era il colore delle classi più ricche e dei re mentre il giallo era considerato negativo: le prostitute erano obbligate a indossare vesti di questo colore e negli affreschi dell’epoca, ebrei e musulmani erano sempre vestiti di giallo.
Non è necessario andare così indietro nel tempo per comprendere l’importanza del colore nella società. In India, il sistema delle caste prende come riferimento proprio i colori: il bianco, simbolo di purezza, è associato ai sacerdoti; il rosso è il colore dei guerrieri e dei nobili, il giallo quello dei mercanti, degli artigiani e dei commercianti mentre il nero è associato ai servitori degli altri gruppi, coloro che svolgono attività professionali e faticose.
In realtà, non c’è neanche bisogno di andare così lontano! Ancora oggi la Chiesa adotta colori distintivi per ogni figura: il Papa indossa una veste bianca, i cardinali rossa, i vescovi viola e i sacerdoti un semplice abito nero. Ma in fondo non è necessario nemmeno andare così in alto: basti pensare come tutti noi, in automatico, associamo il rosa alle femmine e l’azzurro ai maschi, un retaggio che ci portiamo dietro dal XVIII secolo quando gli uomini cominciarono a indossare prevalentemente il blu e le donne il rosso. Da lì al rosa per le bambine e all’azzurro per i bambini, il passo è brevissimo ma ben radicato nella nostra cultura: il mondo di Barbie è rosa per definizione mentre qualsiasi capo di abbigliamento per maschietti lo troverete rigorosamente azzurro o blu!
Insomma, il colore è più determinante per le nostre vite di quanto probabilmente ci rendiamo conto quindi una giornata in suo onore è decisamente doverosa!
(Questo articolo, pubblicato nel Magazine di Trovaprezzi.it il 15 novembre 2018, è stato aggiornato in data 17 dicembre 2020) Ci sono mille motivi validi per cui regalare un’agenda 2021 a Natale. Il
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