Recensione Borderlands 3

Di Valerio Porcu 8 Novembre 2019
Borderlands 3

Borderlands 3 è il più recente in una serie di videogiochi nata nel 2009 con il primo Borderlands, a cui hanno fatto seguito, nel tempo, Borderlands 2 (2012) e Borderlands: The Pre-Sequel (2014). In questi dieci anni il gioco si è guadagnato riconoscimenti e milioni di giocatori appassionati in tutto il mondo, che possono confermare il proprio entusiasmo con l’edizione di Borderlands 3 Deluxe Edition. Il terzo capitolo, dunque, doveva soddisfare grandi aspettative.

Borderlands 3

L’elemento che più di tutti rende Borderlands unico è il suo stile grafico. Un stile “fumettoso”, costruito sotto una direzione artistica in grandissima forma, che ha lasciato un segno nel cuore (e nella memoria) di chiunque abbia usato questo gioco anche solo per qualche minuto. Anzi, in effetti Borderlands è immediatamente riconoscibile anche anche solo da chi ha l’abitudine di guardare i giochi su YouTube.

PRO

CONTRO

Squadra che vince non si cambia, e dunque non sorprende ritrovare in Borderlands 3 lo stesso stile grafico e le stesse scelte artistiche. Il gioco invece si rinnova con un gameplay che cerca di essere più complesso.

Al centro di tutto c’è comunque l’azione: si va in giro e si spara ai nemici, cercando di non farsi colpire. Si può scegliere tra quattro personaggi: Amara, Zane, Moze e FL4K. Ognuno ha le sue peculiarità, che permettono al giocatore di esplorare diverse strategie.

Amara per esempio evoca attacchi elementali a media e lunga distanza. Zane è specializzato in armi da fuoco, mentre Moze sfrutta un Mech. FL4K, ifine, si accompagna a un animale che lo supporta negli scontri. Qualunque personaggio si scelga, Borderlands 3 offre scontri adrenalinici e convincenti, che si confermano uno tra i punti di forza di questa serie di giochi. Ad arricchire questo terzo capitolo c’è il nuovo sistema Action Skill, che permette di migliorare il proprio personaggio via via che si procede, con una meccanica da gioco di ruolo che comunque non è mai troppo invadente.

Grafica

Voto: 7/10

Chiunque scegliate, tra i quattro, sarete immersi nella trama principale, quella da affrontare in single player. I gemelli Calypso sono l’antagonista da sconfiggere, in una storia che ripropone la comicità dei giochi precedenti. La coppia di cattivi non è convincente quanto lo era Jack il Bello in Borderlands 2, ma nell’insieme tutto funziona in modo almeno dignitoso.

Oltre alla missione principale ce ne sono molte di secondarie, e poi ci sono il multiplayer e l’endgame. Nell’insieme, Borderlands 3 ha parecchio da offrire al giocatore.

Borderlands 3

Ritroviamo un altro dettaglio che ha reso famosa la serie Borderlands, cioè il design delle armi, spesso ai limiti dell’assurdo e del folle. La varietà di scelta, in Borderlands 3, è ancora più vasta, il che è già di per sé una cosa incredibile. Inoltre molte armi hanno una doppia anima, cioè una doppia modalità di fuoco che può davvero cambiare le sorti dello scontro. Nell’insieme Borderlands 3 resta un gioco che dà l’idea di muoversi in un modo folle, una sconvolgente gabbia di pazzi che si sparano addosso. Se è il vostro genere, è divertentissimo.

Esplorazione

Voto: 6/10

Una novità di Borderlands 3 è la presenza di un’astronave, la Sanctuary, che ci permette di raggiungere altri pianeti. Grazie ad essa ci si può muovere in un mondo di gioco più vasto e l’esplorazione assume un ruolo più importante. Giocando in single player però diventa tutto un po’ ripetitivo, e la rinnovata varietà degli ambienti non è sufficiente a compensare delle missioni che bene o male sembrano tutte uguali.

In generale la creazione di un mondo più grande e più variegato è sempre una buona cosa, in un videogioco, ma forse Gearbox avrebbe potuto osare qualcosa di più con Borderlands 3. Anche in multiplayer, infatti, alla lunga la struttura delle missioni tende a diventare ripetitiva.

Il ponte della Sanctuary fa anche da quartier generale. Qui potrete fare delle “pause” e approfittarne per modificare il personaggio.

Endgame

Voto: 9/10

Una volta finita la campagna principale si arriva all’endgame, cioè quella parte di un videogioco che c’è dopo aver sconfitto il boss finale. Oggigiorno è un elemento importante, forse il più importante di tutti: i giocatori si aspettano di poter continuare a giocare per moltissime ore, e Borderlands 3 cerca di rispondere con un buon quantitativo di “extra” che si sbloccano solo arrivati a questo punto.

Si potrà per esempio rifare tutto con un livello di difficoltà più alto. Una scelta classica ma sempre valida. Oppure si potrà continuare a esplorare il mondo del gioco, la scelta che i giocatori del mondo apprezzano maggiormente, alla ricerca di nuovi segreti, nuove sfide e nuove ricompense.

In questo senso, l’ultima fatica di Gearbox offre due diverse scenari una volta terminata la campagna principale. Il primo è quello di ripetere quanto giocato fino a quel momento, alzando in modo significativo il livello di difficoltà. L’altra opzione invece vi permetterà di continuare ad esplorare liberamente i pianeti, pareggiando il livello dei nemici al vostro e aggiungendo alla ricetta però dei modificatori – bonus o malus, per capirci. Nel concreto, queste missioni prendono il nome di Terreni di Prova e apriranno le porte verso vere e proprio nuove zone della mappa, all’interno delle quali dovrete sconfiggere una serie di nemici, completare determinati obiettivi e terminare il boss finale di turno.

Tra i (pochi) difetti si può citare un level design non proprio eccellente, compensato però da una struttura di gioco che permette di rigiocare a Borderlands 3 anche per centinaia di ore. E per i giocatori più accaniti c’è il grado di difficoltà massimo, Grado Guardiano, che vi metterà di fronte a una sfida di alto livello.

A proposito di (rigiocare) a Borderlands 3, è importante sapere che è l’unico modo per sbloccare tutti i potenziamenti delle tre classi esistenti (Cacciatore, Incursore e Superstite); tra l’altro alcuni miglioramenti si associano direttamente all’account giocatore, non al singolo personaggio, così diventeranno un elemento costante del vostro profilo giocatore.

Conclusioni

Voto: 7/10

Bordelands 3 è un gran bel gioco, pieno di qualità sotto praticamente ogni aspetto. Eppure, nonostante tutti i pregi, non riesce ad essere divertente e coinvolgente quando i capitoli precedenti, probabilmente per via di una scrittura di minor livello. Peccato, ma resta un gioco divertente, con tutte le carte in regola per tenervi attaccati allo schermo parecchie decine di ore. Difficile chiedere di meglio.

Pubblicato il 8 Novembre 2019
Valerio Porcu
Valerio Porcu

Classe 1976, ha studiato elettronica e letteratura, con una specializzazione in didattica delle lingue. Grazie all’unione della formazione tecnica con quella umanistica, ha sviluppato uno sguardo critico e attento, e la capacità di osservare con attenzione e distacco lo sviluppo tecnologico, sia per i grandi salti evolutivi sia per i piccoli oggetti di uso quotidiano. Uno sguardo maturo che sa...Leggi tutto

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