Le tinte per capelli sono dei prodotti che permettono di modificare il colore della propria chioma. Non sono un’invenzione moderna, infatti già le donne egizie, romane ed etrusche erano solite impiegare delle misture di pigmenti, estratti da minerali o piante, per modificare il proprio aspetto. Le motivazioni che spingevano a cambiare colore erano le medesime che si riscontrano anche oggi, cioè coprire i capelli bianchi che si manifestano con l’avanzare dell’età, cambiare look per seguire una moda del momento o sentirsi bene con se stessi oppure rinvigorire la nuance naturale della chioma.
Attualmente si stima che circa il 70% della popolazione italiana faccia uso di tinte. Oltre che nei saloni di parrucchieri sono molto apprezzate anche le colorazioni che si possono applicare a casa, soprattutto quelle che permettono di ottenere un risultato professionale, come Revlon Colorsilk Beautiful Color 50.
Le tinture non sono tutte uguali, si possono classificare in:
Per comprendere meglio come agiscono i differenti tipi di tinte è opportuno analizzare brevemente la struttura del capello. Dall’esterno all’interno si annoverano: la cuticola, con funzione di protezione; la corteccia, responsabile dell’elasticità e della resistenza, che contiene la melanina che conferisce colore alla chioma; il midollo, che a volte può essere assente e la cui funzione è di regolare la temperatura.
Le tinte per capelli, oltre ai pigmenti, presentano anche altre sostanze, chiamate intermediari, che facilitano la penetrazione e il fissaggio dei coloranti all’interno della corteccia. Tra queste si annoverano:
A seconda della provenienza delle componenti contenute nelle tinte per capelli, queste possono essere classificate in:
Qualsiasi tipologia di tinta per capelli si utilizzi, se si desidera mantenere il colore vivo più a lungo, si può impiegare uno shampoo specifico, come Giuliani Bioscalin Nutri Color Shampoo che contiene ceramidi, in grado rinforzare il capello e rallentare il rilascio dei pigmenti.
Le tinte per capelli si applicano sia sulle lunghezze che sul cuoio capelluto, una parte del corpo riccamente vascolarizzata. I vasi sanguigni qui presenti, oltre a rilasciare nutrienti e ossigeno ai bulbi piliferi, possono anche assorbire sostanze. Per questo motivo alcuni componenti delle colorazioni per capelli potrebbero, entrando in circolo, creare reazioni avverse. Queste possono essere acute, come le allergie che si manifestano subito dopo l’applicazione e dipendono dalla sensibilità della singola persona oppure croniche, favorite da un utilizzo continuativo dei prodotti coloranti.
Le sostanze presenti nelle tinte per capelli che, fino a oggi, hanno mostrato un maggior numero di reazioni avverse sono prevalentemente di origine chimica. Quella più pericolosa è l’ammoniaca che deve essere evitata in gravidanza, soprattutto nel primo trimestre, perché è teratogena in quanto favorisce la comparsa di malformazioni nel feto. Le gestanti che non riescono a fare a meno delle tinture possono scegliere quelle prive di tale molecola.
Acquistando un prodotto “senza ammoniaca”, però, non si è totalmente al riparo dalle reazioni avverse, infatti ci sono anche altri ingredienti che potrebbero causare alterazioni della salute.
Tra questi ricordiamo:
Per evitare i più comuni effetti avversi causati delle tinte si consiglia di scegliere quelle naturali che sono formulate esclusivamente con ingredienti non tossici per l’uomo e biodegradabili, in questo modo si contrasta anche l’inquinamento ambientale. Alcuni brand che fanno particolarmente caso a tale aspetto sono Villa Lodola, Biokap e Herbatint.
https://www.airc.it/cancro/informazioni-tumori/corretta-informazione/le-tinte-capelli-cancerogene
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