Apple sembra essere di nuovo nei guai. Il Dipartimento di Giustizia USA, con 16 procuratori generali statali e distrettuali al seguito, ha avviato una causa contro il colosso di Cupertino accusandolo di aver monopolizzato il settore mobile. Tra le tante accuse mosse c’è la mancanza di “super app” che rendano più semplice per i consumatori il passaggio da una piattaforma mobile (come iOS) a un’altra (come Android).
Durante una conferenza stampa, il procuratore generale Merrick Garland a questo proposito ha dichiarato: “I consumatori non dovrebbero pagare prezzi più alti perché le aziende violano le leggi antitrust. Se lasciata incontrastata, Apple continuerà solo a rafforzare il suo monopolio sugli smartphone”. In un’intervista alla CNN ha anche aggiunto: “Apple mina app, prodotti e servizi che altrimenti renderebbero gli utenti meno dipendenti dall’iPhone. Apple esercita il suo potere monopolistico per estrarre più denaro da consumatori, sviluppatori, creatori di contenuti, artisti, editori, piccole imprese e commercianti, tra gli altri”.
Accuse forti, che hanno avuto un impatto anche sulle azioni della “mela morsicata”, che sono letteralmente crollate dopo tutte queste dichiarazioni. Apple ha risposto alle accuse sostenendo che il suo intento è progettare dispositivi (come iPhone) che funzionano perfettamente insieme, proteggono la privacy e la sicurezza degli utenti e creino un’esperienza definita dall’azienda “magica”. La società capeggiata da Tim Cook ha poi affermato che la causa intentata dal Dipartimento non fa altro che costituire una minaccia verso la sua identità aziendale e verso i princìpi che distinguono i prodotti Apple in mercati fortemente competitivi.
Tra le altre cose l’azienda ha poi affermato: “Se avesse successo (la causa, ndr), ostacolerebbe la nostra capacità di creare il tipo di tecnologia che le persone si aspettano da Apple, dove hardware, software e servizi si intersecano. Sarebbe costituisce anche un pericoloso precedente, consentendo al governo di esercitare un controllo pesante sulla progettazione della tecnologia umana. Riteniamo che questa causa sia sbagliata nei fatti e nella legge e ci difenderemo vigorosamente”.
Bisognerà ora vedere quali saranno gli sviluppi della vicenda e in che modo questa potrebbe snaturare l’identità di Apple, già messa in discussione dall’entrata in vigore del DMA nel territorio UE, che ha costretto l’azienda fondata da Steve Jobs a rivedere la sua filosofia aziendale.
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