Nessuno di noi oggi può farne a meno, chiunque ne ha almeno un paio nell’armadio e li indossa probabilmente di più rispetto a qualsiasi altro capo di abbigliamento. Stiamo parlando dei blue jeans, che oggi diamo per scontati ma che in realtà hanno una storia relativamente recente. Ogni brand di moda oggi propone dei modelli di jeans ma sarebbe sbagliato considerarlo solo un tessuto, visto che abbiamo a che fare praticamente con un’icona: Armani gli ha dedicato un’intera linea della sua collezione, Adidas un modello di sneakers e Versace un fresco profumo da uomo.
Le origini del denim, ovvero il tessuto di cui sono fatti tutti i jeans del mondo, sono da ricercare in Francia nella prima metà dell’Ottocento, ma chi ne ha fatto una leggenda sono stati Jacob Davis e Levi Strauss, il cui nome è legato a uno dei marchi di abbigliamento più famosi al mondo. Proprio loro, il 20 maggio del lontano 1873, depositarono il brevetto che li avrebbe resi ricchi e famosi!
Ma chi erano Jacob Davis e Levi Strauss? Come ebbero l’idea di trasformare un tessuto così particolare e resistente in un paio di pantaloni che avrebbero cambiato per sempre la storia della moda globale? Ecco che cosa successe più di un secolo fa, tra il Nevada e la California.
Per ricostruire la storia del denim, ovvero la pesante stoffa blu che oggi amiamo e conosciamo, dobbiamo tornare alla prima metà dell’Ottocento. Nella piccola città di tessitori francese, Nimes, nasce infatti questo tessuto molto resistente composto da cotone e lino: inizialmente veniva utilizzato per ricoprire le casse nelle navi ed era esportato in tutto il mondo attraverso le navi che partivano dal porto di Genova. Fu proprio a Genova che viene cucito il primo paio di pantaloni fatti con quel robusto e pesante tessuto: quando questo paio di pantaloni, insieme alla stoffa, arriva tra le mani di un sarto del Nevada, Jacob Davis, ha inizio la leggenda.
La ricostruzione dell’origine del jeans è ancora oggi soggetta a rivendicazioni e vede Italia e Francia contrapposte. Il nome non ci aiuta, anzi. All’epoca si usava infatti dare ai tessuti il nome del luogo in cui venivano prodotti: se il termine blue jeans potrebbe essere collegato al francese blue de Genes, ovvero blu di Genova, al contrario la parola denim sembra invece far pensare ad un tessuto de Nimes, ovvero proveniente da Nimes. Quel che è certo, è che la fortuna dei pantaloni più amati del mondo si è compiuta negli Stati Uniti.
Nel 1873, dunque, un paio di pantaloni realizzati in denim arriva tra le mani del sarto di origini lettoni Jacob Davis, che all’epoca viveva e lavorava in Nevada. Una donna lo incaricò di ripararli per il marito, che aveva una stazza considerevole: Davis ebbe l’idea di rinforzarli con piccoli giunti di metallo tra l’attaccatura delle tasche e in altri punti critici, che potevano essere più soggetti a usura; in questo modo, infatti, i pantaloni diventavano molto più resistenti, praticamente indistruttibili!
La notizia si sparge rapidamente e il sarto si trova ben presto sommerso dagli ordini: in pochissime settimane, vende oltre 200 paia dei sui jeans ma le richieste sono davvero eccessive per un piccolo commerciante come lui. Si rivolge allora a un importante mercante della zona, Levi Strauss.
La famiglia Strauss, ebrei di origine bavarese, si era trasferita negli Stati Uniti alla ricerca di fortuna all’inizio dell’Ottocento. Lavorando nel ranch di uno zio in Kentucky, Levi cominciò a rendersi conto dei limiti nell’abbigliamento utilizzato dai minatori, dagli operai e da chi svolgeva pesanti lavori manuali: così, nel 1866 fondò la Levi Strauss & Co. e aprì una rivendita di stoffe, abiti e stivali da lavoro. Ancora oggi, è la sede della compagnia. Inoltre, Levi portava avanti un’attività di ambulante presso le miniere, dove vendeva un particolare indumento che oggi conosciamo come salopette e che all’epoca era davvero rivoluzionario in quanto a praticità: per realizzare questo capo e gli altri pantaloni da lavoro, utilizzava proprio il denim.
Ecco perché, quando Jacob Davis lo contattò, Levi Strauss fiutò immediatamente l’affare e accettò di finanziare la creazione di una filiera produttiva a San Francisco. Così, il 20 maggio del 1873, i due si videro riconosciuto il brevetto numero 139.121 assegnato al modello jeans “XX”, che presentava una doppia cucitura sulle tasche e l’etichetta di cuoio sul retro, oggi simbolo inconfondibile di ogni modello jeans firmato Levi’s da uomo, donna e bambino! Nel 1866 si passò alla produzione su scala industriale, nel 1870 debuttò lo storico modello 501, dove la cifra indicava il numero della partita dei nuovi pantaloni, e dalla fine dell’Ottocento jeans è sinonimo del pantalone che tutti amiamo.
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