Le Olimpiadi di Tokyo 2020 rimarranno nella storia dello sport italiano per molto tempo: con 40 medaglie tra oro, argento e bronzo, l’Italia supera il suo record e si toglie un bel po’ di soddisfazioni! Tra queste, c’è anche il primo posto di Marcell Jacbos nei 100 metri piani che ha suscitato non poca sorpresa e si è portato dietro un po’ di polemiche. L’atleta italiano infatti non partiva tra i favoriti e la sua vittoria è stata accompagnata da un po’ di brusio legato alle scarpe Nike indossate da Jacobs: parliamo delle Nike MaxFly, che Usain Bolt, campione velocista giamaicano, ha addirittura definito “strane e ingiuste”.
Ma cosa c’è di tanto particolare in queste scarpe? Sono davvero talmente tecnologiche da poter influire sul risultato di una gara a questi livelli? Scopriamo tutto quello che c’è da sapere sulle Nike MaxFly in questo articolo!
Ormai è risaputo che anche nello sport la tecnologia sta facendo passi da gigante in termini di materiali, ergonomia e forme. Era già successo con i costumi dei nuotatori qualche anno fa (il famoso costume in pelle di squalo indossato da Thorpe alle Olimpiadi di Sidney) e adesso ci siamo anche nell’atletica: le scarpe utilizzate da Marcell Jacobs durante le Olimpiadi sono state accusate di averlo favorito in modo netto nella sua performance. Che le scarpe da corsa di oggi riescano a supportare in modo incredibile l’atleta, non c’è dubbio. Ma che cosa avrebbero di tanto particolare le queste scarpe da corsa targate Nike?
Innanzitutto, sono scarpe leggerissime (pesano solo 173 grammi) e hanno un tacco di soli 20 millimetri di spessore (è quasi come appoggiare il piede a terra). Ma la vera particolarità è nella piastra di carbonio inserita all’interno della suola, più larga della pianta del piede, che aumenterebbe la stabilità dell’atleta e avrebbe un effetto che è stato definito “super molla”. In poche parole, le scarpe favorirebbero accelerazione e progressione in modo importante perché aumentano la superficie di contatto tra il piede e la pista, garantendo una migliore stabilità nella fase dopo lo scatto della partenza. Secondo alcune stime, il beneficio che tale tecnologia porterebbe in gara è quantificabile fino a un massimo di 8 centesimi al secondo, anche se non ci sono evidenze di questo: sono, appunto, solo stime.
Da una parte, ci sono tutti coloro che sono convinti che le Nike MaxFly siano talmente all’avanguardia e talmente tecnologiche da falsare il risultato finale della gara. Si è espresso in questi termini Usain Bolt, definendo le scarpe “ai limiti del ridicolo” e stupendosi come “a certi atleti venga offerto un vantaggio così iniquo per andare più forte degli altri”. A pensarla così sono in diversi, nel mondo dell’atletica leggera. In realtà, si tratta semplicemente dell’evoluzione della tecnologia che permette agli atleti di indossare scarpe sempre più performanti, confortevoli e leggere. Senza contare che Jacobs non era il solo a indossare queste calzature, ma è stato il solo a battere un record olimpico e a portarsi a casa una medaglia d’oro pesantissima!
C’è poi la versione opposta, ovvero che le Nike MaxFly potrebbero addirittura dare degli svantaggi in pista: secondo Pier Paolo Camossi, l’allenatore di Jacobs, queste calzature in particolare potrebbero sì portare dei vantaggi nel finale di gara, ma anche dei piccoli svantaggi in fase di accelerazione, compensandosi.
Anche Jacbos ha risposto in modo semplice e diretto alle accuse rivolte alle scarpe che indossava in gara.
“Sono praticamente identiche l’una con l’altra, ho fatto apposta dei test con l’optojump sui 60 metri tra scarpe vecchie e nuove. In realtà è più una sensazione che la scarpa in sé. Dai dati non abbiamo visto nessuna grande differenza: velocità, frequenze, sono le stesse. È più su come riesci ad adattarti alla scarpa, tutto qui.”
Al netto di polemiche, dubbi e rancori, quella di Jacbos è una medaglia d’oro che rimarrà nella storia dello sport italiano. L’unica certezza che abbiamo è che le Nike MaxFly non hanno nulla di magico e che Jacobs non ha commesso nessun illecito nell’indossarle, visto che erano state approvate per la disciplina dalla World Athletics e definite regolamentari per le Olimpiadi di Tokyo.
Inoltre, c’è un ulteriore aspetto da considerare. Non c’è stato solo il record di Jacbos alle Olimpiadi di Tokyo: abbiamo visto infrangere molti altri primati sulla pista di atletica. Un altro esempio di come la tecnologia renda sempre migliori le performance atletiche arriva direttamente dalla pista, la cui composizione in gomma vulcanizzata regala ai corridori maggiore elasticità e sviluppo dinamico. Secondo l’americana McLaughin (oro nei 400 ostacoli con nuovo primato mondiale), la differenza è notevole rispetto al passato e “quando ci corri sopra puoi avvertire il rimbalzo“.
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