DJI Mavic Air 2 è il miglior drone consumer acquistabile oggi. L’azienda cinese è riuscita a realizzare un dispositivo unico, che potremmo definire quasi sotto prezzato se consideriamo le ottime caratteristiche, la presenza di sensori anticollisione, l’ottimo range di controllo e tanto altro.
Mavic Air 2 si discosta da quanto visto con il predecessore e assomiglia molto a un Mavic 2 Pro in miniatura, sia per il design generale più spigoloso ma anche con materiali più solidi, sia per quanto riguarda le prestazioni.
Risulta comunque un drone facilmente trasportatile e compatto, ideale per chi pone attenzione agli ingombri ma non può prescindere dall’avere affidabilità di controllo e qualità video al top della categoria.
Il prezzo? 849 euro per la versione normale e 1.049 euro per la Fly More Combo, che include ben 3 batterie, eliche di ricambio, filtri ND e borsa per il trasporto. Tante le novità, ma anche tanti aspetti da considerare prima dell’acquisto, tra cui la nuova normativa di volo emessa dell’Ente Nazionale per l’Aviazione Civile in vigore a partire dal primo luglio 2020.
Voto: 9/10
Partiamo dal radiocomando, totalmente rinnovato rispetto a quello fornito con il DJI Mavic Air di prima generazione. È infatti più grande, più tozzo, più squadrato e scompaiono le antenne. Cambia anche la posizione dello smartphone, che adesso si installa nella parte superiore. Rimane però la possibilità di svitare i joystick, in modo da ridurre leggermente l’ingombro ed evitare che possano danneggiarsi o azionarsi automaticamente quando si ripone il radiocomando nello zaino.
L’ergonomia è molto buona, una volta impugnato si ha una piena sensazione di controllo e tutti i pulsanti sono a portata di dito. Nella parte anteriore ci sono anche quattro LED che indicano l’autonomia residua del radiocomando. La durata prevista è di 240 minuti, ma potrebbe variare a seconda dell’uso e delle funzioni utilizzate. Tanta attenzione è stata posta nella realizzazione del supporto smartphone: ci sono dei piccoli incavi che consentono infatti di evitare pressioni indesiderate dei tasti laterali, rendendolo di fatto usabile con qualsiasi dispositivo, sia Android con USB-C, sia iPhone con attacco lightning. Unica piccola critica: il cavo di collegamento è un po’ esposto e meno protetto rispetto a quanto accadeva con il predecessore. Nulla di grave, ma in caso di caduta o di urto accidentale ciò potrebbe comportare il danneggiamento del connettore dello smartphone.
La tecnologia all’interno è tanta: in primis il nuovo standard di connettività OcuSync 2.0 che permette la trasmissione del segnale a un massimo di 10km in FCC e di 6km per gli standard europei. Attenzione però, perché tali distanze non si possono raggiungere (perlomeno in Europa). Il regolamento dichiara infatti che il drone deve volare a vista d’occhio.
Tuttavia, la tecnologia OcuSync 2.0 consente di avere una grandissima affidabilità, riducendo le perdite di segnali e permettendo all’utente di avere sempre il massimo controllo del volo. Oltre a ciò, è possibile avere uno streaming video in FullHD a 30 fps molto stabile, che permette di avere in ogni istante la percezione precisa del posizionamento del drone e il pieno controllo delle nostre registrazioni.
Le dimensioni maggiori rispetto al radiocomando di DJI Mavic Air di prima generazione si giustificano con il fatto che le antenne sono integrate all’interno del corpo: risulta dunque più facile la messa in volo del drone, in quanto il telecomando è pronto all’uso. Si collega lo smartphone, si posiziona il drone e si è pronti a volare, scattare foto e registrare video.
Voto: 8,5/10
Dji Mavic Air 2 ha un design ispirato a quello di Mavic 2 Pro: linee tese e aggressive che si discostano molto dalle linee tondeggianti del precedente Mavic Air. La plastica usata è molto solida, soprattutto per quanto riguarda i braccetti, mentre il corpo risulta molto leggero.
L’esemplare a nostra disposizione è caduto un paio di volte, ma non ha riportato danni di sorta, a parte qualche inevitabile graffietto.
Lungo la scocca è possibile scorgere tantissimi sensori che consentono al drone di mappare l’aria di volo e soprattutto di evitare ostacoli lungo il percorso: due nella parte anteriore, due nella parte posteriore e due nella parte inferiore, a cui si aggiunge un ulteriore sensore a infrarossi e una luce molto forte che torna utile per identificare subito il drone qualora lo si perda di vista.
Mancano però i sensori sui lati, per cui meglio porre molta attenzione quando il drone trasla lateralmente, soprattutto usando una delle tante modalità automatiche.
Le eliche sono grandi e si installano in maniera semplice, oltre a poter essere ripiegate quando si termina l’uso del drone. Sono una via di mezzo tra quelle usate sul Mavic Mini e quelle presenti su Mavic 2 Pro e risultano più silenziose rispetto al Mavic Air di prima generazione. Il ronzio è certamente udibile, ma non fastidioso.
Eliche più grandi consentono inoltre maggiore stabilità e direzionalità durante il volo. Nella parte superiore è poi presente la batteria a sgancio rapido con capacità di 3500 mAh. Mavic Air 2 è il drone commerciale con la migliore autonomia, con un tempo di volo pari a circa 30 minuti, qualcosina in più in totale assenza di vento e usando la modalità normale.
Quando richiuso il drone misura 180 x 97 x 84 millimetri, mentre quando aperto si raggiungono 183 x 253 x 77 millimetri. Il peso è invece di 570 grammi, il che rende necessario avere il patentino ed effettuare la registrazione del drone prima di poterlo usare.
Voto: 8,5/10
Nella parte anteriore c’è ovviamente la fotocamera stabilizzata meccanicamente tramite un gimbal (o stabilizzatore) a tre assi. All’interno c’è un sensore Sony da mezzo pollice con risoluzione di 48 Megapixel. Si possono scattare foto a 48 Megapixel, oppure a 12 Megapixel con pixel-binning (ovvero una compressione che aiuta ad aumentare la definizione della foto finale, riducendo la risoluzione da 48 a 12 Megapixel).
L’obiettivo è un equivalente da 24 millimetri, dunque un grandangolo non molto spinto con apertura f2.8.
Si possono registrare video fino al 4k 60 fps, ma anche in FullHD a 240 fps, per slow-motion dal sicuro effetto oltre alla possibilità di effettuare Hyperlapse in 8K e QuickShot.
La qualità delle foto è simile a quella offerta di uno smartphone di fascia media, come per esempio Xiaomi Mi Note 10. Era lecito aspettarsi qualcosina in più, soprattutto a livello di dettaglio e contrasto. Lato video invece i risultati sono molto buoni, con un dettaglio ottimo e una fluidità che fa fare al Mavic Air 2 un passo avanti notevole rispetto al predecessore, pur rimanendo qualche passo indietro rispetto al Mavic 2 Pro, come ovvio che sia data la differenza di prezzo e la differenza nel sensore.
In definitiva possiamo affermare che la qualità delle immagini catturate, sia in foto che video, è pienamente concorde con il prezzo di vendita della versione base, che ricordiamo essere 849 euro.
Voto: 8,5/10
Una volta aperte le ali, collegato lo smartphone e configurato il drone, si è pronti per il decollo. Pilotare il DJI Mavic Air 2 è davvero un gioco da ragazzi. Nella modalità normale il drone è semplice, intuitivo e facilmente prevedibile nei movimenti e nelle virate e arriva a una velocità massima di 43 km/h.
I sensori per evitare gli ostacoli funzionano a dovere anche se bisogna fare una certa attenzione per quanto riguarda lo spostamento laterale, a causa dell’assenza di sensori appositi.
Nella modalità Sport si raggiungono invece i 68 km/h e il drone diventa letteralmente una scheggia. Attenzione però: con tale modalità si disattivano i sensori anticollisione, che non sono più in grado di rilevare in tempo eventuali ostacoli e quindi Mavic Air 2 si trasforma in un drone a completo controllo manuale. Servirà un po’ più di esperienza per destreggiarsi e per ottenere riprese di un certo livello.
Ciò che impressiona è comunque la stabilità in volo: anche durante una prova con un vento moderato, il drone rimane stabile sospeso a mezz’aria e non si muove di un centimetro.
Voto: 7,5/10
Per usare Dji Mavic Air 2 bisognerà installare sul proprio smartphone l’applicazione DJI Fly, mentre per quanto riguarda i droni di fascia più alta viene usata l’applicazione DJI Go 4. Le differenze tra le due applicazioni non sono molte ma cambiano radicalmente l’esperienza d’uso. DJI Fly ha infatti un’interfaccia molto semplificata e non permette di andare a fondo con la personalizzazione dei parametri di scatto e registrazione. Risulta dunque un po’ limitata per l’uso professionale. La speranza è che in futuro venga aggiornata con maggiori funzioni, o che venga data all’utente la possibilità di usare il drone con l’una o l’altra applicazione a seconda delle sue esigenze.
È ovvio che un cliente alle prime armi possa preferire DJI Fly, ma dall’altro lato un professionista che necessita di un drone ultracompatto come il Mavic Air 2 ma ha anche necessita di gestire riprese in situazioni particolari, desidera avere accesso a tutte le possibilità per una migliore gestione del filmato e delle foto.
Sempre dall’applicazione è poi possibile gestire le funzioni avanzate, come il Focus Track, in grado di seguire un soggetto in movimento, nelle modalità Active Track 3.0, Spotlight e Point of Interest. Il drone non solo fissa il soggetto, ma è capace di prevederne la traiettoria seguita anche se questo dovesse per qualche istante uscire dall’inquadratura.
Voto: 8,5/10
DJI Mavic Air 2 è un gioiello dal punto di vista tecnologico, ma non possiamo dire di poterlo consigliare a tutti senza esitazione. Non di certo per via delle prestazioni offerte, che lo rendono di fatto il migliore drone attualmente disponibile sotto i 1.000 euro, sia a livello di qualità video sia a livello di tecnologia integrata. Il problema è che arriva in una specie di limbo regolamentare in cui i regolamenti attuali, che ne permettono l’uso in seguito all’acquisizione del patentino di volo, subiranno un notevole cambiamento il prossimo luglio che di fatto potrebbero rendere inutilizzabile il drone.
Mavic Air 2 è un deciso passo avanti rispetto al Mavic Air di prima generazione, peccato solamente per un’applicazione non all’altezza delle aspettative.
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