Spesso i termini allergia e intolleranza vengono usati con lo stesso significato, ma in realtà esprimono condizioni che, pur avendo in comune alcuni aspetti, sono profondamente diverse fra loro.
Parlare di allergia ci fa venire in mente starnuti e occhi rossi, manifestazioni che siamo abituati a trattare con antistaminici da banco e lavaggi nasali con soluzione fisiologica; al contrario, le intolleranze alimentari richiamano sintomi come mal di pancia e dolore addominale, che possono migliorare con l’assunzione di probiotici e con l’allontanamento del cibo “incriminato”.
Le allergie sono reazioni eccessive del sistema immunitario scatenate da sostanze in sé non nocive. Pollini, acari, arachidi sono assolutamente innocui per la stragrande maggioranza delle persone, ma possono essere molto pericolosi, addirittura mortali per alcuni.
La sofisticata evoluzione a cui è andato incontro il nostro sistema immunitario sembra avere creato le basi per lo sviluppo di allergie, che sarebbero il risultato di un eccesso di zelo delle nostre difese, entrate in battaglia contro quelli che vengono scambiati per nemici ma che tali non sono.
Questa attivazione porta ad una serie molto varia di eventi: da un banale sfogo cutaneo trattabile con un farmaco ad azione topica come Democortal Crema allo shock anafilattico, una condizione di estrema gravità che può portare alla morte. In mezzo, un’ampia gamma di manifestazioni che interessano la pelle (eczemi, orticaria), gli occhi (congiuntivite), l’apparato respiratorio (raffreddore, tosse, asma), per trattare le quali vengono in genere impiegati antistaminici in compresse quali Sandoz Cetirizina o gocce oppure farmaci a base di cortisone.
Le intolleranze sono parte di un più vasto gruppo di condizioni dette reazioni avverse al cibo, che comprende anche le allergie alimentari. Malgrado se ne parli molto, la scienza le conosce relativamente poco.
A cosa è dovuta l’intolleranza? Siamo intolleranti quando ci manca un enzima indispensabile per digerire alcuni alimenti. Un esempio classico? Gli intolleranti al lattosio non producono quantità sufficienti di lattasi, l’enzima che permette di digerire i latticini. In questo modo, il latte indigerito si accumula nell’intestino, causando fermentazioni e quindi pancia gonfia e dolore addominale. Per fortuna la lattasi è disponibile in commercio in comode compresse masticabili da assumere in caso di bisogno, che possono essere molto utili quando si mangia fuori casa e dove non è possibile avere un’alternativa lactose-free.
Cosa colpisce l’intolleranza? Quasi esclusivamente il sistema digestivo, stomaco e intestino. Che sintomi porta, quindi? Pur essendo di vario tipo, le manifestazioni sono quasi sempre limitate alla digestione: mal di pancia, pancia gonfia, nausea e vomito, diarrea e perdita di peso. In alcuni casi, queste manifestazioni possono essere prevenute assumendo l’enzima mancante, come nel caso dell’intolleranza al lattosio, per la quale sono disponibili prodotti a base di lattasi come Italchimici Lacdigest Lactofree Compresse.
Un’intolleranza trascurata, con la continua assunzione dell’alimento indigeribile, può far diventare i sintomi cronici.
La differenza più importante fra intolleranza e allergia ha a che vedere con gli apparati colpiti. Mentre nelle intolleranze viene interessato l’apparato digerente, le allergie coinvolgono le nostre difese. Anche e soprattutto per l’interessamento del sistema immunitario, le conseguenze delle allergie sono in genere più gravi.
Inoltre, le intolleranze sono molto più comuni nella popolazione.
È sempre così semplice capire se si tratta di intolleranza o allergia? No, in molti casi neppure i ricercatori che studiano le intolleranze riescono a stabilire se certe condizioni appartengono all’una o all’altra categoria. Ad esempio, non è chiaro se le reazioni agli additivi alimentari siano allergie o intolleranze.
La diagnosi di allergia si può ottenere con il prick test, un esame che viene eseguito praticando delle lievi escoriazioni sulla cute del braccio e versandovi sopra una goccia di una soluzione che contiene la sostanza che si sospetta possa essere la causa.
Per l’intolleranza il discorso è più complesso, perché non esistono procedure specifiche per ogni alimento o gruppo di alimenti. Questo è uno dei motivi per cui i test per le intolleranze non sono nella quasi totalità offerti gratis dal sistema immunitario, ma hanno un costo (variabile a seconda della tipologia).
L’intolleranza al lattosio può essere riconosciuta con il breath test, un esame attraverso il quale viene rilevata la presenza nel respiro di idrogeno, un gas prodotto nell’apparato digerente dalla fermentazione dei latticini indigeriti e responsabile di alcuni dei sintomi.
Esistono in commercio dei kit diagnostici per allergie e intolleranze alimentari, ma si tratta di dispositivi non professionali, che non permettono di ottenere risultati attendibili.
Microtrace Diagnostici Test Intolleranze Alimentari è un test immuno-enzimatico per l’analisi semi-quantitativa di anticorpi IgG umani reattivi a 64 Alimenti.
Mylan MyTest Celiachia è un dispositivo dotato di una lancetta pungidito che permette di prelevare qualche goccia di sangue per effettuare il test di intolleranza al glutine.
Questi e altri kit vendibili in farmacia possono dare un’idea generale della situazione, ma per la diagnosi è sempre essenziale rivolgersi ad un medico, meglio se uno specialista in gastroenterologia.
Alcune persone producono, per sviste del sistema immunitario, anticorpi diretti contro proteine presenti nel corpo: le malattie che derivano da questi errori sono dette “autoimmunitarie”. Se questo “fuoco amico” colpisce enzimi come la transglutaminasi, che rende il glutine attaccabile dai succhi digestivi, si ha la celiachia. Non esistono terapie risolutive: per stare bene i celiaci devono rinunciare agli alimenti che contengono glutine (pasta, pane e prodotti panificati). Fino a qualche anno fa la celiachia poteva essere molto limitante dal punto di vista della dieta, ma oggi il mercato offre diverse alternative gustose.
Come abbiamo visto esistono test per la celiachia effettuabili a casa, ma non possono sostituire l’esame effettuato presso un laboratorio medico e a vista specialistica.
In altri soggetti, l’ingestione di pane o pasta causa un’attivazione del sistema immunitario di tipo allergico, con sintomi che spaziano dallo sfogo cutaneo alle difficoltà respiratorie: si parla quindi di allergia alle proteine del grano.
Si può, infine, avere un’intolleranza al glutine classica, legata al suo accumulo, per difficoltà digestive, nell’intestino e alla base di sintomi quali diarrea, gonfiore addominale, crampi e perdita di peso.
Non esiste, invece, l’intolleranza al lievito come tale: si tratta sempre di intolleranze che coinvolgono la digestione dei prodotti panificati (ad esempio ad alcuni additivi) o uno dei casi sopracitati (celiachia, allergia al glutine, intolleranza al glutine).
La distinzione fra le differenti condizioni deve essere effettuata dal medico.
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