A distanza di quattro anni il Covid può sembrare un ricordo sbiadito, eppure i casi di Covid-19 registrati nel nostro paese hanno visto un aumento dell’11%, portando il numero di contagi a circa 15.200 a fine agosto. Numeri lontanissimi rispetto ai valori raggiunti durante gli anni dell’emergenza pandemica, ma comunque molto strani in quanto d’estate la circolazione del virus è sempre stata più o meno bassa. Molto probabilmente a contribuire al numero crescente di casi è stato il turismo che è tornato ai livelli pre-pandemici e la riduzione dell’adesione delle persone ai vaccini antinfluenzali e anti-covid. Inoltre, a destare preoccupazioni ci pensa anche la nuova variante “Xec”, che presenta una capacità diffusiva e di immunoevasione più alta rispetto alle varianti finora incontrate. Insomma, in vista della prossima stagione autunnale non resta che adottare le ormai diffuse misure di igiene e prevenzione, procedere con il richiamo vaccinale e ovviamente avere sempre a disposizione in casa un test diagnostico per covid-19. In questo articolo del magazine di Trovaprezzi.it parleremo proprio dei diversi kit per l’esecuzione di tamponi, test sierologici e test salivari, ricordandoci le differenze e i modi giusti di utilizzarli.
I test sierologici vengono eseguiti sulla componente liquida, il siero, di un campione di sangue prelevato da una vena. L’esame consiste nella ricerca degli anticorpi specifici diretti contro le proteine di superficie del virus SARS-CoV-2.
L’utilità dei test sierologici, noti anche come test immunologici, è sia individuale che collettiva. Oltre ad essere uno strumento in grado di segnalare al singolo soggetto l’avvenuta esposizione al contagio e la produzione degli anticorpi relativi, forniscono informazioni sulla valutazione epidemiologica della circolazione virale, sulla percentuale della popolazione nella quale l’infezione si è diffusa.
Questi dati costruiscono la conoscenza epidemiologica che permette di gestire adeguatamente le fasi pandemiche successive.
Sì, perché la produzione degli anticorpi si verifica dopo che si è entrati in contatto con il virus, indipendentemente dalla comparsa o meno dei sintomi.
Come momento di riferimento per calcolare la tempistica dei test viene utilizzata l’infezione, che coincide con il momento in cui il virus fa il suo ingresso nelle cellule dell’apparato respiratorio del soggetto. A 5-10 giorni dall’infezione, il periodo di incubazione del virus, il sistema immunitario avvia la produzione di immunoglobuline di tipo A (IgA) e M (IgM), gli anticorpi precoci, che scompaiono dopo qualche settimana. Nel frattempo, ha inizio anche la secrezione di IgG, i cosiddetti anticorpi della memoria immunologica, che hanno la funzione di proteggere da future infezioni. Le IgG possono permanere mesi o addirittura anni.
No. Non solo gli anticorpi devono essere prodotti in quantità adeguata, ma devono essere anche della tipologia giusta. Gli anticorpi protettivi sono quelli cosiddetti neutralizzanti, specificamente diretti contro la proteina Spike del virus, lo strumento che gli permette di infettare le cellule dei polmoni. A tutt’oggi non sono ancora stati completamente chiariti i meccanismi che correlano infezione e produzione anticorpale.
I test sierologici possono fornire indicazioni utili sull’eventuale esposizione al virus e sul momento in cui questa si è realizzata.
Vediamo tutte le situazioni che si possono presentare:
I test sierologici rapidi Covid-19 sono quelli cosiddetti a pungidito, che ricercano gli anticorpi prodotti in risposta all’infezione su una sola goccia di sangue capillare prelevata dal polpastrello di un dito: si tratta di una procedura analoga a quella prevista per la rilevazione della glicemia nelle persone diabetiche.
Questo dispositivo medico-diagnostico in vitro è stato validato dall’Istituto Luigi Sacco di Milano, che ha attestato risultati di specificità del 98,3%. Pur essendo di semplice utilizzo, richiede che sia rispettata la procedura indicata nel confezionamento.
Prevede un tempo di attesa di 10 minuti e può fornire dati sulla positività a IgG, a IgM oppure a entrambe. Qualsiasi tipo di positività deve essere comunicata al proprio medico, il quale consiglierà su come procedere per accertare l’effettiva positività agli anticorpi e l’eventuale presenza dell’infezione ancora in atto. A differenza dei sierologici standard, che sono di tipo quantitativo (ovvero in grado di rilevare non solo la qualità degli anticorpi presenti, ma anche la loro quantità), i test sierologici rapidi sono solo qualitativi. Il risultato che forniscono è binario: se positivo indica che la persona è entrata in contatto con il virus e ha prodotto anticorpi; se negativo, che non è stata esposta al contagio.
Il grande vantaggio di questi test è rappresentato, oltre che dalla rapidità dell’esecuzione, dal tempo di ottenimento del risultato: mentre per i sierologici standard sono necessarie 48 ore circa, i test sierologici rapidi come forniscono una risposta in 10-15 minuti. Un altro indubbio aspetto positivo è rappresentato dai costi, inferiori.
Malgrado i dubbi sorti sulla loro presunta minore affidabilità rispetto ai test sierologici tradizionali, uno studio effettuato presso l’Istituto Mario Negri e pubblicato sulla prestigiosa rivista internazionale EBioMedicine mostra che per sensibilità e specificità sono sostanzialmente sovrapponibili a quelli venosi.
Il test molecolare è il tampone naso-faringeo, il principale e più affidabile strumento diagnostico per COVID-19.
Uno strumento (il tampone vero e proprio) simile ad un lungo cotton fioc viene strofinato sulle mucose della gola e delle cavità nasali per prelevare campioni di secrezioni respiratorie.
Da questi campioni, in laboratorio, vengono estratti eventuali frammenti molecolari (da qui il nome) di materiale genetico del virus (ricerca dell’RNA virale). I frammenti di RNA vengono amplificati con una tecnica molto specifica, chiamata RT-PCR, sensibile anche a tracce di materiale genetico.
Nella maggior parte dei soggetti sintomatici, l’RNA virale, è rilevabile al tampone naso-faringeo già nel giorno in cui si manifestano i sintomi e raggiunge un picco entro la prima settimana. La positività inizia a diminuire entro la terza settimana; successivamente non è più rilevabile.
Il test è stato progettato per la rilevazione qualitativa di particelle del virus su campioni di secrezione proveniente dalla parte anteriore del naso prelevati tramite tampone entro i primi sette giorni dalla comparsa dei sintomi. Non è pensato come strumento diagnostico singolo, ma da abbinare ad altri esami e alla valutazione clinica del paziente.
Il test molecolare può essere eseguito anche su campioni di saliva, poiché eventuali tracce di materiale genetico del virus SARS-CoV-2 possono essere presenti anche in questo fluido.
Oltre ai costi limitati, alla minore invasività e alla velocità di ottenimento dei risultati, queste procedure possono essere eseguite anche in assenza di un operatore sanitario specializzato.
Lo svantaggio era rappresentato dalla minore affidabilità rispetto al tampone naso-faringeo, ma oggi sono disponibili dispositivi di accuratezza paragonabile a quella dei sistemi per il prelievo nasofaringeo.
I test molecolari rapidi possono essere eseguiti anche nelle farmacie convenzionate, con costi e modalità di accesso al servizio variabili in funzione della Regione di appartenenza.
I test antigenici si basano sulla ricerca delle proteine del virus (i cosiddetti antigeni, responsabili dell’attivazione della produzione anticorpale) nei campioni di secrezione respiratoria, prelevati dal paziente con lo stesso strumento con cui viene eseguito il tampone naso-faringeo.
Queste procedure hanno tempi di risposta molto brevi (circa 15 minuti), ma sensibilità e specificità minori rispetto al test molecolare: pertanto, se un test antigenico ha determinato una risposta positiva, l’esito deve essere confermato da un secondo tampone molecolare.La rapidità del test ne permette l’uso in circostanze nelle quali è necessaria una risposta tempestiva, come lo screening dei passeggeri negli aeroporti.
Fonti bibliografiche:
La vitamina D è un ormone che regola differenti meccanismi corporei. La sua funzione principale è quella di mantenere le ossa sane e forti, ma svolge anche azioni “extra-scheletriche”. Da tale punto
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