Che sia bionda, rossa o scura, è difficile trovare qualcuno a cui non piaccia la birra.
Secondo le stime, ogni italiano ne consuma circa 31 litri all’anno (ma siamo solo al 18esimo posto nel mondo!) e non c’è quindi da stupirsi che questa bevanda abbia una giornata mondiale tutta per lei! Nata quasi per gioco nel 2007 in un piccolo bar di Santa Cruz, in California, nel 2008 è stata ufficialmente festeggiata la prima Giornata della Birra: in breve tempo è diventata così popolare che oggi si celebra in oltre 80 paesi del mondo. Ed è l’occasione perfetta per rendere omaggio a una delle bevande più antiche, amate e capaci di creare un senso di convivialità, oltre che naturalmente per brindare tutti insieme con una bella birra ghiacciata!
In questo articolo scopriamo di più sulla birra e sulle sue origini, che forse non tutti conoscono, oltre a qualche divertente curiosità.
La giornata mondiale della birra cambia data ogni anno: proprio per permettere a tutti di poter festeggiare fino a tardi e di onorare questa bevanda come si merita, è stato scelto di far cadere la ricorrenza il primo venerdì di agosto. Così, non ci saranno problemi a partecipare ad uno dei tantissimi party che si organizzano in tutto il mondo (anche se ovviamente è sempre meglio non esagerare con il consumo di alcolici, compresi quelli a bassa gradazione come la birra).
La birra ha origini molto antiche, addirittura millenarie.
Sebbene non sia facile collocare esattamente la sua nascita, possiamo farla risalire all’incirca intorno a 4000 anni fa, in Mesopotamia, in una zona che oggi corrisponde all’incirca all’Iran. Proprio in queste terre è stata ritrovata una poesia sumera in cui viene citata addirittura una divinità protettrice della birra, la dea Ninkasi: la bevanda aveva dunque un significato rituale e simbolico, tanto che veniva consumata durante i funerali e offerta alle divinità in dono. In alcuni reperti sono state trovate anche delle tracce di ricette, che descrivevano una bevanda fermentata a base di cereali dal gusto molto intenso, che possiamo considerare l’antenata della birra come la conosciamo oggi. Già Sumeri e Assiri producevano all’epoca oltre 20 diverse tipologie di birra.
La birra raggiunge l’Egitto, dove era conosciuta come “zithum” e veniva aromatizzata con i lupini: nell’Antico Egitto, era uso comune bere anche 4 litri di birra al giorno per via dell’opinione comune che non fosse altro che “pane liquido”. In Italia furono gli Etruschi i primi a dedicarsi alla produzione di birra, facendo conoscere questa bevanda anche ai Romani, che la portarono con loro nelle conquiste della Germania, della Gallia e della Britannia. La dorata bevanda raggiunse così le popolazioni del nord, entrando nella cultura e nella tradizione per rimanerci fino ad oggi.
La parola è stata coniata dai Romani e deriva direttamente dal latino “bibere“ che significa “bere“. Questo termine ha poi influenzato vari nomi della bevanda in diverse lingue europee, oltre che in italiano: ad esempio, in tedesco si dice “Bier,” in inglese “beer,” e in olandese “bier.” Tutti questi termini condividono una radice comune che rimanda all’atto del bere.
La parola spagnola per birra, invece, è “cerveza” e sembra che derivi direttamente da Ceres (vi ricorda niente questo nome?!), la dea greca dell’agricoltura.
Più che di stili di birra, sarebbe corretto parlare di stili birrari, e ce ne sono talmente tanti (e talmente diversi tra loro) che si dovrebbe parlare di birre più che di birra. Ogni stile presenta caratteristiche e peculiarità che lo rendono unico nel sapore, nell’aroma, nel colore, nel contenuto alcolico e nel metodo di fermentazione, e ogni stile deriva da un insieme di tradizione e sperimentazione, che si è intrecciato nel corso dei secoli con specificità geografiche e tecniche di produzione. Le birre trappiste, come ad esempio la Westmalle, la Orval e la Westvleteren, vengono brassate esclusivamente dai monaci all’interno delle mura di un’abbazia trappista. Ad oggi esistono oltre 400 stili di birra, ma è un numero sicuramente destinato a crescere.
Anche se non possiamo certo elencarli tutti, ci sono alcuni stili di birra che vale la pena conoscere perché sono i più famosi e popolari.
Va bene brindare, quindi, ma attenzione a come lo fate!
Se in Italia non abbiamo grandi rituali di cui preoccuparsi, non è così in altri paesi del mondo dove il brindisi deve seguire regole ben precise per non essere foriero di brutti avvenimenti. Per esempio, in Germania è d’obbligo guardarsi negli occhi mentre si fanno tintinnare i bicchieri mentre in Ungheria i bicchieri non devono nemmeno sfiorarsi perché verrebbe considerato offensivo. In Irlanda, invece, lasciatevi offrire il primo giro senza fare troppi complimenti: gli irlandesi fanno a gara a chi paga la prima bottiglia perché sanno che poi il gesto sarà ampiamente ricambiato dagli amici. In Armenia invece sarà l’ultimo a cui viene riempito il bicchiere a pagare il giro successivo, mentre negli Stati Uniti il primo brindisi è riservato all’ospite d’onore, i successivi invece sono di gruppo.
Spostandoci invece ad Oriente, troviamo tradizioni ancora diverse. In Cina il bicchiere degli invitati è sempre più basso rispetto a quello del padrone di casa, che gode di grande rispetto, mentre in Giappone non ci si può versare da soli la birra: deve essere chi ci sta accanto a servirci e noi a nostra volta dobbiamo servire gli altri commensali. In Brasile infine hanno un trucco per evitare che la birra si scaldi: ordinare una bottiglia grande per tutti e poi versarla in bicchieri molto piccoli!
Semplice o con rituale, sembra proprio giunto il momento di brindare: assicuratevi soltanto che la birra sia ben fredda ma non ghiacciata e che l’abbinamento con la portata sia corretto. Alla salute!
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