Il conto alla rovescia è partito: a partire dal prossimo 14 gennaio, una delle app per smartphone più popolari, Instagram, apporterà un cambiamento significativo alla sua struttura, rimuovendo tutti i filtri di realtà aumentata e con essi anche Spark, la piattaforma dedicata alla creazione e condivisione di questi effetti. Un cambiamento significativo, considerando che si parla di oltre due milioni di filtri, tra cui una grande maggioranza legati al settore beauty. Addio, dunque, a occhi ingranditi, zigomi scolpiti, pelle levigata e altre trasformazioni virtuali che per anni hanno accompagnato le storie di milioni di utenti e che, per certi versi, hanno reso popolare l’applicazione di Instagram.
La decisione era nell’aria: già mesi fa Meta aveva preannunciato questo passo, che sembra seguire una strada simile a quella intrapresa da TikTok per i minorenni. Se da una parte i filtri di proprietà Meta (“appena” 140) resteranno attivi, la stragrande maggioranza degli effetti, sviluppati da creativi di tutto il mondo, scomparirà dalla piattaforma.
Dietro questa scelta, si intravedono due motivazioni principali. Da un lato, una crescente sensibilità verso il tema degli standard estetici irrealistici, spesso accusati di contribuire a disagi psicologici, ansie o addirittura problemi più gravi come il dismorfismo corporeo. Studi recenti hanno dimostrato l’impatto significativo che questi strumenti possono avere sulla percezione di sé, in particolare fra gli adolescenti. Una realtà che, come riportato in passato dal Wall Street Journal, Meta conosceva bene, anche grazie a ricerche fatte internamente, negli ambienti del colosso di Menlo Park.
Dall’altro, sembra che i filtri AR non siano più una priorità strategica per il colosso dei social. Pur avendo spinto il loro utilizzo per anni – coinvolgendo oltre 700 milioni di utenti al mese – Meta ha ora deciso di concentrare i suoi investimenti su nuove frontiere tecnologiche, come l’ormai onnipresente intelligenza artificiale.
Nonostante ciò, la decisione lascia aperte alcune questioni. Gli utenti potranno comunque usare filtri AR creati altrove e caricare i contenuti su Instagram, “bypassando” così la loro rimozione. Inoltre, rimangono piattaforme alternative come TikTok e Snap AR, che continueranno a essere punti di riferimento per i creatori di effetti.
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