Riapertura delle scuole, prevenzione e gestione dei contagi: le indicazioni ministeriali

Di Monica Torriani 28 Agosto 2020
covid e scuola

Ormai abituati al distanziamento sociale, ci prepariamo alla ripresa delle attività scolastiche. Equipaggiati di un dispositivo filtrante (o di una più semplice mascherina chirurgica) e gel idroalcolico per la detersione delle mani, prendiamo contatto con una nuova forma di scuola, diversa rispetto al passato e per molti versi ancora nebulosa.

Il 14 settembre in quasi tutta Italia bambini e ragazzi torneranno sui banchi: per molti di loro si tratterà di un’attrezzatura nuova di zecca fin dai primi giorni, per altri la stessa di sempre, in attesa della sostituzione definitiva. Dopo settimane durante le quali gli indici epidemiologici sono stati in sostanziale remissione, negli ultimi giorni stiamo assistendo ad un’intensa circolazione virale.

Allo scopo di predisporre un rientro che permetta di minimizzare il rischio di contagio, il Ministero della Salute ed il Ministero dell’Istruzione hanno elaborato linee guida mirate per la gestione dei possibili scenari.

I contagi in aumento: una criticità ulteriore

Il gruppo di lavoro composto dal Ministero della Salute, dal Ministero dell’Istruzione, dall’INAIL, dalla Fondazione Bruno Kessler, dalla Regione Emilia-Romagna e dalla Regione Veneto ha messo a punto un documento nel quale vengono richiamate le norme da seguire per la corretta gestione del rischio contagio nelle scuole. Lo scopo è quello di supportare i decisori e gli operatori nel settore scolastico e nei Dipartimenti di Prevenzione nel monitoraggio e nella risposta a casi sospetti o probabili ed a casi confermati di COVID-19, oltre a quello di attuare strategie di prevenzione a livello comunitario. Al suo interno sono presenti indicazioni pratiche per la gestione di eventuali casi e focolai di infezione.

Gli studi scientifici finora completati mostrano che la probabilità dei bambini, in particolare al di sotto dei 10 anni, di ammalarsi o morire a seguito dell’infezione da SARS-CoV-2 è molto inferiore rispetto agli adulti. Un secondo punto fondamentale per mettere a fuoco il comportamento del virus è rappresentato dal fatto che la carica virale di sintomatici e asintomatici non è statisticamente differente e quindi il potenziale di trasmissione è verosimilmente lo stesso. Carica virale che sembra essere più elevata nei bambini al di sotto dei 5 anni.

Mascherina sì, mascherina no

Si sono susseguite successive indicazioni in merito all’opportunità e all’obbligo di indossare mascherine negli edifici scolastici. Le disposizioni riguardano, comunque, i bambini di età superiore ai 6 anni: al di sotto di questo limite, l’obbligo non sussiste in alcun caso.

I dispositivi di protezione riutilizzabili potranno essere lavati e igienizzati con specifici prodotti, come Agena Research Agesan Igienizzante Mascherine Spray 100mL, a base di alcol etilico e clorexidina.

Agena Research Agesan Igienizzante Mascherine Spray 100mL

Il Comitato Tecnico Scientifico che supporta le decisioni della politica ha presentato il proprio parere in merito a questo aspetto, dichiarando che “la misura del distanziamento fisico, inteso come distanza minima di un metro fra le rime buccali degli alunni, rimane uno dei punti di primaria importanza nelle azioni di prevenzione del contenimento epidemico. In tutte le eventuali situazioni temporanee in cui dovesse risultare impossibile garantire il distanziamento fisico, lo strumento di prevenzione cardine da adottare rimane l’uso della mascherina, preferibilmente di tipo chirurgico”.

La mascherina chirurgica dovrebbe dunque essere obbligatoria solo nelle situazioni critiche, come l’entrata e l’uscita di scuola, quando il distanziamento potrebbe non essere assicurato.

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Monitorare lo stato di salute degli alunni

Per poter identificare ed isolare precocemente i casi sospetti è necessario garantire un sistema di monitoraggio dello stato di salute degli alunni e del personale scolastico. Anche la famiglia viene necessariamente coinvolta in queste operazioni: ad esempio nell’effettuare il controllo della temperatura corporea del bambino/ragazzo a casa, ogni giorno, prima di recarsi a scuola.

Il personale scolastico è, invece, responsabile della rilevazione di questo parametro in tutte le circostanze eccezionali nelle quali questa rilevazione è richiesta, come in caso di malessere dello studente, attraverso l’utilizzo di termometri che non prevedano il contatto con la sua superficie corporea come Gima Aeon A200. Fra i compiti degli istituti anche il monitoraggio delle assenze, allo scopo di individuare classi con molti alunni malati che potrebbero essere indice di un focolaio attivo di infezione.

gima aeon a200

I dispositivi medici per la rilevazione della temperatura corporea sono presenti in commercio in diverse tipologie.

Esistono termometri ecologici analoghi a quelli tradizionali nei quali tuttavia il mercurio, non più utilizzabile dal 2009, è sostituito da una lega di gallio, indio e stagno.

E dispositivi digitali con la medesima forma ma in grado di fornire il dato sulla rilevazione della temperatura in qualche secondo tramite la comparsa di una scritta su un display.

Sono, inoltre, disponibili termometri a infrarossi, che registrano le radiazioni termiche emesse dal corpo: la loro diffusione è cresciuta vertiginosamente dopo l’inizio della pandemia COVID-19 perché permettono la misurazione della temperatura a distanza, proteggendo l’operatore dal rischio di contagio.

Il personale scolastico impegnato nell’insegnamento a bambini con disabilità potrà ricorrere ad ulteriori dispositivi di protezione individuale rispetto alla mascherina, come visiere paraschizzi per schermare occhi, viso e mucose e guanti (ideali dispositivi come Farmacare Guanti Monouso in Polietilene 100 pezzi).

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Cosa fare in caso di febbre

In caso di rialzo termico (febbre superiore a 37,5°C), i genitori sono tenuti a contattare il proprio medico curante (pediatra di libera scelta o medico di medicina generale) per la valutazione clinica e l’eventuale prescrizione del tampone naso-faringeo. Se il test risulta positivo, il caso viene notificato, l’area della scuola interessata viene chiusa e vengono avviate la ricerca dei contatti e le azioni di sanificazione straordinaria.

L’alunno deve rimanere a casa in attesa dell’accertamento diagnostico se febbricitante o colpito da un sintomo compatibile con COVID-19.

Per il rientro in comunità occorre attendere la guarigione clinica (cioè la totale assenza di sintomi) e la conferma di avvenuta guarigione, che prevede l’effettuazione di due tamponi naso-faringei a distanza di 24 ore l’uno dall’altro. Se entrambi i tamponi risulteranno negativi la persona potrà definirsi guarita, altrimenti proseguirà l’isolamento.

Se il tampone naso-oro faringeo è negativo ma il paziente è, a giudizio del medico, sospetto per infezione da SARS-CoV-2, il test viene ripetuto a distanza di 2-3 giorni. Il soggetto deve comunque restare a casa fino a guarigione clinica e a conferma negativa del secondo test.

Anche in caso di diagnosi di patologia diversa da COVID-19 (tampone negativo), il soggetto deve rimanere presso il proprio domicilio fino a guarigione clinica, che deve essere attestata dal medico con una certificazione.

Attenzione anche agli altri sintomi più comuni di COVID-19, ossia tosse, cefalea, sintomi gastrointestinali (nausea, vomito, diarrea), mal di gola, difficoltà respiratorie (dispnea), dolori muscolari, stati di raffreddamento più o meno intensi, brividi, perdita improvvisa dell’olfatto (anosmia) o diminuzione dell’olfatto (iposmia), perdita del gusto (ageusia) o alterazione del gusto (disgeusia).

Dovrà anche essere predisposto un canale di comunicazione efficiente fra scuola, medici curanti (pediatri e medici di base) e dirigenti scolastici, da adattare in base alla tecnologia utilizzata (messaggistica, e-mail, telefonata).

L’operatore scolastico che viene a conoscenza di un alunno sintomatico deve avvisare il referente scolastico per COVID-19, il quale, a sua volta, deve telefonare immediatamente ai genitori o al tutore legale. L’alunno febbricitante deve essere ospitato in una stanza dedicata o in un’area di isolamento.

Tutti coloro che dovessero entrare in contatto con il caso sospetto, compresi i genitori o i tutori legali che si recano in istituto per ricondurlo presso la sua abitazione, devono indossare la mascherina.

Un caso particolare: i bambini da 0 a 6 anni

 Per le scuole fino alla primaria (asili nido e scuole dell’infanzia) non sarà obbligatorio il rilevamento della temperatura corporea al momento dell’ingresso a scuola, né l’utilizzo della mascherina. Tuttavia, sarà richiesta l’assenza di sintomatologia respiratoria o di temperatura corporea superiore a 37,5° C nel giorno in questione e anche nei tre giorni precedenti. Sarà inoltre obbligatorio non essere stati in quarantena o isolamento domiciliare negli ultimi 14 giorni e non essere stati a contatto con persone positive, per quanto di propria conoscenza, negli ultimi 14 giorni.

Il personale è tenuto a utilizzare in maniera corretta i dispositivi di protezione. Oltre la consueta mascherina chirurgica, potrà essere previsto l’utilizzo di ulteriori dispositivi, come Prontex Guanti in Nitrile Senza Polvere e altri dispositivi costituiti dello stesso materiale, oltre alle protezioni per occhi, viso e mucose, nelle varie attività, incluso il cambio dei pannolini.
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Le linee guida impongono che tutti gli ambienti, gli arredi e i materiali siano opportunamente igienizzati. I bambini, inoltre, dovranno praticare frequentemente l’igiene delle mani, utilizzando acqua e sapone liquido igienizzante o gel a base idroalcolica come Primagel Plus Gel in tutti i momenti raccomandati.

Allegrini Primagel Plus Gel Disinfettante 50ml

 

Indicazioni operative per la gestione di casi e focolai di SARS-CoV-2 nelle scuole e nei servizi educativi dell’infanzia – Ministero della Salute

Protocollo d’intesa per garantire la ripresa delle attività in presenza dei servizi educativi e delle scuole dell’infanzia, nel rispetto delle regole di sicurezza per il contenimento della diffusione della COVID-19 – Ministero dell’Istruzione

 

Pubblicato il 28 Agosto 2020
Monica Torriani
Monica Torriani

Laureata in Farmacia e abilitata alla professione presso l’Università degli Studi di Milano, è consulente (libero professionista) per la comunicazione nel settore healthcare, con attività ad ampio spettro che include farmaci, prodotti biotecnologici, dispositivi medici, integratori alimentari e cosmetici.

Si occupa della progettazione e realizzazione di contenuti destinati al web e alla carta stampata per diverse testate editoriali (articoli, podcast,...Leggi tutto

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