Google Foto introduce una filigrana invisibile per le foto create con l’AI

L’operazione trasparenza di Google prende il via con l’applicazione Foto che renderà presto identificabili le immagini generate con l’AI.
Di Gaetano Mero 7 Febbraio 2025
2 minuti di lettura

Con un annuncio tramite il blog ufficiale, Google ha confermato oggi l’arrivo di un’etichetta all’interno della propria applicazione Foto che aiuterà ad identificare le immagini create con l’Intelligenza Artificiale. L’AI costituisce ormai una componente imprescindibile per le attività quotidiane di milioni di persone, grazie all’integrazione su PC, notebook, smartphone e tablet (qui un nostro approfondimento sul tema).

Proprio per questo, già qualche mese fa, la società di Mountain View aveva espresso la volontà di attuare una serie di azioni che avrebbero aiutato gli utenti a distinguere uno scatto reale da una foto generata tramite AI. Google oggi ha fornito indicazioni specifiche affermando che a partire dalla settimana in corso verrà adottata la tecnologia SynthID, attraverso la quale viene incorporato all’interno del file una sorta di filigrana digitale impercettibile.

Il sistema, che porta il marchio Google DeepMind, servirà quindi a contrassegnare le immagini modificate con l’Intelligenza Artificiale generativa attraverso gli strumenti messi a disposizione da Magic Editor. Si tratta in sostanza di una serie di tag che saranno subito riconoscibili recandosi nella sezione informazioni di ciascun file. Questo significa che le foto non saranno sporcate da watermark ma aiuterà gli utenti a comprendere se ci si trova davanti ad una foto reale o artificiale.

Google Pixel 9

In foto: Google Pixel 9

La tecnologia SynthID è già impiegata da Google per individuare le immagini create attraverso la piattaforma Imagen, presentata qualche mese fa e in grado di restituire foto dopo una semplice descrizione. Non è escluso che in futuro, considerato il veloce avanzamento dell’AI, la stessa venga impiegata anche per audio, testi e video prodotti con l’utilizzo dell’AI.

Google afferma che a volte le modifiche apportate potrebbero essere poco rilevanti per SynthID affinché possano essere etichettate in modo corretto. Ciò vale ad esempio quando si modificano i colori di alcuni elementi o si effettuano accorgimenti che non modificano l’intera immagine. Ad ogni modo la società raccogliere i feedback degli utenti per migliorare in modo costante la propria tecnologia e rendere l’utilizzo dell’AI più trasparente.

Pubblicato il 7 Febbraio 2025
Gaetano Mero
Gaetano Mero

Classe 1983. Giornalista pubblicista, redattore, ghostwriter e content creator. Con un passato da appassionato di elettronica, circuiti e informatica, il suo primo contatto con un computer è stato all’età di sei anni, nell’ormai lontano 1989, con il Commodore 128.

Crescendo ha sviluppato grande interesse per la scrittura, tanto da diventare nel 1995 vicedirettore del giornalino scolastico del proprio Istituto di scuola...Leggi tutto

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