Ancora un passo avanti per il diritto alla riparazione, un tema sempre più dibattuto. Da un lato, le politiche nazionali e internazionali vogliono tutelare il consumatore. Dall’altro, vogliono ridurre l’impatto ambientale cercando di donare maggiore longevità ai dispositivi elettronici. Una prima mossa c’è stata già da parte di Apple e Microsoft. Ora ai big del settore si unisce Samsung che ha avviato il programma per le riparazioni fai-da-te per alcuni dispositivi Galaxy.
L’iniziativa debutterà nel mercato statunitense. Nel comunicato stampa diffuso dalla società, non si menziona l’espansione in altri mercati ma la speranza è che possa essere esteso presto in tutti i mercati in cui il colosso di Seul è presente.
Samsung sta collaborando con iFixit, il team di esperti che si occupa di valutare la riparabilità dei dispositivi elettronici e di fornire guide e indicazioni per le riparazioni. Il programma prenderà il via nel corso dell’estate e fornirà agli utenti l’accesso a pezzi ricambi originali, agli strumenti e alle guide per effettuare la riparazione in completa autonomia.
Almeno inizialmente, sarà possibile sostituire a casa lo schermo, il vetro posteriore e le porte di ricarica. Le parti danneggiate che devono essere sostituire possono essere consegnate a Samsung che si occuperà dello smaltimento.
Per il momento, il programma è rivolto a un numero ristretto di dispositivi: gamma Galaxy S20, Galaxy S21 e il Galaxy Tab S7+. Mancano all’appello le ultime generazioni: dai Galaxy S22 ai Galaxy Tab S8. Samsung comunica però che ha intenzione di espandere l’auto-riparazione anche ad altri prodotti del catalogo.
L’obiettivo dichiarato è quello di offrire ai consumatori “opzioni più convenienti e accessibili per prolungare l’uso dei propri dispositivi, promuovere un’economia circolare e ridurre al minimo i rifiuti elettronici”.
In copertina Samsung Galaxy S21 Ultra.
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