Nel panorama dei prodotti per l’ascolto di musica e film, Bravia Theatre U è uno dei dispositivi più particolari e interessanti tra quelli lanciati nel 2024. La novità targata Sony è una diretta evoluzione di SRS-NS7, un dispositivo da indossare intero al collo che però presentava diverse limitazioni. L’esperienza di utilizzo è per certi versi simile a quella offerta dalle cuffie: in entrambi i casi parliamo di dispositivi personali, non a caso la lettera “U” nel nome gioca sulla pronuncia per alludere a “you”, cioè “tu”.
I punti di contatto tra le cuffie e questo dispositivo indossabile si esauriscono però qui: si condivide la finalità e la natura di prodotti ad uso personale, tutto il resto è ben diverso ma è necessario effettuare prove per capirlo. Proprio per questo motivo vogliamo raccontarvi la nostra esperienza, in modo da farvi capire se una soluzione come Bravia Theatre U possa esservi utile o se sarebbe meglio orientarsi su una delle ormai tantissime cuffie wireless presenti sul mercato.
Il dispositivo Sony si presenta con l’aspetto di un collare da posizionare sulle spalle, esattamente come il suo predecessore del 2021. La parte inferiore è realizzata in gomma morbida, una scelta che ha una doppia funzione: migliora il comfort e trasmette vibrazioni con le frequenze basse. Tutti i suoni sono riprodotti da due altoparlanti X-Balanced “full-range”, così chiamati perché possono riprodurre tutte le frequenze. Le dimensioni di Bravia Theatre U sono 235 (L) x 48 (A) x 178 (P) mm con un peso di 268 g.
La connettività è basata principalmente sul Bluetooth 5.2 multipoint (si può collegare a più dispositivi simultaneamente) con supporto ai codec SBC, AAC e anche LDAC, che apre le porte anche all’ascolto in alta qualità. Volendo si può comunque usare la porta USB-C non solo per ricaricare la batteria, ma anche per collegarsi tramite un cavo con il classico jack da 3,5 mm (fornito in dotazione) alle sorgenti. Grazie al microfono integrato si può usare il prodotto anche per effettuare/ricevere chiamate e per le video-conferenze.
Rispetto al predecessore, il già citato modello SRS-NS7, è stata rimossa un’importante limitazione: non serve più un trasmettitore esterno per fare da ponte tra il collare e i televisori. L’autonomia dichiarata è di circa 12 ore e c’è la possibilità di effettuare una ricarica rapida (10 minuti per ottenere un’ora di funzionamento).
Abbiamo dunque spiegato cos’è Bravia Theatre U: la domanda da porsi è come si differenzia dalle classiche cuffie wireless. Sono due gli aspetti che rendono l’esperienza di ascolto molto diversa: il comfort e il modo in cui suono arriva alle orecchie dell’ascoltatore. Per quanto riguarda il comfort, sulle prime Bravia Theatre U può risultare spiazzante. Indossare qualcosa sulle spalle e intorno al collo non è usuale per l’intrattenimento domestico.
Personalmente ho avvertito un po’ il peso e la presenza del dispositivo, durante le prime ore di utilizzo, poi mi sono abituato e l’ho trovato molto comodo, anche più delle cuffie. Chi indossa cuffie per molte ore sa benissimo che, per quanto possano essere ben realizzate, un minimo di fastidio si prova sempre, durante le sessioni prolungate. Questo è specialmente vero nei mesi più caldi, quando avere qualcosa sul capo e intorno alle orecchie per qualche ora aumenta inevitabilmente la sudorazione e i fastidi.
Con Brava Theatre U non succede niente di tutto questo: il capo e le orecchie sono sempre libere e questo ha ricadute anche su altri aspetti. Il più importante è che non ci si isola dall’ambiente circostante: ovviamente i suoni generati dal collare attenuano gli altri rumori ma si riesce comunque a sentire bene quello che avviene nelle vicinanze. Ci sono però degli svantaggi: le cuffie, specialmente se chiuse come le Sony WH-1000XM5 o le Sonos Ace, difficilmente possono infastidire altre persone presenti.
Bravia Theatre U indirizza i suoni verso le orecchie di chi lo indossa: è quindi vero che solo l’utilizzatore sente il suono nella sua pienezza ma più di qualcosa arriva anche a chi si trova nelle vicinanze. Per capirci meglio: non si può usare il prodotto Sony vicino a chi dorme o sta magari lavorando o parlando con altri, per quanto il rumore sia decisamente attenuato costituisce comunque una fonte di disturbo percepibile.
Bravia Theatre U va inteso più come un sistema immersivo alternativo a soundbar o a impianti separati, da usare soprattutto quando non si vuole disturbare i vicini o qualcuno che si trova in altre stanze. In queste situazioni la direzionalità del suono è effettivamente efficace nel bloccare ogni fonte di fastidio per i terzi. Il suono riesce anche a ricreare una buona spazialità che avvolge l’ascoltatore, mantenendo una buona qualità.
Attenzione però a indossarlo in modo corretto: se si appoggia sulle spalle storto, allora il suono può sembrare più forte da un solo lato, dato che uno degli speaker è più vicino all’orecchio rispetto all’altro. Il volume è soddisfacente ma non altissimo, motivo per cui è meglio non aspettarsi pressioni sonore incredibilmente elevate. Per lo stesso motivo anche i bassi non sono profondissimi, anche se le vibrazioni trasmesse dalla parte inferiore in gomma compensano almeno in parte.
A chi consiglierei Bravia Theatre U? A chi vuole un dispositivo per l’intrattenimento a tutto tondo, direi più audio-visivo rispetto alla sola musica, per la quale continuo a preferire le cuffie, anche modelli tutt’altro che cari come le Audio Technica. Si fanno preferire alle cuffie se si cerca un sistema che non isoli l’ascoltatore e che permetta di seguire film, serie TV o musica senza disturbare i vicini o altre persone che si trovano nelle stanze adiacenti. Il suono è diverso rispetto alle cuffie: ci sono sicuramente meno bassi e la sensazione di spazialità è diversa, in molti casi si ha però un maggior coinvolgimento dato dal suono più avvolgente.
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