Nonostante l’assonanza dei termini, Epifania e Befana non sono la stessa cosa.
La prima ha origini religiose molto antiche ed è legata alla manifestazione di Gesù agli uomini. La seconda, come i bambini sanno bene, è una vecchia signora vestita di stracci che la notte del 6 gennaio vola sulle nostre case a cavallo di una scopa per lasciare calze piene di dolcetti o carbone.
In questo articolo esploreremo proprio le origini storiche e religiose dell’Epifania, il suo significato nella tradizione cristiana e il modo in cui si è legata al folklore italiano, trasformandosi in una festa attesissima da tutti i piccoli golosi!
Ecco di cosa parleremo.
Cominciamo con lo scoprire cosa significa Epifania letteralmente: deriva dal greco antico “epiphaino”, che significa letteralmente “apparizione” o “manifestazione”. Nella cultura cristiana, l’Epifania rappresenta il momento in cui Gesù si è per la prima volta manifestato agli uomini come figlio di Dio. E questo è accaduto proprio il 6 gennaio, almeno per quanto riguarda la tradizione occidentale.
I protagonisti della storia dell’Epifania tramandata dalla chiesa occidentale sono proprio loro, i Re Magi. Baldassarre, Melchiorre e Gaspare in realtà hanno origini molto nebulose e avvolte nel mistero: compaiono solo nel vangelo di Matteo e non è dato sapere se fossero realmente re, molto più probabilmente erano sacerdoti, astronomi e indovini provenienti da terre orientali. Matteo ci racconta che i tre si misero in viaggio alla volta di Betlemme con tre scrigni contenenti doni simbolici per il nuovo nato: oro, incenso e mirra. L’oro rappresentava la regalità di Cristo, l’incenso la sua divinità e la mirra, che all’epoca veniva utilizzata per preparare i corpi per la sepoltura, la sofferenza e la morte di Gesù.
Nella tradizione orientale, le cose cambiano. I fedeli della chiesa ortodossa, infatti, credono che l’Epifania (che chiamano anche “teofania” ovvero “manifestazione di Dio”) sia legata al battesimo di Gesù nel fiume Giordano, che avvenne quando aveva trent’anni. Questo evento, narrato dai Vangeli di Marco, Luca e Matteo, segna l’inizio della predicazione di Cristo quindi in qualche modo il suo battesimo segna la sua rivelazione come figlio di Dio e Messia.
Sebbene per la maggior parte dei fedeli ortodossi il giorno dell’Epifania sia sempre il 6 gennaio, in alcuni paesi si festeggia il 19 gennaio.
Ora che conosciamo le origini del termine Epifania e il suo significato religioso, sembra ancora più difficile capire cosa c’entri con la Befana che conosciamo oggi!
Non molto, in realtà, se non per il nome. Il termine, secondo diverse teorie, deriva proprio da “epiphaneia”, che sarebbe stato storpiato in “bifania” e “befania”.
La figura di una vecchia vestita di stracci che vola a cavallo di una scopa, è invece molto più antica e sembra risalire addirittura ad epoca romana o celtica. Gli antichi credevano infatti che, nelle dodici notti che seguivano il solstizio d’inverno, figure femminili non ben identificate volassero sui campi per propiziare i raccolti: in questo periodo di passaggio, infatti, erano numerose le celebrazioni e i riti legati alla rinascita della natura.
Questa leggenda si intreccia successivamente con la figura di Berchta, una delle personificazioni femminili dell’inverno secondo la mitologia germanica. Berchta era brutta, anziana, vestita con abiti consunti, con il naso adunco e i capelli scarmigliati, e rappresentava la miseria e la povertà della natura invernale. Dodici giorni dopo il Natale, si diffuse quindi la tradizione di bruciare fantocci vestiti di stracci, in segno di purificazione, rinascita e pulizia: l’inverno viene scacciato via per fare spazio alla bella stagione e alla sua abbondanza.
Per capire come la Befana si è intrecciata con il culto cristiano dell’Epifania, dobbiamo aspettare però il Medioevo, quando la Chiesa legò le due vicende. Nel XII secolo, si diffuse una leggenda: i Re Magi, persi durante il loro lungo viaggio, chiesero indicazioni ad un’anziana donna che trovarono sulla strada, ma lei si rifiutò di aiutarli. La donna, però, poi si pentì del suo atteggiamento ostile e decise di farsi perdonare con un cesto pieno di prelibatezze che voleva offrire in dono ai Magi. Si mise così alla loro ricerca, fermandosi in ogni casa e donando dolcetti ai bambini che incontrava. Da quel momento, i bambini lasciano calze, calzini e scarpe fuori dalla loro porta cosicché la Befana possa riempirli di dolcezze (o carbone, per quelli che si sono comportati male nel corso dell’anno) al suo passaggio.
La Befana, in realtà, è un personaggio che conosciamo solo in Italia.
Nella maggior parte degli altri paesi d’Europa, i bambini la notte del 6 gennaio aspettano l’arrivo dei Re Magi. In Spagna i bambini mettono dell’acqua per i cammelli e una scarpa fuori dalle loro porte, in Ungheria e in Romania bussano a tutte le case per raccontare storie e ricevere in cambio dolcetti o qualche moneta, mentre in Francia si usa mangiare un dolce, la Galette des Rois (in onore proprio dei Re Magi) e colui che trova la fava nascosta nel dolce diventa il re della festa! In Russia, non ci sono né Befana né Re Magi: è Padre Gelo (la personificazione russa di Babbo Natale) a portare dolci il 6 gennaio, accompagnato nel suo viaggio da una dolce vecchietta.
Non resta dunque che appendere una calza la notte del 6 gennaio e sperare di ritrovarla piena di delizie!
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