Tutti i televisori moderni, anche quelli di fascia bassa, sono ormai dotati di varie modalità video presenti nel menu. A cosa servono queste impostazioni? Perché non basta semplicemente una singola scelta? La risposta richiede di articolare un po’ di più il discorso: le modalità video rispondono a differenti esigenze in termini di condizioni ambientali, resa dei colori e anche luminosità.
Perseguire tutti questi obiettivi tramite una sola impostazione perfetta per tutte le esigenze è impossibile ed è per questa ragione che ogni prodotto sul mercato propone impostazioni diverse finalizzate ad ottenere risultati differenti. Per poter usare al meglio il proprio TV occorre pertanto sapere quali modalità sono le migliori per ogni scenario di utilizzo.
L’ampia offerta di modalità video è motivata dal fato che, come abbiamo detto, i televisori si possono usare in tante condizioni diverse. La prima e più importante differenza è data dalla quantità di luce in ambiente: di giorno, in stanze ben illuminate, lo schermo deve contrastare efficacemente l’abbondante presenza di fonti di luce naturale e/o artificiale. Di notte vale l’esatto contrario: troppa luce emessa dal televisore sarebbe solo dannosa e risulterebbe anche faticosa per la vista.
Ecco quindi che praticamente ogni prodotto sul mercato offre impostazioni separate per giorno e notte. Qui risulta evidente una delle problematiche principali che purtroppo non risparmia praticamente nessun produttore: le voci presenti nei menu tendono ad essere quasi sempre troppe e confusionarie. I nomi attribuiti alle modalità variano fin troppo e in molti casi non sono molto chiare, specie per gli utenti meno esperti.
Se modalità che contengono nel nome “Giorno” o “Notte” rendono evidente lo scenario d’uso ideale, altrettanto non si può dire per diciture come “Professionale 1“, “Professionale 2“, “Personale per Professionisti“, “IMAX“, “Filmmaker” e altre ancora. Ciascuna di quelle citate ha uno scopo ben preciso: sono tutte sviluppate per garantire la migliore fedeltà possibile (con risultati altalenanti a seconda del modello) anche se in modo diverso. Professionale 1, ad esempio, indica una modalità video molto precisa per la visione di giorno, Professionale 2 per quella notturna.
Anche Filmmaker in teoria dovrebbe servire per assicurare un’alta fedeltà delle immagini in ambienti con poca luce: ne abbiamo parlato in questo articolo. Peccato però che tanti produttori non rispettino i parametri per la luminosità. In pratica non sono rari i casi in cui Filmmaker è sì fedele, ma emette fin troppa luce e quindi non è poi così adatta alla visione notturna con luci spente, quanto meno per una questione di affaticamento visivo.
Riassumendo in poche semplici parole: esistono molteplici modalità video perché ognuna è indirizzata a usi diversi. Raggiungere una risultato ottimale con una sola impostazione è impossibile: il funzionamento del nostro occhio e degli schermi impongono cambiamenti in alcuni parametri al variare di alcuni condizioni, ad esempio la luminosità ambientale.
Scegliere la modalità corretta è perciò fondamentale per assicurarsi la miglior esperienza possibile e non solo in termini di fedeltà: una modalità pensata per la visione con poca luce, per quanto teoricamente eccellente sulla carta, risulterà spenta e con colori troppo poco saturi se usata in locali con molta luce naturale. Vale ovviamente anche il contrario: tanta luce emessa dallo schermo in stanze buie è solo dannosa.
In linea di massima chi cerca la massima fedeltà dell’immagine deve orientarsi su termini che richiamino il cinema o qualche parola che abbia legami col mondo professionale. Vanno quindi bene Cinema, Film, Movie (a volte si usa il termine inglese), Professionale, IMAX e se presente è sempre corretta la Filmmaker, che nasce proprio con questo scopo. Ci sono però eccezioni non trascurabili, ad esempio la Personale che troviamo su alcuni prodotti Sony.
Attenzione però alla luminosità: a volte tende comunque ad essere troppa alta, lo si può notare ad occhio anche perché potrebbe risultare faticosa per la vista. Nel caso basta regolare il relativo parametro sui TV: va abbassata la retroilluminazione sui TV LCD (tutti, quindi LCD a LED, QLED o Mini LED che siano) e la luce OLED (generalmente è questo il termine usato con qualche variazione) sugli OLED.
Per la visione di giorno si deve far riferimento o a modalità specifiche: sono solitamente chiamate “Giorno” (magari con altri termini accostati), “Chiaro” o parole assonanti. Nel caso manchino questi riferimenti è solitamente valida la Standard, che però è sempre molto fredda e quindi con colori tendenti al blu. Si può cercare di ovviare selezionando una temperatura colore calda, ormai presente più o meno sempre nei menu proprio con quel termine.
Sono invece tendenzialmente da scartare tutte le modalità come Dinamica, Vivida, Sport e altre variazioni sul tema che non rispondano a quello che abbiamo elencato sopra. Il motivo è presto detto: solitamente non rispettano alcun parametro inerente la fedeltà dell’immagine. I colori hanno forte dominanti, quasi sempre fredde (molto fredde) e i colori risultano eccessivamente saturi. Possono colpire l’occhio perché molto luminose e vivide, ma sono del tutto innaturali, sbilanciate e comportano sempre grossi sacrifici sul versante della qualità.
C’è infine un’opzione che abbiamo lasciato per ultima perché non è presente su tutti i prodotti: richiede infatti la presenza di un sensore che misura la luminosità ambientale. Se è integrato si può attivare per regolare automaticamente tutti i parametri, senza bisogno di selezionare manualmente la modalità per la visione diurna e notturna.
I nomi delle funzioni variano da modello a modello, tutte fanno però riferimento al sensore e agli automatismi. Queste modalità sono presenti anche con contenuti in Dolby Vision e si possono riconoscere facilmente: se sono supportate è presente la voce Dolby Vision IQ. Lo stesso vale per il formato rivale, cioè HDR10+ Adaptive: il funzionamento è assolutamente identico, cambia solo la tecnologia utilizzata per visualizzare i contenuti in HDR.
Tutto quello che abbiamo scritto vale a prescindere dal marchio: come abbiamo scritto ci sono differenze nei nomi usati per le varie modalità, dato che l’unico tentativo di realizzare uno standard è l’iniziativa che ha portato alla nascita del Filmmaker mode. Va però rilevato che nemmeno quest’ultimo è incluso su tutti i modelli, manca per esempio su Sony e TCL. Anche considerando i singoli produttori si notano però cambiamenti nel corso degli anni.
Bisogna perciò attenersi alle linee guida generali che abbiamo riportato, che sono valide in linea di massima per tutte le fasce di prezzo: valgono per i modelli più economici, come ad esempio Hisense U6N, così come per i top di gamma come i Samsung S95D. Fanno eccezione, come abbiamo spiegato sopra, le modalità che sfruttano i sensori di luminosità integrati, non sempre presenti, così come la compatibilità con i formati HDR.
Su nessun Samsung, compresi i TV di fascia alta come QN90D, è disponibile Dolby Vision IQ, dato che il produttore coreano ha deciso di non supportarlo. Lo stesso discorso si applica al contrario anche a LG: gli OLED B4, così come tutta la gamma 2024 (ma non solo), non gestiscono HDR10+ Adaptive.
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