Ad oggi acquistare un televisore privo di funzionalità Smart TV è praticamente impossibile, a meno di non orientarsi su prodotti di fascia bassa (e di piccole dimensioni) o su prodotti di derivazione più o meno professionale. Può quindi nascere spontanea una domanda: perché acquistare un dispositivo esterno come Apple TV se è già tutto integrato? E nel caso in cui sia necessario rivitalizzare un televisore vecchio, cosa offre la Apple TV 4K rispetto a prodotti decisamente più economici come Fire TV 4K?
Partiamo analizzando uno degli aspetti più importanti: le prestazioni. Come si posiziona Apple TV 4K rispetto agli Smart TV? Per rispondere bisogna fare una distinzione tra televisori di fascia medio-bassa, media e alta. I prodotti di fascia bassa integrano processori poco potenti e questo ha un impatto diretto sull’esperienza d’uso. Il massimo che ci si può aspettare è un livello sufficiente nelle operazioni di base. Se si installano tante app, si passa spesso da una all’altra e si cerca una reattività ottimale del sistema, allora è certo che si resterà delusi.
Rallentamenti, lentezza a compiere diverse operazioni e scatti sono da mettere in conto. Con i prodotti di fascia media il livello sale ma la fluidità non è comunque ottimale, almeno non per tutti i modelli. Ci sono TV piuttosto reattive e piacevoli da usare, come ad esempio la serie Hisense U7N, ma non è assolutamente la regola. Purtroppo più di qualche modello risparmia sui processori integrati per limare i prezzi, una scelta che si ripercuote inevitabilmente sull’esperienza d’uso.
A pesare è inoltre il sistema operativo utilizzato: quelli più ottimizzati riescono a sfruttare meglio la potenza di calcolo dei chip, mentre sistemi più generalisti, come ad esempio Android TV e Google TV, richiedono necessariamente una dotazione minima per il loro buon funzionamento. I prodotti di fascia alta sono quelli che garantiscono tendenzialmente la migliore reattività. Diciamo “tendenzialmente” perché in realtà i casi negativi non mancano e non sono così rari, specialmente quando sul mercato vengono introdotti nuovi processori.
Nuovi chip richiedono infatti un adattamento anche nel software, cioè aggiornamenti nei sistemi operativi per poterli sfruttare a fondo. Nel passato più o meno recente è capitato che processori prestanti sulla carta abbiano evidenziato problematiche tutt’altro che trascurabili, proprio a causa di piattaforme Smart TV non ottimizzate per quegli specifici componenti. Come si comporta invece Apple TV 4K? Il set-top box del colosso di Cupertino può contare su due vantaggi determinanti: un processore piuttosto potente – più di qualsiasi chip presente negli Smart TV – e un sistema operativo ottimizzato ad hoc.
L’A15 Bionic di Apple TV 4K è derivato direttamente dal SoC che ha debuttato sugli iPhone 13: la differenza è che qui c’è un core in meno, quindi 5 contro i 6 usati nei chip degli smartphone. Le prestazioni restano comunque eccellenti e infatti trovare un set-top box più potente è impossibile, nemmeno NVIDIA Shield si avvicina da questo punto di vista. In pratica Apple TV 4K offre una reattività e una fluidità mediamente migliori rispetto agli Smart TV.
Questa disparità di prestazioni deriva da un motivo ben preciso: per i produttori di televisori non è semplice integrare componenti così costosi senza avere un impatto diretto sui prezzi. Concluso il discorso sulle prestazioni, vediamo quello che è l’altro grande spartiacque tra Smart TV e Apple TV 4K: la quantità di annunci pubblicitari all’interno delle piattaforme. Sulla maggior parte delle Smart TV la pubblicità è andata crescendo nel corso degli anni.
Ad oggi è praticamente impossibile trovare prodotti che non presentino banner all’interno della home page, più o meno invasivi e più o meno fastidiosi – alcuni hanno anche video che partono automaticamente, se l’utente non disabilita questa funzione. Non fanno eccezione nemmeno i set-top box esterni come le Fire TV o i prodotti dotati di Google TV. Da questo punto di vista Apple TV 4K è ancora un’oasi relativamente felice: ci sono alcuni annunci o banner ma solitamente fanno riferimento a serie TV/film su Apple TV+ o a servizi Apple.
Per quanto riguarda le funzionalità di base, la differenza tra Apple TV 4K e gli Smart TV è mediamente trascurabile. Le applicazioni per i principali servizi streaming sono disponibili ormai su tutte le piattaforme, almeno quelle principali: tvOS (il sistema operativo di Apple TV), Tizen, webOS, Google TV/Android TV, Fire TV e VIDAA U. Se però si va oltre la base, allora la disponibilità di applicazioni varia: sotto questo punto di vista i prodotti basati su Android sono quelli che offrono le maggiori possibilità di intervento, permettendo di andare ben oltre l’ordinario, a patto di avere un po’ di esperienza in materia.
Ci sono poi alcune funzioni che interessano prevalentemente gli utenti più esigenti. Ci riferiamo in particolare al supporto per i formati audio più evoluti e al cosiddetto “frame matching“. Per quanto riguarda i primi, su alcuni Smart TV si possono riprodurre tracce in formato lossless, cioè compresse senza perdita di qualità. Rientrano in questa categoria gli audio in Dolby TrueHD e DTS-HD Master Audio: ne abbiamo parlato in dettaglio in questo speciale.
Molti televisori presenti sul mercato non gestiscono i suddetti formati e il motivo è semplice: ad oggi sono presenti quasi esclusivamente sui supporti ottici, se escludiamo servizi piuttosto elitari che sono anche legati all’acquisto di pochissimi dispositivi. Nessun servizio streaming ne fa uso: ciò significa che Netflix, Prime Video, Disney+, Paramount+, Apple TV+ e tutti gli altri non offrono una qualità così alta. Non è dunque difficile capire perché molti produttori non li includano nei propri TV.
La capacità di riprodurre tracce lossless può comunque interessare agli utenti che hanno riversato la propria collezione di dischi su hard disk, rendendoli “liquidi”. In questo caso il supporto sul dispositivo usato per riprodurre i file diventa necessario. Per capire quali sono i prodotti su cui puntare è necessario controllare la scheda tecnica: un esempio è la serie Sony Bravia 7. Apple TV 4K esce perdente da questo confronto: non può infatti gestire direttamente questi file: ci sono applicazioni che aggirano questa limitazione ma applicando conversioni che non risolvono tutti i problemi.
Il frame matching serve invece per far corrispondere la frequenza di aggiornamento dei video con quella dello schermo. Senza frame matching la frequenza di aggiornamento viene impostata a 60 Hz mentre film e serie TV sono a 24 fotogrammi al secondo. Siccome 60 non è un multiplo di 24, la mancata sincronia causa una sorta di incertezza che si ripete a intervalli regolari, generando scatti che alcuni utenti possono ritenere fastidiosi.
Molti Smart TV non dispongono del frame matching o lo mettono a disposizione solo su alcune applicazioni: su Fire TV, ad esempio, si possono usare Prime Video, Netflix e Apple TV+. Per Google TV vale più o meno lo stesso discorso. Apple TV 4K è la soluzione migliore per chi è sensibile a questa problematica: il frame matching viene gestito dalle impostazioni di sistema, quando si attiva è disponibile su qualsiasi applicazione presente su tvOS.
L’acquisto di Apple TV 4K è consigliato principalmente a due categorie di persone: gli utenti Apple e quelli più esigenti dal punto di vista della fedeltà video. Gli utenti che dispongono già di altri dispositivi della mela morsicata possono sfruttare le sinergie create dall’ecosistema Apple, ad esempio AirPlay 2. Per gli utenti più esigenti c’è invece la possibilità di non vedere mai scatti nei video, una caratteristica che ad oggi ha ben poche alternative.
Tra queste ci sono i TV LG con la funzione Real Cinema attivata (che funziona in modo diverso ma risulta comunque efficace), come ad esempio gli OLED C4. Sconsigliamo l’acquisto a chi invece vuole solo svecchiare la propria Smart TV o desidera magari un sistema più reattivo: questo obiettivo si può ottenere anche con una semplice Fire TV Stick, dal costo ben più contenuto rispetto al set-top box di Apple.
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