Durante la Google I/O, l’annuale conferenza dedicata agli sviluppatori in cui il colosso di Mountain View svela le novità software, non solo è stata annunciata la prima beta di Android 12 ma anche un cambio epocale per wearOS. Il sistema operativo per gli indossabili sviluppato da Google si rinnova grazie a una collaborazione strategica tra Big-G e Samsung che a bordo dei suoi smartwatch – come Galaxy Watch3 – utilizza Tizen.
I due colossi, infatti, hanno deciso di unire le forze creando una piattaforma unificata che rappresenta la sintesi dei punti di forza dei due sistemi operativi.
Da una parte, Google mette a disposizione l’intero ecosistema rappresentato dall’ampio parco applicazioni del Play Store e dall’integrazione di tutte le app di Big-G, come Google Assistant, Maps e Google Pay. Entro fine anno è previsto anche l’arrivo di YouTube Music che permetterà di fare il download dei brani e ascoltare musica a prescindere dal collegamento allo smartphone.
Dall’altra, Samsung offre l’efficienza energetica e la velocità di Tizen. Insomma, il giusto connubio per cercare di competere contro Apple che – come ben sappiamo – occupa la testa della classifica dei produttori di smartwatch grazie al successo dell’Apple Watch.
Secondo quanto dichiarato da Google, il nuovo sistema operativo Wear sarà più veloce ed efficiente grazie alle soluzioni implementate da Samsung. Si parla di un incremento del 30% nella velocità di apertura delle applicazioni, con la conseguente maggiore fluidità nelle animazioni. Tutto ciò senza dimenticare la riduzione del consumo energetico, da sempre tallone d’Achille degli smartwatch basati su WearOS come Fossil Gen 5, continuando al contempo ad offrire la possibilità di utilizzare funzioni energivore come il tracciamento continuo del battito cardiaco e del sonno.
La piattaforma unificata sarà aperta e potrà essere utilizzata non solo da Google e Samsung ma anche da altri produttori che potranno personalizzare l’esperienza offerta. Insomma, sarà una sorta di Android per smartwatch. In questo contesto, si inserisce anche il know-how di Fitbit (recentemente acquisita dal colosso californiano) che metterà a disposizione i servizi dedicati al monitoraggio della salute e dell’attività fisica. In pratica, ciò che ha fatto Google è stato mettere insieme i punti di forza di ognuno per mettere su la migliore esperienza wearable possibile. Le premesse sono ottime ma resta poi da capire come si comporterà il nuovo sistema operativo sul campo.
I primi dispositivi a essere basati su Wear saranno quelli a marchio Samsung (probabilmente il successore di Galaxy Watch3) e Fitbit .
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