Il ferro: quando integrarlo?

Di Monica Torriani 1 Marzo 2021
come integrare il ferro

Il ferro è un elemento presente nel corpo in quantità discrete, la cui funzione principale è quella di partecipare alla costituzione dell’emoglobina, la proteina che trasporta l’ossigeno nel sangue all’interno dei globuli rossi.

Gli stati carenziali lievi di ferro possono essere corretti, quando non causati da una specifica patologia, con un’alimentazione arricchita in cibi che ne contengano adeguate quantità e con l’assunzione di integratori. La scelta del prodotto giusto dipende dalle esigenze personali, non solo di integrazione, ma anche di praticità: le formulazioni contenenti ferro in bustine orosolubili possono essere comodamente trasportate e assunte senza necessità di acqua, mentre gli integratori di ferro in gocce come Smartfarma Ferro consentono un’assunzione veloce e che, per molti, genera minori problemi di digestione; l’associazione di ferro e vitamina C ne promuove l’assorbimento a livello intestinale.

Oltre a contribuire allo stato di ossigenazione del sangue, dal ferro dipende anche il funzionamento di molti enzimi, la sintesi di alcuni ormoni e la produzione del tessuto connettivo.

Lasciato solo fa danni

Poiché il ferro, come elemento, è tossico per l’organismo, da solo non può stare. Per non creare danni, deve essere sempre trasportato da una molecola specifica, una struttura biochimica specializzata che sappia “badare” a lui e capace di neutralizzarne l’azione lesiva. Nel sangue, quando non è parte dell’emoglobina, il ferro si lega alla transferrina, la proteina che lo conduce al midollo osseo, dove viene usato per fabbricare i globuli rossi.

Il ferro in eccesso viene depositato all’interno del fegato, anche qui legato ad una proteina, questa volta la ferritina.

Da dove arriva il ferro?

Il ferro viene assorbito nel primo tratto dell’intestino tenue, che il cibo introdotto incontra subito dopo avere lasciato lo stomaco. Gli stati carenziali di questo elemento non sono condizioni rare, anche perché il nostro intestino è in grado di assorbire effettivamente solo il 10% del ferro contenuto. L’assorbimento è promosso dalla copresenza di sostanze come la vitamina C, come accade in prodotti quali Marco Viti Ferro Forte Viti 30 capsule.

Per rispettare il fabbisogno nutritivo, dovremmo introdurne ogni giorno mediamente 10-30 mg, quantità che variano se aumentano la richiesta o le perdite.

La necessità di ferro è più elevata in circostanze fisiologiche come la gravidanza e l’allattamento. Durante la gestazione, infatti, il volume di sangue presente nell’organismo della mamma aumenta e, per mantenere la stessa concentrazione di ferro, è necessario aumentare l’apporto. Allo stesso modo, durante l’allattamento l’organismo materno deve arricchire il latte in ferro.

Il fabbisogno è maggiore anche in coincidenza con il flusso mestruale, che aumenta le perdite di ferro. In generale, le donne hanno una necessità superiore di ferro rispetto all’uomo.

Durante la gravidanza, quando anche l’acido folico deve essere introdotto in quantità maggiori, può essere utile assumere un prodotto che contenga un’associazione di ferro e acido folico.

Anche alcune condizioni patologiche incrementano il fabbisogno: succede in caso di emorragia, infezioni o nei periodi di forte stress.

Quando un transitorio indebolimento delle difese immunitarie causa un aumento del rischio di infezioni, è possibile ricorrere, dopo avere escluso altre cause, a multivitaminici e multiminerali che sostengono il recupero.

La quantità di ferro presente nel corpo è quindi il risultato del bilancio fra quanto ne è stato introdotto e quanto eliminato: ogni giorno ne vengono persi circa 0,8 mg nell’uomo e 1,4 mg nella donna in età fertile, a causa del ciclo mestruale. Al netto di questi processi, nell’uomo adulto sono presenti circa 4-5 g di ferro.

Cosa mangiare per integrare il ferro?

Gli alimenti nei quali è presente la maggiore quantità di ferro sono il fegato, la carne e il pesce. Qui questo elemento è in forma organicata (cosiddetta forma eme) e non come metallo libero, come nelle verdure, più facilmente assorbibile a livello intestinale.

In alcuni vegetali è presente in quantità discrete, ma in forma meno assorbibile da parte dell’intestino. Volendo privilegiare le fonti vegetali, può essere utile associarle a fattori che promuovono l’assorbimento, come la vitamina C, presente negli agrumi, nei peperoni, nei broccoli. Il ferro è relativamente abbondante nei legumi, in particolare fagioli, piselli e lenticchie, nei cereali, nella frutta secca e nei vegetali dalle foglie verde scuro. Un piatto di spinaci condito con citronette, ad esempio, è una buona fonte di questo elemento.

ferro alimentazione

Quando, malgrado la dieta arricchita, la carenza di ferro persiste, ci si può aiutare con gli integratori, dopo avere sentito il parere del medico, che deve escludere cause di carenza di ferro che richiedono ulteriori approfondimenti o trattamenti.

PharmaNutra SiderAl forte 20 capsule permette di sfruttare la sinergia virtuosa fra ferro e vitamina C. I prodotti presenti sul mercato permettono di andare incontro a tutte le esigenze di formulazione. Dai flaconcini di integratore a base di ferro, alle bustine arricchite con acido folico e vitamina B12, alle compresse effervescenti con vitamina C come quelle di Phytogarda Vitadyn Ferro 20.

Cosa succede quando il ferro è carente?

La conseguenza principale della carenza di ferro è l’anemia: la scarsità di ferro rappresenta lo step limitante per la produzione di globuli rossi. Il sangue viene così penalizzato nella sua funzione di rifornimento di ossigeno a organi e tessuti.

L’anemia, che in questo caso viene definita sideropenica (ossia, da mancanza di ferro), si manifesta con sintomi piuttosto aspecifici, come stanchezza, mancanza di energie, difficoltà di concentrazione, riduzione delle difese immunitarie e dunque maggiore esposizione alle infezioni.

Nei casi più lievi di carenza, oltre ad aumentare l’apporto di questo elemento con la dieta, può essere utile ricorrere a prodotti arricchiti con ferro e vitamine che ne favoriscono l’assorbimento. Se l’astenia è il sintomo principale, meglio scegliere formulazioni che contengano anche manganese e vitamina B12.

Spesso l’uso di integratori contenenti ferro causa problemi di digeribilità: per aumentare la tollerabilità gastrica, sono disponibili prodotti che contengono ferro microincapsulato, come Pharmaelle Barilife Ferro 60 compresse. In commercio sono anche presenti formulazioni di ferro microincapsulato e arricchito con vitamina C.

Per la supplementazione di ferro e oligoelementi antiossidanti, meglio optare per integratori che contengono questo elemento associato a rame, zinco e selenio come Aqma Ferachel Forte .

Cosa succede se il ferro è in eccesso?

Non solo la carenza, ma anche l’eccesso di ferro è dannoso per il corpo, anche se quest’ultima condizione è decisamente più rara. L’emocromatosi è la condizione nella quale il ferro in surplus si accumula, producendo danni a molti organi.

L’azione tossica del ferro ha conseguenze negative per il sistema cardiovascolare e per il fegato, sede di deposito di questo elemento, che può andare incontro a cirrosi e a tumore.

Il metabolismo del ferro – Uniroma

Una proteina in azione: l’emoglobina – Biochimica – Uniroma 

Pubblicato il 1 Marzo 2021
Monica Torriani
Monica Torriani

Laureata in Farmacia e abilitata alla professione presso l’Università degli Studi di Milano, è consulente (libero professionista) per la comunicazione nel settore healthcare, con attività ad ampio spettro che include farmaci, prodotti biotecnologici, dispositivi medici, integratori alimentari e cosmetici.

Si occupa della progettazione e realizzazione di contenuti destinati al web e alla carta stampata per diverse testate editoriali (articoli, podcast,...Leggi tutto

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