Negli ultimi giorni si sente sempre di più parlare di SPID e della possibilità che quest’ultimo diventi a pagamento. Ma è tutto vero? Cerchiamo di fare chiarezza sull’argomento.
Lo SPID, acronimo di Sistema Pubblico di Identità Digitale, è un sistema che permette a tutti i cittadini e alle imprese, di poter accedere facilmente a tutti i servizi online della Pubblica Amministrazione. Si tratta di un sistema lanciato ormai nel 2016, quando sono arrivati i primi gestori di Identità SPID, che invece adesso sono molto più numerosi. Nonostante inizialmente il suo utilizzo è stato abbastanza ridotto, ormai è utilizzato da praticamente tutta la popolazione. Uno dei punti cardine dello SPID, sin dal suo esordio, è sempre stato il fatto di essere totalmente gratuito, non andando dunque a gravare sulle tasche degli italiani. Tuttavia, sembra che da luglio 2025 le cose potrebbero cambiare.
Nello specifico, le cose stanno per cambiare anche per tutti i cittadini che utilizzano il servizio rilasciato da InfoCert, che ha deciso di attivare un costo annuale di circa 6 euro, allineandosi alla stessa decisione già presa anche nei mesi scorsi da Aruba, che proprio da luglio 2025 ha deciso che il servizio per lo SPID avrà un costo annuale di 5,98 euro, dal secondo anno di abbonamento. In entrambi i casi, però, è possibile recedere dal contratto e passare poi ad un servizio attualmente ancora gratuito.
Attualmente, i cittadini interessati da questa modifica sono “relativamente pochi”, dato che il 70% delle identità SPID è gestita da Poste Italiana con il servizio PosteID, che per il momento rimarrà gratuito.
Ma perché alcuni provider anno deciso di rendere lo SPID a pagamento? Il problema risiederebbe nel fatto che i vari provider sono ancora in attesa che il governo sblocchi ben 42 milioni di euro, che dovevano proprio essere destinati ai fornitori di tale servizio.
In merito a questa vicenda si è espresso ance il Codacons, che ha annunciato che la situazione che si sta delineando è lesiva dei diritti dei consumatori, che sono stati “incentivati” a crea una identità digitale negli scorsi anni. Pertanto, se la situazione non verrà risolta a breve, il Codacons avvierà una unga serie di cause risarcitorie contro lo Stato e AGID, proprio finalizzate al riconoscimento del rimborso di queste spese riguardanti l’abbonamento alla piattaforma SPID, che è causata dal ritardo della P.A. nell’erogazione dei fondi ai vari provider.
Infine, vi ricordiamo che, oltre che con lo SPID, tutti i servizi della Pubblica Amministrazione sono accessibili anche con la CIE.
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