Videosorveglianza: guida all’acquisto per dormire sonni sereni
Un sistema di videosorveglianza è la soluzione definitiva per tutelare la nostra sicurezza e quella dei nostri cari. Un kit di videosorveglianza base non richiede un esborso esagerato e si mostra molto semplice da installare. Vi sono, poi, in commercio, pacchetti più avanzati a livello tecnologico, il cui prezzo sale considerevolmente. Certo è che oggi quasi tutti i sistemi sono di tipo IP, ovvero capaci di sfruttare la rete per assicurare funzionalità smart. Nella nostra guida tratteremo tutti gli aspetti più importanti da valutare prima dell'acquisto. Il tutto mettendo in evidenza i prodotti migliori in base alla fascia di prezzo.
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Videosorveglianza
Indice
Come scegliere un sistema di videosorveglianza
Quanto costa un impianto di videosorveglianza?
Identikit dell’impianto di videosorveglianza
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Come scegliere un sistema di videosorveglianza
Iniziamo da pochi punti essenziali che ci consentono di toglierci qualche dubbio. Eccoli di seguito.
Collocazione – Telecamere di videosorveglianza da interni o esterni non sono la stessa cosa. Per l’utilizzo dentro casa non si richiedono particolari certificazioni contro pioggia, polvere e umidità. In più, il campo di visione può risultare anche più stretto. I kit di videosorveglianza da interni, poi, prevedono telecamere facili da spostare. Gli impianti da esterni, invece, sfruttano di solito telecamere fisse.
Qualità dell’immagine – Elemento chiave in fase di scelta, una buona resa delle immagini rende più agevole controllare i filmati registrati e lo streaming in tempo reale. Tanti sono i fattori che influenzano la qualità delle immagini, tra cui risoluzione, apertura del diaframma, ampiezza del campo visivo e presenza della modalità notturna.
Connettività – Posto che parliamo di sistemi di videosorveglianza IP, ovvero che hanno bisogno di rete Internet per trasmettere video e immagini, c’è qualche distinzione da fare fra modelli ethernet e Wi-Fi. Nel primo caso, la trasmissione delle immagini ha luogo tramite cavo, rendendo l’installazione più complessa e l’ambiente di posizionamento meno ordinato. Col Wi-Fi, invece, la praticità è massima ma il rischio di malfunzionamento è dietro l’angolo se il raggio d’azione del segnale non è ampio a sufficienza.
Funzioni aggiuntive – Riconoscimento facciale e GPS: ecco due delle features più interessanti a bordo dei modelli più evoluti. Nel primo caso, le telecamere riconoscono gli abitanti della casa evitando di attivarsi inutilmente. Il GPS, invece, trasmette la nostra posizione in tempo reale, comunicando al sistema di videosorveglianza se ci troviamo a casa oppure no.
Funzioni aggiuntive – Riconoscimento facciale e GPS: ecco due delle features più interessanti a bordo dei modelli più evoluti. Nel primo caso, le telecamere riconoscono gli abitanti della casa evitando di attivarsi inutilmente. Il GPS, invece, trasmette la nostra posizione in tempo reale, comunicando al sistema di videosorveglianza se ci troviamo a casa oppure no.
Quanto costa un impianto di videosorveglianza?

La scelta di un impianto di videosorveglianza dipende da diversi fattori: dimensioni dell’area da monitorare, qualità desiderata delle immagini, necessità di visione notturna, accesso remoto, archiviazione e, ovviamente, budget. Per chi ha esigenze minime - come controllare l’ingresso di casa o monitorare una stanza - possono bastare una o due telecamere Wi-Fi economiche, spesso già dotate di visione notturna, rilevamento del movimento e accesso da app. In questo caso, la spesa può restare anche sotto 50 euro. Nella fascia media, tra i 50 e i 200 euro, si trovano soluzioni più complete: telecamere con risoluzione 2K o superiore, audio bidirezionale, intelligenza artificiale per il riconoscimento delle persone, ma anche piccoli kit da due o più telecamere, ideali per chi deve coprire ambienti interni ed esterni. Oltre i 200 euro, si entra nella fascia alta, dove i sistemi diventano professionali: telecamere motorizzate con zoom ottico, visione a 360°, protezione IP contro acqua e polvere, e compatibilità con registratori NVR o server NAS, ovvero dispositivi di archiviazione di rete che permettono di salvare e gestire le registrazioni video in modo centralizzato, sicuro e accessibile da remoto. In questi casi, potrebbe essere necessaria anche un’installazione da parte di persone più esperte.
(Dati aggiornati a luglio 2025 e soggetti a variazione nel tempo)
Fascia economica (entro 50 euro)
Anche con un budget contenuto, è possibile dotarsi di un buon sistema di videosorveglianza, che sia per casa o per l’ufficio. Le telecamere di fascia economica garantiscono prestazioni soddisfacenti per la maggior parte delle esigenze quotidiane, offrendo immagini in HD, visione notturna e rilevamento del movimento. Tra i modelli più interessanti c’è il TP-Link TC82 Kit, una videocamera da esterno con batteria ricaricabile e pannello solare incluso. Offre risoluzione 2K QHD, visione notturna a colori e rilevamento smart di persone e veicoli. È dotata di audio bidirezionale, sirena, luci e supporto per microSD: una soluzione wireless completa, facile da installare e senza abbonamenti. Sempre da TP-Link arriva una proposta per chi cerca qualcosa di più compatto, TP-Link Tapo TC40. Si tratta di una telecamera da esterno con risoluzione Full HD, impermeabilità IP66, visione notturna fino a 30 metri e rilevamento del movimento. Supporta microSD fino a 512 GB. La Imou Cruiser è invece una soluzione motorizzata da esterno con rotazione panoramica 360°, visione notturna a colori, tracciamento automatico del movimento e protezione IP66. Grazie al microfono, speaker e supporto per cloud o microSD, è perfetta per chi vuole monitorare giardini o cortili. Tra le più accessibili, c'è Ezviz H6C, una videocamera motorizzata da interno con risoluzione 2K+ e copertura panoramica a 360°. Grazie al rilevamento automatico e alla possibilità di registrare su cloud o microSD, è una delle soluzioni più complete a basso costo. Infine, sempre per ambienti interni, la Imou Cue 2 offre una buona qualità video in Full HD, rilevamento del movimento e suono, visione notturna e allarme. È compatta, facile da installare e dispone di audio bidirezionale, ideale per chi vuole un controllo semplice in casa o in ufficio.
Fascia media (da 50 a 200 euro)
Spendendo qualcosa in più, si accede a prodotti più completi e affidabili, adatti anche ad ambienti esterni complessi o a un uso semi-professionale. Le videocamere di fascia media offrono maggiore qualità video, rilevamento intelligente e costruzione più robusta. Tra le migliori per ambienti interni, la Xiaomi Mi 360 Home Security Camera 2K Pro combina design elegante e funzioni smart. Registra in 2K, ruota a 360°, ha tracciamento automatico, visione notturna e supporta comandi vocali con Alexa e Google Assistant, archiviazione cloud o microSD. Per chi vuole sorvegliare grandi aree, Ezviz H9C Dual 3K offre doppia lente, una panoramica 3K e una zoomata 2K, per una copertura completa. È motorizzata, ha visione notturna, microfono, altoparlante e supporto cloud o microSD. È una soluzione versatile adatta sia all’esterno che all’interno. Chi cerca un sistema wireless di alto livello può considerare Arlo Ultra 2 Spotlight. Videocamera 4K HDR con visione notturna a colori, spotlight, rilevamento intelligente e sirena integrata. Funziona a batteria con base inclusa e si integra nell’ecosistema Arlo. Richiede abbonamento per il pieno utilizzo delle funzioni smart.
Fascia alta (oltre 200 euro)
I sistemi di videosorveglianza di fascia alta sono pensati per la massima affidabilità, sicurezza e qualità d'immagine. Sono adatti a contesti professionali, aziende o abitazioni con particolari esigenze di controllo. Offrono funzioni avanzate e resistenza estrema agli agenti atmosferici. Tra le migliori soluzioni professionali spicca Synology TC500, una telecamera IP 4K perfettamente integrabile con i NAS Synology. Utilizza un sensore Sony per immagini nitide in ogni condizione, AI per il rilevamento di persone e veicoli, protezione IP67 e supporto PoE. Chi cerca una visione notturna a colori può puntare su Hikvision DS-2CD2387G2-LSU/SL, della serie ColorVu. Questa telecamera turret registra in 4K con colori nitidi anche di notte, grazie ai LED supplementari. Include AcuSense, il sistema per filtrare solo eventi rilevanti (come persone e veicoli), supporta microSD, NVR e ha protezione IP67. Utilizzabile sia per ambienti interni che esterni. Infine, per chi vuole una copertura potente, c’è Dahua WizSense SD49425GB-HNR, una telecamera PTZ da 4MP con zoom ottico 25x e visione notturna fino a 100 metri. Offre tracciamento automatico di persone e veicoli, rotazione 360° continua, supporto PoE+, microSD e NVR. Una vera soluzione enterprise per grandi aree o sistemi di sicurezza centralizzati.
Identikit dell’impianto di videosorveglianza

Che sia casalingo, condominiale o installato presso un'attività commerciale, un impianto di videosorveglianza è composto da una o più telecamere, disponibili in versione da interno o esterno. Ma come fa il segnale video ad arrivare al monitor? Il funzionamento varia leggermente a seconda che si tratti di un impianto analogico o IP, ma il principio resta lo stesso: il segnale video catturato dalla telecamera viene inviato a un monitor, un registratore (DVR/NVR) o a un’app su smartphone o PC. Nel caso dei sistemi IP, il flusso video digitale viene trasmesso tramite rete, usando connessione Ethernet (via cavo) o Wi-Fi. Il video può essere inviato direttamente a un router, che lo inoltra a un dispositivo di archiviazione (come un NAS o un NVR) oppure reso disponibile su Internet per la visione da remoto tramite app. Se previsto, il segnale può essere visualizzato anche su un monitor collegato localmente al NVR o tramite un’interfaccia web. Nei sistemi analogici tradizionali, invece, il segnale video è appunto analogico e viaggia attraverso un cavo coassiale fino a un DVR, che lo converte in digitale per registrarlo o mostrarlo su un monitor.In entrambi i casi, il flusso video può essere registrato, compresso, archiviato e analizzato.
Sistemi di videosorveglianza più popolari:
Imou Cell PT Lite Kit
Imou Cell PT Lite Kit
Tipologie di videocamere a confronto
Il primo passo da compiere per effettuare un acquisto corretto è valutare la finalità del sistema di videosorveglianza. Ne abbiamo bisogno per l'interno della casa o per la parte esterna? Quale distanza deve coprire l'occhio della videocamera? E quali sono i vantaggi di un modello mobile rispetto a uno fisso? Ecco, di seguito, le risposte.
Da interni o esterni
Un impianto di videosorveglianza IP da montare indoor ha lo scopo di monitorare ciò che avviene fra le mura di casa e, attraverso i sensori di movimento, allertare il proprietario in caso di pericolo. Vale lo stesso per le videocamere da esterno ma, in questo caso, le immagini registrate ci mostreranno ciò che avviene in giardino o nel viale d'accesso. La scelta dipende dal tipo di abitazione in cui viviamo ma niente esclude che i due sistemi possano convivere. Di certo, le videocamere di un kit di videosorveglianza esterno dovranno essere realizzate in modo da sopportare gli agenti atmosferici nel tempo, in particolare la pioggia e il vento. E resistere ai forti sbalzi di temperatura.
Bullet, Dome o da scrivania
Bullet, Dome o da scrivania
Le videocamere si dividono, in buona sostanza, in tre categorie: modelli Bullet, Dome o con base di appoggio. Le prime, progettate soprattutto per gli esterni, presentano una forma allungata e si installano, di norma, negli angoli. Capaci di muoversi in tutte le direzioni, offrono zoom molto potenti. Le Dome, invece, sono a forma di cupola e sono spesso coperte da uno strato di vetro. Si installano sul soffitto e, quindi, sono impiegate maggiormente indoor. A livello estetico sono più discrete delle Bullet ma, di contro, coprono distanze inferiori. Il campo visivo, invece, è molto ampio e può anche superare i 180 gradi con un obiettivo Fisheye. Decisamente più economiche, infine, sono le videocamere con piedistallo da posizionare su un piano d'appoggio piatto: ad esempio, un tavolo, una scrivania o una mensola.
Fisse o mobili
I kit di videosorveglianza base, in genere, includono una o più videocamere fisse. Fondamentale, in questo caso, è che siano installate a dovere, scegliendo la posizione che offra il raggio d'azione più ampio. I modelli mobili, invece, sono provvisti di motore che consente loro di orientarsi in ogni direzione. Tali movimenti possono venire automatizzati oppure possiamo controllarli in tempo reale tramite il computer o lo smartphone. A metà strada fra le due categorie, si collocano le telecamere PTZ (Pan Tilt Zoom), in grado di compiere movimenti molto limitati in orizzontale e verticale.
I kit di videosorveglianza base, in genere, includono una o più videocamere fisse. Fondamentale, in questo caso, è che siano installate a dovere, scegliendo la posizione che offra il raggio d'azione più ampio. I modelli mobili, invece, sono provvisti di motore che consente loro di orientarsi in ogni direzione. Tali movimenti possono venire automatizzati oppure possiamo controllarli in tempo reale tramite il computer o lo smartphone. A metà strada fra le due categorie, si collocano le telecamere PTZ (Pan Tilt Zoom), in grado di compiere movimenti molto limitati in orizzontale e verticale.
Qualità dell’immagine
Indipendentemente da come la telecamera si presenti a livello estetico, ciò che conta maggiormente trova posto all'interno. Ci riferiamo alle caratteristiche delle lenti dell'obiettivo che andranno a influenzare la capacità di fare zoom e la visione al buio. Ma a condizionare la qualità di un sistema di videosorveglianza è anche la risoluzione video supportata. Ecco, di seguito, maggiori dettagli.
Risoluzione
Partiamo proprio da qui, da un aspetto di cruciale importanza. La risoluzione che un impianto di videosorveglianza è in grado di offrire, infatti, determina la maggiore o minore definizione dei video. Man mano che la risoluzione sale, i pixel crescono in numero e gli oggetti inquadrati si fanno più dettagliati. Alcuni dei kit di videosorveglianza base sfruttano la risoluzione VGA mentre i sistemi più costosi sono in grado di offrire filmati in 4K. A metà strada incontriamo i formati HD e Full HD che rappresentano un buon compromesso fra prezzo e prestazioni. Inoltre, non dobbiamo dimenticare che, come accade per i film o le serie TV, all'aumentare della risoluzione, cresce anche la banda utilizzata per lo streaming, ovvero la quantità di dati trasmessi. E se il nostro piano tariffario internet non è in grado di gestire questo flusso, meglio optare per modelli a bassa risoluzione.
Luminosità e visione notturna
Partiamo proprio da qui, da un aspetto di cruciale importanza. La risoluzione che un impianto di videosorveglianza è in grado di offrire, infatti, determina la maggiore o minore definizione dei video. Man mano che la risoluzione sale, i pixel crescono in numero e gli oggetti inquadrati si fanno più dettagliati. Alcuni dei kit di videosorveglianza base sfruttano la risoluzione VGA mentre i sistemi più costosi sono in grado di offrire filmati in 4K. A metà strada incontriamo i formati HD e Full HD che rappresentano un buon compromesso fra prezzo e prestazioni. Inoltre, non dobbiamo dimenticare che, come accade per i film o le serie TV, all'aumentare della risoluzione, cresce anche la banda utilizzata per lo streaming, ovvero la quantità di dati trasmessi. E se il nostro piano tariffario internet non è in grado di gestire questo flusso, meglio optare per modelli a bassa risoluzione.
Luminosità e visione notturna
La qualità delle lenti che compongono l'obiettivo si mette in evidenza quando l'ambiente è particolarmente buio. Fondamentale, in tal senso, è l'apertura del diaframma che regola la quantità di luce in ingresso. Tale valore viene indicato con un numero preceduto dalla lettera f, ad esempio f/1.8. Ma bisogna fare attenzione perché all'aumentare di tale valore, l'apertura diminuisce. Così come la luminosità. Quando l'ambiente è completamente buio, però, non c'è apertura che tenga. In questo caso, le telecamere per videosorveglianza devono poter contare sui raggi infrarossi in grado di catturare le immagini anche di notte.
Zoom
Presente sia a bordo delle videocamere fisse che di quelle mobili, lo zoom ci permette di stringere l'obiettivo su un'area più piccola, ingrandendone i particolari. Due sono le tipologie di zoom che è possibile sfruttare: l'ottico e il digitale. Il primo assicura una resa migliore delle immagini perché si basa su un movimento analogico delle lenti delle videocamere. Il secondo, invece, si limita a ingrandire l'inquadratura attraverso un artificio software, operazione che però degrada la qualità dei fotogrammi. Più lo zoom è potente e più alto sarà il numero (seguito dalla lettera "x") col quale viene espresso. 6x, ad esempio, è un buonissimo valore sia per lo zoom ottico che per il digitale.
Presente sia a bordo delle videocamere fisse che di quelle mobili, lo zoom ci permette di stringere l'obiettivo su un'area più piccola, ingrandendone i particolari. Due sono le tipologie di zoom che è possibile sfruttare: l'ottico e il digitale. Il primo assicura una resa migliore delle immagini perché si basa su un movimento analogico delle lenti delle videocamere. Il secondo, invece, si limita a ingrandire l'inquadratura attraverso un artificio software, operazione che però degrada la qualità dei fotogrammi. Più lo zoom è potente e più alto sarà il numero (seguito dalla lettera "x") col quale viene espresso. 6x, ad esempio, è un buonissimo valore sia per lo zoom ottico che per il digitale.
Il comparto connettività: cavo ethernet contro Wi-Fi
La principale differenza fra un sistema di videosorveglianza IP e le più classiche telecamere a circuito chiuso è tutta nel modo di fruire dei contenuti. Nel secondo caso, infatti, le immagini carpite vengono inviate solo al registratore che, di seguito, le trasmette al monitor. Non c'è possibilità, quindi, di controllare l'impianto se non siamo a casa, di fronte allo schermo. La prima tipologia di videosorveglianza, invece, si mostra decisamente più smart. Grazie alla connessione a internet, infatti, potremo visionare i filmati in tempo reale e da qualsiasi device collegato alla rete, sfruttando lo streaming. Ma un impianto di videosorveglianza retto da un cavo ethernet funziona in modo diverso rispetto a un analogo modello senza fili, basato sul Wi-Fi. Posto che entrambe le categorie di prodotto avranno bisogno di una fonte energetica, un kit videosorveglianza Wi-Fi può fare a meno del cavo, nel caso preveda telecamere a batteria. Ma l'indipendenza dai fili, che si rivela estremamente comoda in fase di installazione, ha anche una controindicazione. Ci riferiamo all'area che il router di casa copre con il Wi-Fi. Se, infatti, le videocamere non vengono posizionate all'interno di questa zona, non saranno in grado di connettersi alla rete.
Sistemi di videosorveglianza wireless di qualità:
Isiwi Connect S2
Isiwi Connect S2
Archiviazione dati: le varie alternative
Di fondamentale importanza per ogni impianto di videosorveglianza è il modo in cui i filmati vengono salvati e archiviati per poi essere rivisti e analizzati. Un kit videosorveglianza canonico, ad esempio, prevede sempre un registratore NVR al quale va associato un hard disk al cui interno verranno salvati i filmati girati che potranno essere consultati in qualsiasi momento. I sistemi di videosorveglianza Wi-Fi, invece, si caratterizzano per l'assenza di cavi e la mancanza del registratore esterno. In questo caso, per l'archiviazione sono sfruttate delle piccole schede micro-SD, alloggiate direttamente all'interno delle videocamere. In alternativa, potremo affidarci al cloud per l'archiviazione dei file. Tale servizio è offerto da quasi tutte le aziende del settore e prevede, di solito, un tetto dati gratuito con qualche limitazione. Una per tutte, ad esempio, la possibilità di rivedere i filmati solo entro un certo lasso di tempo. Per chi non intenda scendere a compromessi, comunque, resta valida la possibilità di sottoscrivere un abbonamento a pagamento che assicuri il controllo pieno su impostazioni e funzionalità.
Attivazione automatica delle videocamere
Un sistema di videosorveglianza economico prevede, in genere, un'unica telecamera da tenere sempre attiva per riprendere la zona inquadrata 24 ore su 24. Certo, però, una soluzione del genere mostra qualche limite. Il primo è connesso ai consumi elettrici che, inevitabilmente, sono destinati a salire. In particolare, se abbiamo acquistato un kit di videosorveglianza Wi-Fi a batterie, difficilmente godremo di un'autonomia elevata. Ma c'è un altro punto da considerare. Riprendere e registrare in modo continuativo significa dover sbobinare ore e ore di filmati per controllare eventuali comportamenti sospetti. La risposta, in entrambi i casi, è data dal sensore di movimento. "Motion detection" è il termine inglese che definisce tale tipo di tecnologia, in grado di rilevare movimenti nell'area videosorvegliata e avviare la registrazione. Il vantaggio è, quindi, duplice, grazie ai consumi ridotti e al limitato materiale da visionare. In più, un impianto di videosorveglianza del genere sarà in grado di sfruttare la rete internet per inviare notifiche al nostro smartphone ogni volta che si avvierà in automatico.
Telecamere di videosorveglianza con motion detection:
Imou Bullet 3 2K
Imou Bullet 3 2K
App e impostazioni
Molte sono le impostazioni di un sistema di videosorveglianza sulle quali è possibile agire. Una volta collegate le telecamere alla rete, potremo regolare l'immagine intervenendo su vari parametri. Il più significativo è, probabilmente, la risoluzione alla quale verranno catturate le immagini. Se, infatti, un elevato numero di pixel assicura filmati di qualità superiore, è anche vero che consuma più banda. E se l'internet di casa non è particolarmente veloce, sarà bene ripiegare su una risoluzione inferiore. La videosorveglianza IP ha anche aperto le porte al controllo da remoto del sistema attraverso lo smartphone. E non a caso, le aziende leader del settore hanno progettato ciascuna una specifica app, scaricabile dagli store Android e iOS. Molto curate a livello di design, le app offrono tante funzioni utili. Per prima cosa, potremo accedere in ogni momento alle videocamere che compongono l'impianto di videosorveglianza. Avremo modo di attivare lo streaming live e osservare cosa accade dentro la casa, in giardino o sul vialetto d'ingresso. Riceveremo notifiche in caso di attivazione automatica del sistema, qualora rilevasse un movimento all'interno dell'area videosorvegliata. Inoltre, potremo sempre consultare la timeline degli eventi, con lo scopo di monitorare i momenti salienti e verificarne gli orari.
Funzioni aggiuntive
Il sensore che rileva il movimento e attiva le telecamere si mostra utilissimo per tenere a bada i consumi, segnalando solo gli eventi significativi. Esistono, poi, altre funzionalità evolute in grado rendere l'impianto di videosorveglianza sempre più smart. Ecco, di seguito, le più interessanti.
Riconoscimento facciale
Negli smartphone di ultima generazione viene impiegato per sbloccare il device in modo intelligente. Ma anche a bordo dei sistemi di videosorveglianza più avanzati svolge un ruolo chiave. Parliamo del software di riconoscimento facciale, una tecnologia che rappresenta un filtro fondamentale per distinguere gli eventi pericolosi da quelli che non lo sono. Una volta configurato, salvando i volti dei membri della famiglia, questi saranno esclusi dalle segnalazioni. In tal senso, l'impianto sarà in grado di riconoscere i familiari ed evitare così di attivarsi al loro rientro in casa.
GPS
La videosorveglianza intelligente di tipo IP nasce con lo scopo di monitorare le nostre case o il luogo di lavoro in modo intelligente. Il tutto finalizzato a renderci la vita più semplice, automatizzando la maggior parte delle operazioni. Quando parliamo di GPS non intendiamo dire che le videocamere sono provviste di tale tecnologia. Però, attivandolo sullo smartphone, invieremo al sistema la segnalazione della nostra posizione in tempo reale. Così facendo, il sistema stesso saprà se siamo in casa o fuori casa. E regolerà le impostazioni di sicurezza di conseguenza.
Allarmi e sensori aggiuntivi
Il bello di un impianto di videosorveglianza IP, oltre alla possibilità di controllare i filmati ovunque e in qualsiasi momento, è l'elevata configurabilità. Alcuni modelli sono dotati di speaker potente che si aziona producendo un forte allarme sonoro, spesso accompagnato da un bagliore intermittente. In alternativa, è possibile acquistare un allarme esterno aggiuntivo e collegarlo al sistema attraverso la rete. Simile il discorso per alcuni sensori addizionali da connettere al cuore dell'impianto. Pensiamo, per fare un esempio, ai sensori che rivelano perdite di gas o di acqua dalle tubature. Grazie a queste funzionalità aggiuntive, la sicurezza della casa può essere monitorata in tanti modi diversi, non solo per prevenire un'intrusione indesiderata.
Alimentazione energetica
I consumi energetici di un impianto di videosorveglianza si legano, per forza di cose, al tempo di attività dello stesso. In tale ottica, il sensore di rilevamento ci permette di abbassare i costi in bolletta, attivando le videocamere solo in caso di necessità. Ma come viene alimentato un sistema di videosorveglianza IP? A bordo dei modelli Wi-Fi, il cavo a muro può essere sostituito da batterie ricaricabili i cui vantaggi in termini di ordine e intralcio sono evidenti. La durata delle batterie dipende molto dal tipo di utilizzo e dall'ottimizzazione software impostata dalla casa madre ma, nei casi migliori, può arrivare fino a sei mesi. Discorso differente vale per i sistemi di videosorveglianza ethernet. In questo caso, la natura del sistema impone l'utilizzo di cavi specificamente pensati per trasmettere i dati sulla rete. Ma non solo: le videocamere, infatti, per essere alimentate necessitano sempre di un cavo a muro ciascuna. La soluzione per contenere il numero di fili elettrici in giro è data dalla tecnologia PoE (Power over Ethernet) che permette al cavo ethernet di fornire anche l'alimentazione energetica. Ma per far funzionare questi cavi, occorre un apposito switch posto fra le videocamere e il registratore.
Sistemi di videosorveglianza con alimentazione PoE:
Synology TC500
Synology TC500
La componente audio
A bordo delle telecamere di un impianto di videosorveglianza entry-level non è sempre presente. Ci riferiamo al microfono, pensato per carpire, oltre alle immagini, il suono ambientale. Ma si tratta di una funzionalità che può mostrarsi particolarmente utile. E come avviene per il sensore di movimento che attiva le videocamere, ugualmente i rumori non passeranno inosservati. È possibile, infatti, impostare i sistemi di videosorveglianza per reagire a certi suoni, inviandoci una notifica. Una finestra che sbatte, una porta che si apre, un vetro rotto: ecco alcuni esempi di rumori che mettono in allerta l'impianto. Alcuni modelli, inoltre, sono provvisti di audio bidirezionale. In altre parole, oltre al microfono che ci consente di ascoltare quello che succede nell'area videosorvegliata, le telecamere sono provviste di uno speaker, attraverso il quale potremo far sentire la nostra voce. Particolarmente utile in caso di effrazione, l'altoparlante integrato ci dà la possibilità di mettere in allerta gli intrusi, comunicando loro, ad esempio, che le forze dell'ordine sono in arrivo. Un kit di videosorveglianza del genere, infine, si presta bene a essere montato nella stanza di un bebè per lavorare come baby monitor.
Le norme in vigore per il rispetto della privacy
Riprendere un soggetto con una videocamera è un'operazione che, secondo il Garante della Privacy, necessita sempre del consenso. Questo perché l'immagine di una persona è da considerarsi, in tutto e per tutto, un dato sensibile. La disciplina che regola i sistemi di videosorveglianza è a dir poco ampia e richiede, per questo, un piccolo approfondimento. Posto che quando ospitiamo qualcuno a casa nostra, dovremmo avvertirlo della presenza di un impianto di videosorveglianza, non siamo tenuti però a richiedere alcun tipo di autorizzazione. Le riprese di aree private sono sempre consentite, a patto che venga affisso l'apposito cartello con la dicitura "area videosorvegliata". Più strutturata si fa la materia quando le aree inquadrate sono pubbliche. In tal caso, infatti, la videosorveglianza è consentita solo per tutelare la sicurezza, mai per controllare ciò che avviene nei paraggi. Ma è bene chiarire cosa si intende per spazio privato e pubblico. Il portone di casa, ad esempio, ricade nella prima categoria. Il giardino del vicino, invece, rientra palesemente nella seconda. A metà strada troviamo quelle aree comuni che, se rappresentano l'unico modo per accedere a casa nostra, possono essere riprese. Completamente diverso, invece, è il discorso relativo alle attività commerciali che necessitano di autorizzazioni speciali per poter installare videocamere di sorveglianza.