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Recensione Asus ProArt PA27JCV, il monitor ideale per un Mac Mini

L'Asus ProArt PA27JCV è uno dei pochi monitor 27 pollici con risoluzione 5K del mercato dal prezzo competitivo. Ottima la resa e l'antiriflesso.
Di Dario d'Elia 8 Febbraio 2025
4 minuti di lettura
Recensione Asus ProArt PA27JCV

L’Asus ProArt PA27JCV è uno dei monitor ideali da abbinare a un Mac mini oppure un Mac Studio, magari come alternativa al costoso Apple Studio Display. Due le peculiarità che lo fanno emergere: prima di tutto la risoluzione 5K e in secondo luogo il prezzo di listino che è di 799 euro. In pratica per ottenere il cosiddetto effetto “retina display”, cioè un’alta densità di pixel capace di rendere l’immagine molto dettagliata anche da vicino, ci sono poche alternative e il nuovo Asus ProArt è una di queste. Da ricordare poi che la risoluzione 5K dei monitor nasce per consentire soprattutto in fase di editing video di disporre di uno spazio nativo adeguato per una clip 4K e gli strumenti funzionali di montaggio e creatività.

Asus ProArt PA27JCV, un vero monitor prosumer

Il PA27JCV si affida a un pannello LCD IPS a 10 bit (60 Hz) con risoluzione di 5120 x 2880 pixel e 218 pixel per pollice. In pratica ha una densità di punti 2,5 volte superiore a un tradizionale pannello Full HD da 27 pollici e il 77% di spazio in più a disposizione rispetto a un modello 4K di pari dimensioni. Non manca poi un ottimo rivestimento antiriflesso e una sensoristica per rilevare le condizioni ambientali e intervenire di conseguenza sulla luminosità che la temperatura colore. Una comodità non da poco soprattutto per chi lavora in smart working.

Recensione Asus ProArt PA27JCV

Asus ProArt PA27JCV

Anche il design risulta raffinato, considerato il profilo e le cornici sottili. Il supporto consente una regolazione in altezza fino a 130 mm, una inclinazione compresa tra -5° e 23°, una rotazione a destra e sinistra di circa 30° e una rotazione sull’asse verticale di 90°. Insomma, l’ergonomia è assicurata. Le uniche criticità riguardano i materiali (è praticamente tutto in plastica), il retro è esteticamente molto basic e il peso è complessivamente di meno di 6 kg. La buona notizia però è che l’alimentatore è integrato.

Completano la dotazione tre porte USB-C 3.2 (di cui una per l’alimentazione fino a 96W), tre porte USB-A 3.2, una presa cuffie, una porta DisplayPort 2.1 e una HDMI 2.1. Gli altoparlanti integrati sono da 2W, ma vanno bene praticamente solo per i suoni di sistema. Per ogni regolazione ci sono i tastini frontali con un’interfaccia piuttosto classica, mentre con Windows si può disporre del software Asus DisplayWidget Center.

Asus ProArt PA27JCV, l’esperienza quotidiana è eccellente

Il monitor 5K di Asus si potrebbe definire un prodotto prosumer, ovvero a metà strada tra le esigenze di un comune consumatore e quelle di un professionista. Prima di tutto gode di una pre-calibrazione secondo gli standard sRGB, Adobe RGB, DICOM, Rec709, DCI-P3 e dispone anche della modalità HDR (max 600 candele). Dopodiché sebbene la resa sia molto buona e anche solo la configurazione nativa si presti adeguatamente a ogni attività, per un editing professionale sarebbe consigliata una calibrazione cromatica più accurata.

Recensione Asus ProArt PA27JCV doppio monitor

Asus ProArt PA27JCV per l’editing

Nulla da eccepire invece per un flusso di attività quotidiana che includa produttività, comune editing fotografico, navigazione online, etc. In tal senso cromie, contrasto (1500:1), luminosità e livello di dettaglio sono eccellenti. Ottima anche la resa dei testi. Invece nella riproduzione streaming ci si potrebbe aspettare di più dall’HDR e nei videogiochi i 60 Hz forse sono un po’ stretti. Molto comoda infine la funzione KVM che consente di usare il monitor con due computer collegati e in unico mouse e tastiera.

Conclusioni: perché acquistare Asus ProArt PA27JCV?

Pro

Contro

Il nuovo ProArt PA27JCV è davvero uno dei migliori monitor da abbinare ai computer Mac, non solo per il supporto 5K, ma anche per la resa complessiva dell’immagine. Il prezzo è il 60% inferiore allo Studio Display e anche se non ha pari qualità dei materiali, webcam e resa si candida come valida alternativa per la maggior parte dei consumatori. Pochi i difetti riscontrati: l’HDR non è così esaltante e non è un prodotto per il gioco. Poi sebbene il design sia riuscito, il materiale plastico non è così esaltante.

Pubblicato il 8 Febbraio 2025
Dario d'Elia
Dario d'Elia

Sono nato nel 1974, esattamente nel momento in cui l'era digitale stava iniziando a varcare i confini dei laboratori per entrare nelle case. Risale proprio a quel periodo uno dei primi microcomputer: il "famoso" IMSAI 8080, che Matthew Broderick usò nel 1983 per violare il supercomputer del Norad nel film "Wargames". Ecco, sono cresciuto in quel periodo di transizione e...Leggi tutto

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