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Smart working: come sopravvivere al lavoro da casa!

Di Irene Bicchielli 3 Marzo 2020
5 minuti di lettura
smart working come non ingrassare

Il lavoro agile, o intelligente, è una delle ultime tendenze nelle aziende di tutto il mondo e sempre di più anche in Italia. Complice l’emergenza Coronavirus delle ultime settimane, che ha dato una notevole spinta allo smart working in alcune regioni d’Italia dove è necessario limitare i contatti al minimo indispensabile, sempre più lavoratori si stanno adeguando a lavorare dalle proprie abitazioni seguendo l’hashtag #iorestoacasa. Da condizione esclusiva, che riguardava finora solo alcune categorie e alcune tipologie contrattuali, secondo le stime lo smart working nel giro di pochi anni coinvolgerà milioni di lavoratori italiani.

In fondo, basta avere un buon pc portatile, una connessione internet, uno smartphone e magari un tablet, per poter svolgere la maggior parte delle mansioni da remoto, giusto? Eh no, non è così semplice: il rischio di passare intere giornate in tuta, senza prestare attenzione a quanti spuntini si fanno, è dietro l’angolo! Ecco allora qualche consiglio per adattarsi senza stress e senza abbrutirsi a questa nuova cultura del lavoro, senza perdere nulla in efficienza e produttività.

Organizzare il tempo

Uno dei vantaggi dello smart working è di poter organizzare il proprio tempo in modo più flessibile e autonomo, rispondendo alle proprie esigenze e ai propri ritmi. Non dovrete certo timbrare il cartellino alle 9 e alle 18 ma dovrete essere in grado di organizzare il vostro tempo nel modo più proficuo per quelle che sono le vostre mansioni. Il rischio numero uno è quello di lavorare troppo, andando avanti senza pause: senza l’incognita dei mezzi pubblici, del traffico e della pioggia arriverete molto presto davanti al pc e, se non doveste avere fame alle 13 in punto, perché non lavorare quella mezz’ora in più? Insomma, si finisce per non staccare mai e questo è decisamente improduttivo: il lavoro che si estende all’infinito peggiora in qualità, vi espone a rischi di errori e inesattezze, vi rende stanchi e nervosi.

smart workin organizzare il tempo

Il rischio numero due è quello di lavorare troppo poco e non portare a termine gli obiettivi della giornata: una pausa di troppo, il postino che suona alla porta, il bucato da ritirare se comincia a piovere non sono eventualità che devono distrarvi. Ricordate che siete a casa ma è come se foste a lavoro! Per risolvere queste due problematiche opposte, stabilite un orario di inizio e un orario di fine: scegliete le ore del giorno da dedicare al lavoro e fatelo senza sforare. Ovviamente un imprevisto nell’arco delle otto ore lavorative non sarà un grande danno, ma mantenere una routine è molto utile per avere un ritmo simile a quello che avevate in ufficio.

Portare l’ufficio in casa

Adattarsi allo smart working non è solo una questione di tempo ma anche di spazio. Anche fuori dall’ufficio, è indispensabile ritagliarsi uno spazio esclusivamente dedicato al lavoro: portarsi il notebook sul letto o sul divano e accendere la televisione in sottofondo non è esattamente il modo migliore per adattarsi allo smart working. Bisognerebbe invece adibire una parte della casa a zona lavoro, dove non ci siano distrazioni e che sia il più ordinata possibile: non è indispensabile avere una stanza apposta, è sufficiente stabilire che la scrivania in soggiorno o il tavolo in cucina diventeranno il vostro ufficio per le ore che lavorerete da casa. Sistemarvi sempre allo stesso posto vi farà sentire in una dimensione diversa, quella lavorativa.

smart working postazione da lavoro

Un’altra buona idea è quella di acquistare una sedia da ufficio, magari ergonomica proprio come quella che avevate in ufficio: questo aiuterà la vostra schiena, visto che starete seduti diverse ore al giorno, e renderà la dimensione lavorativa ancora più reale.

Cibo e abbigliamento contro l’abbrutimento!

Esattamente come la questione tempo e spazio, anche mantenere le buone abitudini mattutine è indispensabile per dire al nostro cervello che la giornata è ufficialmente iniziata: evitare di lavarsi la faccia, indossare una tuta (o peggio ancora, restare in pigiama!) e sedersi alla scrivania non significa che siamo pronti a cominciare a lavorare! La cosa migliore è non rinunciare mai al proprio rituale mattutino fatto di bagno, colazione e scelta dell’abbigliamento, anche se non varcherete la porta di casa per tutto il giorno; non trascurate nemmeno la vostra beauty routine e non rinunciate a un make-up leggero se siete abituate così. In questo modo manterrete una distinzione tra il tempo dedicato al lavoro e quello del relax casalingo, evitando di sovrapporre sfera professionale e sfera personale.

smart working e beauty routine

Altro paragrafo importante è quello che riguarda il cibo! L’accoppiata frigorifero sempre a portata di mano e tuta h24 non porterà niente di buono alla vostra forma fisica e rischiate, dopo una settimana di smart working, di ritrovarvi con un paio di chili di troppo senza sapere nemmeno come è successo. Ecco come succede: avere il frigorifero e la dispensa di casa pieni di prelibatezze e trovarsi da soli a casa facilita in modo impensabile il succedersi di uno spuntino dietro l’altro. Cercate quindi di mantenere, anche in questo caso, le buone abitudini che avevate in ufficio: se facevate merenda alle 11 con un frutto o uno yogurt continuate a farlo, evitando tutto il resto. Basta prendere il ritmo!

Infine, meglio non stare seduti tutto il giorno. Cominciate la giornata con qualche semplice esercizio di stretching, sfruttate la pausa pranzo per fare una passeggiata oppure acquistate una cyclette dove pedalare per mezz’ora nell’arco della giornata: in questo modo manterrete anche il corpo attivo, non solo il cervello!

Pubblicato il 3 Marzo 2020
Irene Bicchielli
Irene Bicchielli

Nata nel 1988 a Firenze, dove vive ancora oggi, ha da sempre uno smisurato amore per le parole. Ha imparato a leggere e a scrivere prima delle scuole elementari e da allora non ha più smesso: lettrice seriale con un'originale passione per i romanzi storici, ha frequentato il liceo classico e poi si è laureata in Scienze Politiche per diventare...Leggi tutto

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