Si scrive Gaja, si legge Barbaresco. Sì perché l’azienda piemontese, fondata nel lontano 1859 è la massima espressione nel Mondo di questo storico vitigno autoctono. I vini Gaja sono il frutto di un lavoro certosino sul territorio d’origine, volto a valorizzarne le eccellenze vinicole. Un lavoro compiuto a livello familiare e perpetrato negli anni in modo attento. Si parte a metà ‘800 con Giovanni Gaja che per primo ebbe l’intuizione di produrre vino ad alti livelli nelle proprietà di famiglia concentrate nel comune di Barbaresco. E proprio qui, sede e cantina dell’azienda rappresentano il fulcro attorno al quale ruota tutto. A dare, però, la svolta vera al marchio piemontese è il nipote di Giovanni: Angelo Gaja. Nato nel 1940, è lui ad ereditare l’azienda di famiglia negli anni ’60, portandola a raggiungere il grande successo internazionale. Pieno di idee e forte di un’esperienza importante negli Stati Uniti, imprime all’azienda una spinta decisa verso la modernità. La cura delle viti rimane la stessa ma le operazioni di cantina si raffinano con l’introduzione della barrique nel 1966. Negli anni ’70, poi, ai grandi vini rossi Gaja si accostano bianchi strepitosi a partire da vitigni Chardonnay e Cabernet Sauvignon. Oggi, a distanza di 50 anni, è ancora Angelo a dirigere l’azienda, coadiuvato dai figli Gaia, Rossana e Giovanni. Il vino che rappresenta al meglio l’azienda piemontese è il Barbaresco DOCG, al quale si affiancano il Langhe DOC Sperss e la selezione Sorì San Lorenzo. Siamo al cospetto di immensi vini rossi che esprimono il meglio del vitigno autoctono per eccellenza: il Nebbiolo. Strutturati e ricchi a livello olfattivo, si esaltano con il passare del tempo, acquistando ulteriore qualità con l’affinamento in bottiglia. 92 sono gli ettari vitati dell’azienda e circa 350.000 le bottiglie prodotte. La selezione delle uve è un momento chiave del processo di vinificazione che procede in cantina con approccio tecnologico altamente controllato. I vigneti disposti in posizione collinare godono di condizioni climatiche ottimali, grazie anche al volano termico offerto dal vicino Lago d’Iseo. Esposizione al sole ed escursioni termiche fra il giorno e la notte permettono agli acini di maturare a dovere, pur senza perdere la spiccata componente acida. Ma va detto che la produzione Gaja non si limita al solo territorio di Barbaresco. Dai vigneti de La Morra, ad esempio, prendono vita vini Barolo straordinari come il Gaja Dagromis. Le propaggini dell’azienda, poi, si allargano anche fuori Regione. In Toscana, infatti, sono ben due le cantine che portano il nome Gaja. Parliamo dell’azienda Ca’ Marcanda di Bolgheri e della cantina Pieve Santa Restituita di Montalcino, la prima delle quali produce l’eccezionale Bolgheri DOC Magari. In più, da una costola di Gaja nasce nel 1977 Gaja Distribuzione, il ramo aziendale che si occupa di importare in Italia i vini più prestigiosi del Mondo. Colpisce e fa riflettere il fatto che un’azienda così importante non abbia un sito internet che la racconti e ne descriva i prodotti. Ma per Angelo Gaja è tutta una questione di libertà, oltre che un modo per evitare facili autocelebrazioni. Insomma, siamo al cospetto di un approccio al vino sincero e senza compromessi.