Arriva il caldo, il sole ed è finalmente ora di andare al mare, ma senza dimenticare di mettere in borsa la crema solare. In molti corrono a prendere la protezione che giace nell’armadietto di casa dall’anno precedente, ma è giusto farlo? Le creme solari hanno una scadenza ed è bene rispettarla per avere il massimo effetto schermante ed evitare arrossamenti e irritazioni a livello cutaneo. Un prodotto cosmetico presente diciture specifiche, tra cui il simbolo PaO (Period After Hours Opening), che rivelano importanti informazioni sulla sua corretta gestione e conservazione.
Cerchiamo di rispondere alle domande più frequenti riguardanti la scadenza delle creme solari:
Quando si parla di creme solari, si intende una particolare categoria di prodotti cosmetici destinati all’utilizzo sulla pelle, per schermarla dai raggi solari più dannosi. Come tutti i prodotti cosmetici, anche i filtri solari sono formati da fasi acquose e\o oleose che vanno a dare corpo alla formulazione stessa. Entrambe queste componenti rimangono stabili e sicure entro un certo periodo di validità, dopodiché subiscono fenomeni come la proliferazione microbica, per quanto riguarda i componenti su base acquosa o l’irrancidimento e l’ossidazione, per quanto riguarda i componenti su base lipidica. Ovviamente, se un prodotto cosmetico rimane sigillato avrà minori possibilità di andare in contro a questi fenomeni e si conserverà per periodi di tempo maggiore.
Molte aziende e case cosmetiche non indicano una vera e propria data di scadenza per i prodotti non ancora aperti, ma solamente quella post-apertura del prodotto. Ad ogni modo, bisogna considerare, anche se non si è rimossa la protezione o svitato il tappo, che la scadenza delle creme non aperte è di circa 2 anni. Maggiori indicazioni verranno fornite dai singoli brand, sulla corretta conservazione dei singoli prodotti solari e cosmetici.
Quando presente, il simboletto a forma di clessidra indica che il prodotto ha una scadenza inferiore rispetto a 30 mesi e, quindi, in questo caso è necessario riportare per legge la data precisa di scadenza, che indica il limite entro il quale il prodotto deve essere utilizzato, anche se non è stato mai aperto.
Questo è il dubbio che attanaglia tutti coloro si apprestano a prendere dall’armadietto di casa la protezione conservata l’anno precedente. Un prodotto cosmetico, come lo è la protezione solare, ha una durata precisa che bisogna rispettare, soprattutto quando il prodotto viene aperto e utilizzato. A venire incontro al consumatore ci pensa la simbologia che viene applicata sulle confezioni delle creme solari. Nel caso in cui il prodotto cosmetico abbia una validità superiore ai 30 mesi, si adotta il simbolo PaO (Period After Hours Opening). Questo simbolo, rappresentato da una confezione circolare con al centro un numeretto seguito da una “M”, indica il periodo espresso in mesi (M) entro il quale il cosmetico può essere utilizzato dalla sua apertura, senza incorrere in problemi di efficacia o di sicurezza. Generalmente il PaO delle creme solari aperte è fissato a 12 mesi. Questo vuol dire che andrebbero consumate interamente entro l’anno dalla prima apertura del flacone, perché oltre quel termine le case produttive non possono più garantire al 100% l’efficacia e la qualità dei prodotti. Le formulazioni monodose o confezionate in modo da non entrare in contatto con l’ambiente esterno (come gli spray) possono essere esentati dall’indicazione PaO.
Oltre alle informazioni riportate sulla confezione, un altro metodo per sapere se il proprio prodotto solare ha superato la data di scadenza è quello di osservarlo attentamente e notare le seguenti caratteristiche:
È possibile anche utilizzare la luce UV per vedere se la protezione solare è scaduta. Bisogna tenere la bottiglia di crema solare davanti a una lampadina e controllare se il colore della protezione tende a cambiare. In tal caso, significa che il prodotto è stato esposto all’aria e non è più valido per l’utilizzo.
Il rischio più alto che si corre ad utilizzare una protezione solare scaduta sta proprio nella perdita della sua capacità schermante e protettiva. I filtri solari, infatti, perdono la loro capacità filtrante, non garantendo più la stessa protezione che viene riportata sull’etichetta (esempio SPF 50). In questo modo, la cute si espone a rischio di eritemi, scottature, irritazioni e macchie solari. Oltre alla perdita di efficacia del prodotto, possono manifestarsi anche arrossamenti, irritazioni e prurito, legati al deterioramento di alcune componenti del prodotto.
È possibile approfondire la scelta del prodotto solare più adatto alle proprie esigenze, consultando la nostra guida all’acquisto dedicata ai prodotti solari.
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