Tè Matcha: molto più di una semplice bevanda

Di Monica Torriani 13 Settembre 2020
the matcha

Cos’è il matcha?

Il matcha è un particolare tè verde in polvere coltivato fin dall’antichità e il cui utilizzo ai fini di prevenzione e mantenimento del benessere fisico, soprattutto come bevanda aromatica e depurativa, ha raggiunto grande diffusione negli ultimi anni.

Uno degli scopi per i quali i suoi estratti vengono assunti è il supporto alle diete dimagranti. Un esempio? Gli stick Chefaro XLS Medical Tea, che contiene anche litramine, un complesso brevettato di fibre di origine naturale e organica che alcuni studi clinici mettono in relazione alla capacità di catturare i grassi introdotti con l’alimentazione.

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Coltivato nell’antichità anche in India e Giappone, l’origine del matcha risale alla Cina del nono secolo.

Oggi la pianta dalla quale viene ricavato, la Camellia sinensis, è coltivata in tutto l’Oriente, anche se la qualità migliore viene raggiunta dal matcha proveniente dal Giappone.

Il tè verde è un prodotto non fermentato, noto per i suoi effetti positivi sull’organismo umano. Contiene la più alta quantità di polifenoli, sostanze ad attività antiossidante che supportano la prevenzione di numerose patologie, rispetto a tutti gli altri tipi di tè. In particolare, l’epigallocatechina-3-gallato presente in elevate concentrazioni specialmente nelle capsule contenenti estratti di matcha, è il polifenolo più caratteristico e il principale responsabile delle sue proprietà.

A differenza del tè verde, viene prodotto solo utilizzando foglie di qualità più elevate (tencha), quelle cresciute all’ombra. Durante le tre settimane che precedono il raccolto, le foglie vengono coperte dalla luce del sole in modo che la pianta produca il quantitativo massimo di clorofilla e di L-Teanina.

La raccolta del matcha è esclusivamente manuale e viene seguita da un trattamento al vapore che ha lo scopo di proteggere le foglie dall’ossidazione e dunque di mantenerne il colore verde brillante e preservarne il sapore e il contenuto nutrizionale.

La produzione del matcha comporta la fase finale della macinatura ultra-fine delle foglie, realizzata impiegando utensili di granito, per ottenere una polvere leggerissima della medesima consistenza della cipria.

Il tè matcha può essere di due tipi. L’usucha è composto da foglie che sono state raccolte da piante più giovani di 30 anni, mentre il koicha da foglie provenienti da piante che superano i 30 anni.

Un pieno di antiossidanti

Il matcha è ricco di sostanze antiossidanti, oltre a composti che gli assicurano proprietà energizzanti e toniche.

Fra le vitamine presenti in quantità maggiori, la vitamina A, il gruppo B, la vitamina C, la E e la K.

La sostanza responsabile dell’effetto stimolante è la caffeina, contenuta soprattutto nelle foglie giovani e per la verità meno concentrata rispetto al tè nero. La presenza della caffeina ne sconsiglia l’assunzione di dosi eccessive, che possono causare nervosismo, ansia, tremori, tachicardia. Ed è anche all’origine del diffuso utilizzo di matcha che veniva fatto dai monaci buddisti, che grazie a questa bevanda rimanevano svegli durante le lunghe ore di meditazione.

Il tè matcha è una fonte importante di polifenoli, non solo l’epigallocatechina gallato (un flavonoide) ma anche tannini.

Inoltre, contiene clorofilla, che si ritiene essere alla base del potenziamento dei meccanismi di depurazione dell’organismo, e L-teanina, un aminoacido che genera un effetto calmante, in grado di modulare l’eccitabilità indotta dalla caffeina.

Si tratta di un complesso di molecole ad azione antiossidante, attivatrici del metabolismo, che legittimano l’impiego del tè verde in generale, e del matcha in particolare come supporto alle diete restrittive dimagranti. Questo utilizzo, su cui si basano integratori come Kilocal Drenante Forte Anti-Gonfiore Tropicale 500 mL, giustifica uno dei nomi alternativi con cui viene definito, tè della bellezza.

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Essendo preparato per sospensione di polvere in acqua e non per infusione, il matcha mantiene in maniera efficace le sue proprietà.

Sul mercato sono disponibili le foglie adatte alla sospensione ma anche prodotti contenenti gli estratti di matcha, che vengono preparati per estrazione dei principi dalle foglie mediante l’uso di solventi. Proprio da questo punto origina la necessità di salvaguardare la qualità delle foglie di provenienza.

Negli estratti le concentrazioni delle catechine, le principali molecole antiossidanti presenti nel matcha, sono superiori rispetto a quelle della bevanda tradizionale. Allo stesso modo, anche le quantità dei potenziali contaminanti (pesticidi, metalli pesanti) presenti nella pianta possono essere più importanti. Anche le semplici foglie di tè per infuso sono sicure solo se tutta la filiera di produzione rispetta le norme di sicurezza ed i controlli di qualità.

Risulta dunque chiaro che occorre scegliere prodotti di provenienza sicura e certificata ed evitare l’acquisto presso canali alternativi.

Il matcha viene solitamente venduto in contenitori di metallo e sottovuoto, che ne preservano la freschezza. Se acquistato sfuso, dovrà essere stato conservato in frigorifero.

Proprietà, impieghi e benefici di una bevanda smart

L’abitudine di bere il matcha è diventata sempre più ampia negli ultimi anni anche in Occidente. Parallelamente, se ne è diffuso anche l’impiego nell’allestimento di medicinali galenici.

Tanta attenzione è giustificata dalle proprietà del matcha, che è caratterizzato da un contenuto in antiossidanti più di 100 volte superiore rispetto al comune tè verde. Si tratta di sostanze che, nei pazienti diabetici, sembrano contribuire a ridurre i livelli di trigliceridi e di colesterolo totale nel sangue e i livelli epatici di glucosio, oltre a proteggere il funzionamento dei reni. Anche se le azioni delle sostanze antiossidanti contenute nel matcha si estendono alla neuroprotezione ed alla attività antimicrobica e di protezione dall’invecchiamento cellulare, quelle che rivestono interesse clinico maggiore si concentrano attorno alla prevenzione cardiovascolare ed oncologica, quest’ultima raggiunta anche attraverso le proprietà anti-angiogeniche della componente fenolica.

Inoltre, l’epigallocatechina gallato, in particolare, sembra avere un ruolo nella tutela della salute cardiovascolare grazie alla capacità di limitare i livelli di colesterolo plasmatico, inibire la formazione di coaguli e, in ultima analisi, rallentare la deposizione delle placche ateromatose e l’insorgenza delle malattie coronariche. Inoltre, diversi studi epidemiologici mettono in relazione l’assunzione degli antiossidanti provenienti dal matcha con la riduzione del rischio di ictus.

L’utilizzo del matcha nell’ambito dei regimi alimentari controllati sembra essere giustificato dalla sua capacità di accelerare il metabolismo dei grassi e degli zuccheri, facilitando la diminuzione del peso corporeo.

Le proprietà di matcha e tè verde possono essere sinergizzate, come avviene nelle bustine di Specchiasol Infuso Bio Tè Verde e Matcha 20 Filtri.

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 Anche sul matcha, attenzione ad interazioni e possibili reazioni avverse

Come tutti i prodotti di origine vegetale, il matcha riscuote una fiducia incrollabile negli affezionati del naturale. In realtà, tutti i derivati vegetali capaci di generare un’azione farmacologica sono anche in grado di produrre reazioni avverse.

Proprio la notevole diffusione del matcha ha, per ragioni statistiche, lasciato emergere casi di tossicità epatica acuta, di cui sono rimaste vittime persone geneticamente suscettibili o affette da pre-esistenti malattie del fegato dopo assunzione prolungata. Alla base di questa tossicità potrebbe esserci l’effetto inibitorio scatenato da alcune sostanze presenti nel matcha nei confronti degli enzimi epatici coinvolti nel metabolismo dei farmaci (in particolare il citocromo p3A4).

Inoltre, il matcha può interferire con diversi farmaci (antibiotici, anticoagulanti, contraccettivi orali, ansiolitici, chemioterapici antitumorali, antipertensivi), prodotti fitoterapici o integratori a base di vitamine. I tannini presenti riducono l’assorbimento del ferro dagli alimenti e irritano la mucosa gastrica: per questa ragione, è bene che le persone anemiche o che soffrono di ulcera o reflusso gastroesofageo consultino il proprio medico prima di farne un uso continuativo.

 Come si prepara il matcha?

Il matcha può essere assunto come bevanda o all’interno di prodotti nei quali i suoi componenti sono contenuti come estratti concentrati.

La polvere di matcha può essere sospesa in acqua oppure nel latte, per ottenere il matcha latte.

I cultori del matcha lo preparano secondo i dettami della scuola del tè giapponese, che prevede l’utilizzo di una ciotola adeguata, di piccole dimensioni (detta chawan) in ceramica o terracotta dipinta di colori che valorizzano il suo verde giada. La tazza viene ambientata con acqua ben calda e asciugata. La bevanda si ottiene dalla sospensione (e non dalla infusione) della polvere di matcha, che prevede l’utilizzo di una ciotola ampia.

come preparaere il the matcha

Il matcha viene dosato con il chasaku, il cucchiaino sottile in bambù curvato a vapore che ne raccoglie il giusto quantitativo per una tazza: in mancanza dell’attrezzatura specifica, la dose corretta può essere prelevata riempiendo la punta di un cucchiaino da tè. Dopo l’aggiunta di acqua calda ad una temperatura massima di 80°C, ossia poco prima del bollore, la sospensione viene mescolata con movimenti lenti e circolari in modo omogeneo senza generare alterazioni del sapore con un frustino largo e tozzo prodotto in un unico pezzo di bambù, il chasen, che deve essere bagnato con acqua prima dell’uso.

Il matcha viene conservato in una scatola in ceramica o legno (chaki) solo durante la cerimonia del tè (cha no yu) codificata anche nel rituale buddista. Per tutto il resto del tempo, la soluzione migliore per mantenerne inalterata la fragranza è una scatola ben sigillata al riparo da aria e luce.

La dose massima di matcha giornaliera è di circa due tazze; l’abuso o l’assunzione di sospensioni troppo concentrate può causare nervosismo, tremori e palpitazioni.

 

Le possibili insidie del tè verde – A. Bergamo, SIF Web

Green tea consumption and mortality due to cardiovascular disease, cancer, and all causes in Japan: the Ohsaki study – S. Kuryiama et al – JAMA, 2006

Green tea ingestion greatly reduces plasma concentrations of nadolol in healthy subjects – S. Misaka et al – Clinical Pharmacology and Therapy, 2014

 

 

Pubblicato il 13 Settembre 2020
Monica Torriani
Monica Torriani

Laureata in Farmacia e abilitata alla professione presso l’Università degli Studi di Milano, è consulente (libero professionista) per la comunicazione nel settore healthcare, con attività ad ampio spettro che include farmaci, prodotti biotecnologici, dispositivi medici, integratori alimentari e cosmetici.

Si occupa della progettazione e realizzazione di contenuti destinati al web e alla carta stampata per diverse testate editoriali (articoli, podcast,...Leggi tutto

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