Cos’è aptX, la tecnologia che migliora la qualità audio via Bluetooth

Gli smartphone Android con tecnologia Qualcomm aptX sono sempre più diffusi perché questo codec audio migliora la qualità d'ascolto
Di Dario d'Elia 15 Ottobre 2021
qualcomm aptX

Si chiama aptX ed è un marchio che si vede spesso sulle confezioni degli smartphone Android. Identifica un codec audio, ovvero un sistema di compressione dei file capace di migliorare la qualità di ascolto finale attraverso le cuffie wireless Bluetooh. Bisogna immaginare una traccia musicale e domandarsi se tutti i dati che la compongono siano indispensabili: un codec agisce così, razionalizzando, impacchettando tutto e poi spacchettando.

Ha due uniche limitazioni: la prima è legata al fatto che è una tecnologia Qualcomm, quindi lo smartphone deve montare un chip specifico, così come gli auricolari, le cuffie o gli altoparlanti; la seconda è che è limitata al mondo Android in ambito mobile. Dopodiché rispetto alla maggior parte dei cellulari privi della tecnologia aptX la differenza si sente, ma a patto di disporre di auricolari wireless o altoparlanti esterni di qualità che ne supportino lo standard. Si pensi ad esempio allo speaker portatile B&O Beosound A1 (2 gen), la Canton Smart Soundbar 10 o le cuffie Sony WH-CH700N.

La tecnologia aptX

Lo sviluppo del’aptX risale agli anni ’80, almeno per l’ambito cinematografico e televisivo, ma è solo negli ultimi anni che Qualcomm ha iniziato a fornire chip specifici ai produttori di smartphone per sfruttarne le qualità. Nello specifico si tratta di una serie di algoritmi di compressione dei dati audio che grazie a potente hardware avviene in tempo reale e con il massimo dell’efficienza. Il tema di fondo è che una traccia audio ad alta qualità senza compressione impiega troppo risorse, quindi la strategia è di snellirle mantenendo il miglior compromesso per ottenere qualità di ascolto. Oggi gli smartphone si affidano tutti al codec SBC, gli iPhone all’AAC, e quelli dotati di chip Qualcomm all’AptX. Dopodiché è bene considerare che di questo formato vi sono versioni diverse in base alle esigenze dei produttori di dispositivi.

qualcomm aptX codec

Comparazione dei codec aptX

aptX

L’aptx è la versione base del codec Qualcomm. Nato negli anni ’80 è stato costantemente sviluppato fino a giungere a una forma matura e stabile nel 2015. Da allora si è candidato come alternativa all’SBC mettendo in gioco una maggiore gamma di frequenze e quindi una qualità di ascolto analoga (ma non uguale) a un CD che bisogna ricordare si attesta su una frequenza di 44,1 kHz a 16 bit. Si può sperimentare con prodotti come lo smartphone l’Asus ZenPhone 8, le cuffie Sennheiser Momentum 3 Wireless, e il proiettore Epson EWTW-7000.

aptX HD

Qualcomm nel 2016 ha lanciato l’aptX HD, un codec capace di arrivare a una qualità di trasmissione di 48 kHz a 16 bit, quindi superiore a quella di un CD. Non rappresenta ancora una soluzione lossless, ovvero senza perdita di dati e senza compressione, ma siamo nei pressi dell’eccellenza. L’unico concorrente diretto è il codec LDAC sviluppato dalla Sony, che però raggiunge frequenze fino a 96 kHz a 24 bit e quindi una qualità superiore; il suo limite è di essere poco diffuso e tendenzialmente integrato sui prodotti di fascia alta del marchio giapponese. Si pensi alle cuffie Sony WH-1000 XM4 oppure gli auricolari Sony WF-1000 XM4.

L’aptX HD è notevolmente più supportato ma per goderne delle prestazioni l’ideale è puntare su prodotti di qualità come ad esempio le cuffie Bowers & Wilkins PX5, gli auricolari come i Klipsch T5 wireless (qui la recensione) smartphone come Xiaomi Mi 9 Lite, o Motorola Edge 20 Pro. Da sottolineare che un dispositivo aptX non può supportare la versione aptX HD, anche a seguito di aggiornamento software; mentre un prodotto aptX HD è retro-compatibile con lo standard più vecchio.

aptX Low Latency

L’incremento della fruizione di videogiochi e streaming video, su mobile, ha convinto Qualcomm a lavorare anche su questo fronte. Al netto della qualità dell’aptX e aptxHD si è sempre posto il problema dei tempi di codifica: con la musica non è un problema poiché 100 o più millisecondi sono un’inezia, ma quando bisogna abbinare audio a video la questione si complica. La sincronizzazione infatti diventa una priorità, soprattutto se c’è in ballo anche un sistema di diffusione esterno basato su tecnologia wireless. Sarebbe inaccettabile con delle buone Bose QuietComfort Earbuds ritrovarsi con l’audio in ritardo rispetto a un’azione di gioco o il dialogo in un film. Ecco quindi il senso del nuovo codec aptX Low Latency, appunto a bassa latenza quindi capace di ridurre ogni ritardo a 40 millisecondi e quindi sotto la soglia della percezione. Ovviamente il suo ambito di riferimento è quello che mette in gioco la componente video; per l’audio rimane migliore aptX HD. Fra i prodotti compatibili si possono citare gli auricolari Sennheiser CX 350T, le cuffie Sennheiser HD350BT, e il trasmettitore per la tv Sennheiser BTT100.

aptX HD Adaptive

L’ultima novità in casa Qualcomm si chiama aptX HD Adaptive e la sua qualità principale è di variare il livello di compressione in relazione al birate. In pratica se ci si ritrova in una condizione wireless affollata oppure in streaming con una connessione ballerina il sistema farà in modo di assicurare la fruizione audio con la migliore qualità possibile, mentre senza alcun tipo di interferenze si otterrà il massimo offerto dallo standard. Di fatto in prospettiva potrebbe sostituire sia aptX che aptX HD poiché la sua qualità può scendere al di sotto del livelli del primo e raggiungere quasi quelli del secondo. In pratica tra 280 kbps (aptX va a 352 kbps) e 420 kbps (aptX HD va a 576 kbps). Qualcomm lo consiglia sia per l’audio ad alta risoluzione, che realtà virtuale e realtà aumentata in ambito 5G, gioco, etc. Fra i prodotti che lo supportano si possono citare lo smartphone da gioco ASUS ROG Phone 3 e lo Xiaomi Mi Note 10 Lite.

Pubblicato il 15 Ottobre 2021
Dario d'Elia
Dario d'Elia

Sono nato nel 1974, esattamente nel momento in cui l'era digitale stava iniziando a varcare i confini dei laboratori per entrare nelle case. Risale proprio a quel periodo uno dei primi microcomputer: il "famoso" IMSAI 8080, che Matthew Broderick usò nel 1983 per violare il supercomputer del Norad nel film "Wargames". Ecco, sono cresciuto in quel periodo di transizione e...Leggi tutto

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