Google Nest Audio, lo smart speaker Bluetooth perfetto per chi ama la musica

Google Nest Audio è uno dei migliori smart speaker del mercato con buone qualità audio e un prezzo molto concorrenziale.
Di Dario d'Elia 6 Febbraio 2022
3 minuti di lettura
Google Nest Audio

Google Nest Audio è considerato uno dei migliori smart speaker del mercato perché abbina a un’ottima componente audio tutte le funzionalità dell’ecosistema Google Home. È un concorrente diretto di Amazon Echo Studio e parzialmente di Sonos One (2° gen), Bose Home Speaker 500, Apple Homepod Mini, e tutti gli altri prodotti compatibili con Google Assistant, Amazon Alexa o Apple Siri. La questione di fondo è che normalmente un altoparlante Bluetooh punta sulla qualità di riproduzione musicale, mentre uno smart speaker è sbilanciato sulla gestione della domotica di casa e sulle attività di informazione. Il Nest Audio si propone di fare entrambe le cose al meglio.

Design e caratteristiche tecniche

Il Nest Audio è un dispositivo gradevole alla vista che ricorda una sorta di cuscino posto in posizione verticale. È privo di spigoli, ha un rivestimento in tessuto fonotrasparente (grigio chiaro o nero antracite) e misura 175 x 124 x 78 mm. Nella zona frontale sono presenti quattro LED di status e per il volume che si illuminano quando attivi. Ospita tre aree touch capacitive: centrale per la pausa e laterali per il controllo volume (da 20 livelli). Nella zona posteriore invece è presente un tasto a scorrimento per disattivare i tre microfoni integrati. Da sottolineare che questo smart speaker nasce soprattutto per essere gestito tramite i comandi vocali di Google Assistant e solo secondariamente tramite touch oppure app per smartphone. Nest Audio supporta le tecnologia Wi-Fi 5 e Bluetooth 5.0, mentre l’alimentazione avviene tramite un classico accesso posteriore – l’alimentatore esterno è un modello 30W da 24V.

Google Nest Audio

Come suona?

Lo smart speaker di Google ha un comparto audio degno di nota poiché sfrutta un woofer da 75 mm e un tweeter da 19 mm; la potenza complessiva è di poco superiore ai 15W, quindi più che adeguata per una stanza di piccole o medie dimensioni. La qualità di riproduzione è molto buona considerati gli ingombri e il prezzo, anche se in effetti un Sonos One o un Bose SoundLink Revolve II fanno comunque meglio. Nest Audio è ideale per la stanza dei figli, un piccolo salotto oppure la cucina. Per incrementare ulteriormente la potenza e la qualità si può giocare la carta della configurazione stereo con due dispostivi abbinati, oppure dislocarli in stanze diverse per abilitare il classico multi-room – stessa traccia riprodotta in più zone.

Dopodiché l’app Google Home disponibile per Android e iPhone permette di intervenire anche sull’equalizzazione e valorizzare la riproduzione di tutti i servizi streaming musicali come ad esempio Spotify, Apple Music, etc. Da ricordare che alcune piattaforme musicali sono direttamente ospitate da Google Home e quindi funzionano tramite Wi-Fi, sennò si può usare direttamente il proprio smartphone o tablet per procedere con uno streaming diretto via Bluetooth.

nest audio

Le funzioni smart

Uno smart speaker come il Nest Audio consente di interagire con la voce con qualsiasi sensore o dispositivo domotico compatibile con Google Home e Google Assistant. Si pensi all’accensione di lampade Philips Hue, la gestione di Roomba, la programmazione di lavatrici Ariston, la regolazione di termostati Nest, etc. Senza contare l’accesso a tutti i servizi di Google (calendario, mail, appuntamenti, etc.), ricerche online e tanto altro.

In conclusione

Se si ama la musica ma contemporaneamente si sente il bisogno di uno smart speaker, il Nest Audio è senza dubbio il miglior acquisto. Ci sono diverse alternative ma di solito è oggetto di promozioni piuttosto convenienti rispetto al già basso prezzo di listino (99,99 euro). E poi considerata anche la gradevolezza estetica bisogna ammettere che è un buon candidato anche per un regalo.

Pubblicato il 6 Febbraio 2022
Dario d'Elia
Dario d'Elia

Sono nato nel 1974, esattamente nel momento in cui l'era digitale stava iniziando a varcare i confini dei laboratori per entrare nelle case. Risale proprio a quel periodo uno dei primi microcomputer: il "famoso" IMSAI 8080, che Matthew Broderick usò nel 1983 per violare il supercomputer del Norad nel film "Wargames". Ecco, sono cresciuto in quel periodo di transizione e...Leggi tutto

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