La scelta del miglior media-player può sembrare anacronistica, data l’ormai ampissima diffusione degli Smart TV. Il successo riscontrato da prodotti come le Fire TV Stick di Amazon e i Chromecast con Google TV evidenzia però le limitazioni che affliggono tanti televisori. È sicuramente vero che molti di questi dispositivi si acquistano per rendere smart un prodotto vecchio, privo di queste funzioni. C’è però un’altra motivazione che spiega come mai i media-player sono così apprezzati: la maggior parte delle piattaforme Smart TV non vengono aggiornate dai produttori.
Ecco perché è più che lecito chiedersi quali sono le migliori soluzioni in commercio per l’accesso ai servizi streaming e magari anche alla propria libreria personale di film, serie TV e musica. Il mercato è oggi molto ampio, soprattutto grazie ad una nutritissima schiera di dispositivi basati su Android, declinato in una delle sue molteplici forme, come ad esempio la Xiaomi TV Stick 4K. I prezzi spaziano da poche decine di euro a circa 200 per i set-top box più evoluti, provvisti di una maggiore capacità di calcolo e più incentrati sulla qualità nella riproduzione video e audio.
I prodotti che abbiamo selezionato sono 3, ciascuno scelto per un determinato ambito di utilizzo.
La Fire TV Stick 4K Max di Amazon è il prodotto che consigliamo a tutti quelli che cercando il miglior rapporto qualità-prezzo. Se si escludono gli utenti molto esigenti e quelli particolarmente interessati ad applicazioni video-ludiche, questo dongle HDMI è consigliato praticamente a tutti. Il pacchetto offerto da Amazon è infatti molto ricco e piacevole da utilizzare, specialmente per gli utenti Prime che possono godere di un’integrazione perfetta con Prime Video e l’ecosistema Amazon, che include anche l’assistente vocale Alexa, richiamabile tramite il microfono sul telecomando.
Il sistema operativo è Fire OS, praticamente una versione personalizzata di Android: le similitudini sono tante, anche a livello di interfaccia. Non c’è però il Play Store, sostituito da un omologo gestito da Amazon. Se da un lato questo significa un’apertura e una versatilità ridotte, dall’altra va però detto che l’utente medio ben difficilmente patirà delle reali limitazioni. Le app per i servizi streaming ci sono praticamente tutte, così come i software meno convenzionali, tra i quali troviamo anche quelli che sopperiscono alla mancanza nativa di AirPlay per i dispositivi Apple.
A livello di prestazioni il prodotto di Amazon è assolutamente convincente: Fire OS è ottimizzato molto bene per l’hardware scelto (processore e RAM). Questo è uno degli aspetti che ci ha fatto preferire la Fire TV Stick 4K Max al Chromecast con Google TV 4K, il diretto concorrente realizzato da Google. A livello di interfaccia, disponibilità di applicazioni (quelle più importanti e usate), e compatibilità con gli standard non ci sono praticamente differenze. Sono entrambi in grado di gestire il 4K con HDR in molteplici formati: HDR10, HDR10+, HLG, Dolby Vision e Dolby Atmos. L’hardware è però migliore sulla Fire TV e non solo per il processore: anche Wi-Fi e Bluetooth sono più aggiornati, dato che sul Chromecast troviamo Wi-Fi 5 e Bluetooth 4.1 mentre Fire TV offre Wi-Fi 6 e Bluetooth 5.0 LE.
Proprio l’hardware e probabilmente una minore ottimizzazione rendono Fire TV Stick 4K Max un po’ più reattiva nella navigazione dei menu e nel passaggio tra le varie app. Segnaliamo infine che su Prime Video e Netflix c’è anche la possibilità di adattare automaticamente il frame rate alla frequenza di aggiornamento del TV.
La terza generazione di Apple TV 4K è il prodotto che consigliamo agli utenti più esigenti. Il set-top box Apple ha infatti alcune particolarità che vengono incontro a chi desidera qualcosa in più del semplice accesso ai servizi streaming. Anzitutto abbiamo prestazioni sempre impeccabili, merito di un SoC, l’A15 Bionic, che è sicuramente sovrabbondante per l’utilizzo medio e viene sfruttato solo con i videogiochi disponibili per tvOS. Nessuna applicazione può metterlo minimamente in crisi e questo si riflette in una fluidità sempre perfetta.
Ci sono poi attenzioni che su altri prodotti non troviamo: qui, a differenza di Fire TV Stick 4K Max, non è solo un’applicazione a poter adattare automaticamente il frame rate alla frequenza di aggiornamento del TV. Questa possibilità si gestisce dal menu di sistema e vale per tutto. Detto in parole semplici, qualsiasi servizio streaming viene gestito in modo da sincronizzare sempre Apple TV e schermo, evitando quei piccoli fastidiosi scatti che non tutti notano ma che per un occhio esperto possono risultare molto fastidiosi.
Ci sono poi Wi-Fi 6, il supporto a Thread per il controllo della smart home e anche Quick Media Switching (QMS), una funzione introdotta con HDMI 2.1 ma che praticamente nessun prodotto ancora supporta, se si esclude per l’appunto l’Apple TV 4K di terza generazione e i nuovi OLED LG della gamma 2023, come la serie LG C3. QMS serve per evitare le schermate nere quando si modifica la frequenza di aggiornamento: capita ad esempio su YouTube, dato che i video variano molto in base al formato scelto da chi li ha registrati (24 Hz, 25 Hz, 50 Hz, 60 Hz). Segnaliamo poi che, a differenza di tante altre piattaforme, Apple TV non propone pubblicità all’interno della home.
Il limite principale è probabilmente la gestione dell’audio in uscita: manca il bitstream, praticamente la possibilità di lasciar passare il segnale intonso e questo può creare qualche problema di compatibilità con il Dolby Atmos, dato che il formato in uscita da Apple TV non viene sempre riconosciuto correttamente. Anche il prezzo è decisamente superiore alla media, ma per un utente avanzato ne può valere la pena: oltre a tutti i servizi streaming ci sono anche app come Infuse, un software davvero ottimo per gestire e riprodurre tutta la propria libreria multimediale.
NVIDIA Shield TV è il prodotto meno recente tra quelli proposti: la sua ultima incarnazione, quella attualmente in commercio, risale al 2019. Le versioni proposte sono due: Shield TV e Shield TV Pro. La Shield TV ha la forma di un cilindro mentre la Pro è più simile al modello precedente del 2017. Il SoC è identico per entrambe: parliamo del prestante Tegra X1+. Cambiano invece la RAM e la memoria interna: sono 2 GB per la prima e 8 GB per la seconda sul modello base e 3 GB abbinati a 16 GB di spazio per la Pro.
Al di là dei tecnicismi, quello che conta sono le funzionalità e le possibilità offerte: la versione Pro offre 2 porte USB che la base non ha, oltre al server Plex integrato, un’aggiunta che può risultare utile a chi dispone di ampie librerie di contenuti e vuole poterle riprodurre su vari dispositivi, senza dover tenere sempre acceso un computer (o un NAS) che funga da organizzatore e distributore dei contenuti. Entrambi i modelli sono dotati di upscaling con intelligenza artificiale: possono quindi aumentare la risoluzione dei video, adattandola a quella dello schermo collegato, migliorandone sensibilmente la qualità.
Il funzionamento non richiede particolari conoscenze: nel menu sono contenute voci apposite che vanno semplicemente attivate. Bastano pochi istanti per rendersi conto dell’efficacia di tali elaborazioni: da questo punto di vista le due Shield TV sono tranquillamente all’altezza dei TV di fascia alta, quelli equipaggiati con processori video di alto livello. La presenza di Google Play e la possibilità di installare app da fonti esterne è una garanzia di grandissima versatilità. C’è veramente di tutto, anche per quanto riguarda i videogiochi, grazie al cloud gaming di GeForce NOW. Chi dispone di un PC da gioco può anche usare quello per far girare i titoli che vengono poi inviati in streaming, su rete locale, alle Shield TV, grazie all’app Steam Link.
Gli utenti più smaliziati possono anche sfruttare software come RetroArch per il retro-gaming, ampliando ulteriormente le capacità ludiche di questi dispositivi. Per un appassionato di videogiochi che vuole anche uno strumento per accedere ai servizi streaming e alla propria libreria di film e serie TV, non c’è al momento un prodotto migliore della stessa tipologia. Le limitazioni non sono molte ma sono presenti: manca ad esempio il supporto a HDR10+ e HLG, mentre sono supportati HDR10 e Dolby Vision. Ottima invece la componente audio che abbraccia non solo il Dolby Atmos ma anche il DTS:X. Come tutti gli Android TV non c’è invece l’adattamento automatico del frame rate: di base il sistema operativo lo supporterebbe ma va integrato sulle singole applicazioni e solo poche per ora lo fanno, ad esempio Plex e Kodi.
Nella scelta tra versione base e Pro pesa soprattutto la parte ludica: la RAM e lo spazio interno aggiuntivi sono utili se si fanno girare giochi più esosi nelle richieste, se ci si limita al cloud gaming o alla parte multimediale, la differenza di prezzo non è giustificata. Il prezzo di listino della versione Pro è sensibilmente superiore alla media ma per chi fa uso del pacchetto completo è congruo se si considerano la dotazione, la versatilità offerta e gli aggiornamenti rilasciati nel tempo. Al momento non ci sono vere alternative: prodotti come la Fire TV Cube di Amazon possono sembrare simili ma offrono in realtà caratteristiche diverse.
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